"Cion quarami con go ho", così si dice “imperatore” in mandarino stretto. In cinese, via. Appena ho cominciato a leggere che Pirelli – quella delle gomme – sarebbe tornata in Borsa mi son subito chiesto: “Ohibò, che l’imperatore abbia finito i soldi?”. Sì perché la multinazionale meneghina è sparita dalla Borsa italiana un anno fa, comprata dai Cinesi. E ora ci torna, venduta dai Cinesi. Viste le difficoltà degli orientali a scucire i quattrini per il Milan… l’associazione di idee tra cinese e squattrinato m’è venuta. Subito. È durata poco. Quando ho visto che alla partenza da Piazza Affari la Pirelli i Cinesi l’avevano pagata circa 7 miliardi e mezzo e che ora ce la restituiscono a 8,3 miliardi – tanto varrebbe la Pirelli una volta quotata al prezzo massimo della forchetta di prezzi preannunciata - mi è scappato un apperò! Veri uomini d’affari questi mandarini. E non è finita. La Pirelli che sbarca ora a Piazza Affari non è la stessa del passato. Prima ci stavano dentro pneumatici di ogni tipo: auto, moto, camion e trattori, ora ci sono solo quelli di auto e moto. Pare che rendano di più. Ho altro da dirti. La Pirelli che arriva in Borsa oggi ha quattro miliardi di euro di debiti, rimasuglio dei costi che i cinesi hanno sostenuto per comprarsela (essì, perché i cinesi l’han comprata facendo debiti che poi han messo sul groppone dell’azienda). Pirelli, poi, si presenta con un rapporto prezzo/utili (il prezzo al chilo delle azioni) che essa stessa giudica “elevato” rispetto alla concorrenza. E non è finita. Poi c’è il piano industriale. La Pirelli, sempre lei, lo definisce “sfidante”. Che vorrà dire? Io so solo che i Cinesi chiedono soldi a te, non per metterli in azienda e realizzare il piano industriale “sfidante”, se li mettono in tasca. E poi… poi i prezzi a cui è proposta (tra 6,3 e 8,3 euro per azione) e con gli utili che con generosità stimiamo pari a 0,38 euro per azione nel 2017 e 0,48 euro per azione nel 2018, il titolo risulta, tra il “correttamente valutato” e il “caro” a seconda del prezzo a cui sarà collocato. È anche vero che sul miliardo di azioni di cui è composta la società solo 35 milioni vanno ai piccoli risparmiatori, come a dire che la società resta comunque in mano ai cinesi e alle banche. Ecco, questo 28 settembre che viene con Pirelli, non fare nulla. Siediti sulla riva del fiume e aspetta. È un vecchio proverbio mandarino.
Mandarino
Data di pubblicazione 18 settembre 2017
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Pirelli torna in Borsa