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Pasticcioni

Data di pubblicazione  05 marzo 2018
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Al momento in cui ti scrivo mancano solo i dettagli dei seggi, ma i risultati delle elezioni italiane sono noti: abbiamo dinanzi tre blocchi contrapposti in cui nessuno ha i numeri per governare da solo. Resteranno contrapposti? Per quanto? Inciuceranno? Chi con chi? Ricominceranno tutto daccapo con nuove elezioni a ottobre? Al momento i mercati hanno avuto reazioni tutto sommato composte, vuoi perché ci conoscono troppo bene a noi italiani, vuoi perché non ci capiscono. Ma se ci metteremo troppo tempo o se le soluzioni di volta in volta proposte per Palazzo Chigi non dovessero piacere... finirà male. In Detto tra noi trovi le soluzioni sia per superare indenne le fasi di incertezza “assicurando” il tuo capitale investito in Borsa, sia per ripartire col vento in poppa se dovesse saltar fuori un premier gradito ai mercati. Se quella in cui versa il nostro Paese ti pare una situazione pasticciata non avertela a male. All’estero va anche peggio e in testa alla top ten dei pasticcioni ci sono gli americani. Il primo è Powell. Powell chi? Quello che ha sostituito la Yellen (che con un nome così penso che siamo vivi per miracolo). Ora è lui il capo della Banca centrale americana e la scorsa settimana c’è stata la sua prima uscita pubblica nel ruolo che fu della… beh, quella là. Bene, Powell ha detto che l’economia Usa procede e procederà bella tosta. Apriti cielo: i mercati hanno interpretato le sue parole come un “ci saranno quattro rialzi dei tassi già quest’anno”. La Borsa? Ha avuto i brividi, ma nulla di grave. A quel punto Powell deve essersi reso conto che le parole di un governatore della Fed non si perdono nel vocio generale di una chiacchera al bar, ma vengono vivisezionate con attenzione maniacale, che ha fatto? Ha corretto il tiro dicendo che l’economia va sì bene, ma non si sta surriscaldando. Il tiro sarà pur stato corretto, ma il pasticcio è rimasto ben in vista e la Borsa questa volta ha pagato dazio. Dazio appunto. Ecco, infatti, Trump, l’altro pasticcione, che ha deciso di mettere i dazi all’acciaio per proteggere le acciaierie locali. Risultato? Le aziende americane che usano l’acciaio pagheranno di più la materia prima e, ancor più grave, ha dato la stura a una guerra doganale col resto del mondo. E così la Borsa ha sbracato. Sei affranto dal risultato delle elezioni italiane? Consolati con l’idea che tutto il mondo è Paese.

Vincenzo Somma

Direttore responsabile Altroconsumo Finanza