Il Paese sbagliato
Data di pubblicazione 03 febbraio 2014
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Fiat, che dieci anni fa era al collasso, ha risalito la china. Non è un orgoglioso colpo di reni del made in Italy perché di Italia, in Fiat, ce n’è sempre meno.
Fiat, che dieci anni fa era al collasso, ha risalito la china. Non è un orgoglioso colpo di reni del made in Italy perché di Italia, in Fiat, ce n’è sempre meno. Il passato è ai piedi della Mole, ma il futuro è altrove. C’è molta America (Chrysler), ma soprattutto la “valigetta dei comandi” valica le Alpi. In Olanda ci finisce la sede legale, in Gran Bretagna si trasferisce quella fiscale. Fiat va in Olanda perché lì gli “azionisti stabili” in assemblea pesano più di quelli che sono “azionisti per un giorno o due”. Fiat va in Gran Bretagna perché lì si pagano meno tasse, soprattutto se si fanno investimenti. Non da ultimo è un ambiente più favorevole ad attrarre gli investitori Usa. Agnelli furbi? No è l’Italia a essere piena di lupi burocratici. E poco valgono le critiche per cui Fiat ha sempre spremuto soldi agli italiani. Gli aiuti occulti (tipo il bollo sulle grosse cilindrate quando Fiat non ne produceva) sono oramai storia e risalgono a lustri addietro. I cosiddetti aiuti palesi (la cassa integrazione) sono più che altro un fraintendimento: sono solo il modo italiano di declinare gli ammortizzatori soci ali. Da noi i soldi si danno alle aziende che li girano ai lavoratori, altrove li si dà direttamente ai lavoratori. Il giro è diverso, il risultato è simile. E comunque anche fosse così non è più tempo di alibi: l’Italia non è il Paese giusto per fare soldi. Mi spiace e so che ti sembra poco patriottico stare alla larga da Piazza Affari se non puoi permetterti di mantenere i tuoi soldi investiti almeno 20 anni. So anche che le azioni italiane negli ultimi mesi hanno seguito il boom dei mercati azionari mondiali. Ma una rondine non fa primavera, e i problemi restano. Anche tu comportati come fanno i veri ricchi e, come gli Agnelli, vai all’estro: punta i tuoi soldi su Wall Street e investi a Londra.