Lusso
Data di pubblicazione 22 maggio 2015
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Lusso
Ogni investimento in Monte dei Paschi fatto negli ultimi anni è stato un fiasco. Non si vedeva una voragine mangiasoldi simile dai tempi di Alitalia (quella vecchia, politicizzata e quotata in Borsa di prima che arrivassero gli Emiri). Neanche un anno fa la banca senese ha battuto cassa presso i suoi azionisti chiedendo cinque miliardi di euro (mica bruscolini: ben 2 volte e mezza il valore del bonus-pensionati che il governo promette di elargire entro breve ai nostri anziani più bisognosi) e ora, di nuovo, Mps ne chiede altri tre, più di quanto tutta la banca valga in Borsa. E tu, per caso, hai ancora qualche dubbio se investirci o meno? Te lo chiedo perché potresti anche essere tu uno dei tanti che mi ancora scrivono “eh, ma Monte Paschi...”. Sarà per quel suo nome che fa pensare alla dolcezza dei paschi toscani, sarà quel suo blasone con secoli di storia, ma ancora ti incaponisci a definirlo un investimento. No, Montepaschi non è un investimento. Montepaschi è un lusso. Bene ha fatto dunque la Banca d’Italia – così solerte nell’indicare alle banche piccine com’esse debban correttamente fare la punta alla matita – a non curarsi del colosso di Siena e delle voragini che dall’interno se lo svuotavano. “Non è una banca” devon aver certo pensato “è un lusso! Non ci compete”. Ecco. Un pensiero va pure alla Consob, quella che inglesi e americani a casa loro chiamerebbero “il cane da guardia della Borsa”, che, ancora una volta, non metterà becco nel prossimo aumento di capitale che si mastica gli azionisti Montepaschi. Anche per te, Consob, è un lusso esser azionista Mps? Tanto da non fare nemmeno un bau bau? Capisco. Mantenere Mps a galla è importante, ma se nessuno fa un primo passo, mai nulla cambierà.
Vincenzo Somma
direttore responsabile Altroconsumo Finanza