Topi e danze
Data di pubblicazione 19 gennaio 2015
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Li chiamano ratt, topi, nella Svizzera verde gli italiani...
...che, varcando i confini della confederazione prima dell’alba e uscendone subito dopo il tramonto, si meritano l’accusa di rubare i posti di lavoro – quelli non sempre più prestigiosi, via - agli industriosi cugini ticinesi. Ma la voglia di danzar via leggiadri è venuta pure a loro tant’è che la Banca centrale confederata, settimana scorsa, ha deciso di abbandonare ai suoi destini il cambio con l’euro. Essì, negli ultimi tre anni la Svizzera aveva stretto i denti, pagando il prezzo di 1,20 franchi, per rimanere aggrappata al piroettante cavalier supereuro. Ma oggi, con un nuovo fallimento greco all’orizzonte e un Draghi che vuole stampare euro a più non posso per metterli nelle tasche vuote di molti europei, per la moneta unica si intravede un futuro più da mini che da super: perché condividerne la sorte? E così fu. Giovedì scorso l’annuncio a sorpresa della separazione ha portato il franco a guadagnare più del 35% in pochi minuti e la Borsa di Zurigo a perdere anche il 12%. Insomma, ora i topi son gli svizzeri che abbandonano la nave dell’euro che si dice stia per affondare. Ho fatto, insieme a tutti i miei colleghi, una serie di riflessioni che condivido con te. La prima: gli svizzeri hanno ragione quanto all’euro - ma questo te lo dico da tempo. La seconda: le imprese svizzere pagheranno caro il super franco: tranquillamente il 15-20% degli utili. Vieni via da quella Borsa: sei comunque in guadagno visto il cambio. La terza: compra dollari. Se mi hai dato retta sei contento ora, e se mi dai retta lo sarai anche domani.
Vincenzo Somma
direttore responsabile Altroconsumo Finanza