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Il ciuffo

Data di pubblicazione  17 febbraio 2014
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Quante le cose di cui vorrei parlarti questa settimana.
Quante le cose di cui vorrei parlarti questa settimana. Dell’Italia che cresce di un omeopatico +0,1%  o del miglioramento che il maitre del bon ton dell’affidabilità, Moody, ha visto in noi. Sì, potrei raccontartele, in modo diverso, fuori dal coro, come piace a te, ma… non lo faccio. Matteo mi ci ha tirato per i capelli. Il presidente del consiglio prossimo venturo, che di ciuffo se ne intende, declama che la priorità in Italia è il lavoro, ma che non ha i soldi per dare concretezza alla sacrosanta rivendica. Dove li vuol pigliare ‘sti quattrini per tagliare le tasse sul lavoro? Gli esperti che lo circondano gli sussurrano che il lavoro è tassato al 30-40% e i risparmi solo al 20% e che i picci, dunque, si posson cavare da lì. Matteo, è una balla! Ti faccio due conti, così alla buona. Il lavoro, ad esempio, non subisce una patrimoniale dello 0,2% come quella su azioni e bond. Chi guadagna 30.000 euro lavorando ne paga 7.600 di tasse (il 25,3%), mentre chi li guadagna tramite investimenti ne lascia giù “solo” 6.000, ma per guadagnare 30.000 euro con gli investimenti prima avere un bel gruzzolo. A un tasso (di questi tempi non basso) del 4% per generare 30.000 euro di guadagni servono 750.000 euri e su questi lo Stato ne piglia 1.500 di bollo. In tutto siamo già a 7.500 euri! E il bollo, ascolta bene Matteo, si paga anche quando gli investimenti vanno male. Ah, non ti ho ancora detto che se l’investimento è fatto tutto in azioni italiane, ci sono altri 750 euri di Tobin tax da pagare. Il conto sale a 8.250, il 27,5% di 30.000 euro. Faccelo presente agli esperti tuoi. E poi, Matteo, i risparmi sono comunque quel che nasce dal lavoro ch’è già stato tassato. Insomma, Matteo, pensaci bene.