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Occhio non vede

Data di pubblicazione  19 settembre 2016
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Quattordici miliardi di dollari: è la multa che Deutsche Bank potrebbe ritrovarsi a pagare alle autorità americane per la vecchia vicenda dei titoli tossici legati ai mutui. Anche se per pagare e per morire c’è sempre tempo, è una scoppola che ancora una volta porta nell’occhio del ciclone il colosso tedesco che di fatto è tutt’uno con la Germania. Perché accanto alle teutoniche certezze fatte di bund che rendono meno di zero e paiono solidi come pietra, ci sono anche cose come queste dove, scopa scopa sotto lo zerbino e ti ritrovi un accumulo mostruoso di grane. Di Deutsche Bank ti ho parlato giusto prima dell’estate (Altroconsumo Finanza n° 1182), se ben ricordi, era stata definita dal Fondo Monetario la banca più rischiosa al mondo, perché i 14 miliardi di dollari della multa sono un brufoletto al confronto dei 54.000 miliardi di euro di “derivati” di cui ha gonfia la pancia e che, un po’ dovrebbero far tremare anche la Merkel, visto che è molte volte la ricchezza tedesca. Bene, dirai, tu ora: finalmente anche i tedeschi hanno grane come noi. Eh, no, mica crederai di salvarti anche tu dai derivati. A parte che se s’ammala Berlino l’influenza ce la pigliamo pure a Roma, ma poi di derivati ce ne sono ovunque, anche nella nostra pubblica amministrazione. Non è un mistero che si annidino come Pokemon pure nelle stanze del nostro Tesoro, semmai il mistero è quanti sono e cosa rischia il contribuente. Che ci puoi fare? Pregare che non accada nulla e… beh, se hai un conto in Deutsche Bank mano alla calcolatrice: i suoi conti corrente non sono quasi mai convenienti, perché non cogliere l’occasione per andare a cercare fin da ora chi ti costa meno e contenere i rischi?

 

 

 

 

 

 

 

 
                                                                                           Vincenzo Somma
                                                                        direttore responsabile Altroconsumo Finanza