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Telefono e realismo

Data di pubblicazione  04 giugno 2018
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Chi ha inventato il Telefono? Antonio Meucci, un fiorentino. Lo sappiamo tutti noi italiani. Ma il resto del mondo la pensa diversamente: il telefono, per loro, l’ha inventato Graham Bell, americano di origini scozzesi. Com’è andata? Meucci inventò il telefono intorno al 1860, lo brevettò, ma siccome non aveva soldi si limitò a un brevetto temporaneo che costava meno, ma andava rinnovato ogni anno. Finiti i soldi, però, non lo rinnovò e Bell, che aveva progetti e disegni di Meucci, si prese la paternità. La cosa finì in tribunale. A New York. Entrambi vivevano lì. Meucci godeva di un seguito popolare tra gli immigrati di casa nostra che lo sostennero fin nelle aule giudiziarie. Fin troppo. Non riuscì a spuntarla perché pare che il giudice non gradisse quella vociante cacofonia che in aula facevano i paesani nostri. Troppo casino. Che Meucci avesse ragione - gliel’ha riconosciuto il Congresso Usa nel 2002 in una ricostruzione del processo – poco importa: morì povero, Bell visse una vita di agi e onori, anche per via dello sfruttamento economico della brillante invenzione. Questa storia mi è tornata alla mente in occasione dell’operetta andata in scena col varo del governo. Noi italiani la buttiamo in caciara. Troppo. Il risultato è che ci spariamo nei piedi. Questo è successo a Meucci un secolo e mezzo fa e al nuovo governo settimana scorsa. Gli esteri, e i mercati, sfruttano i nostri “pregi”. A questo punto, dobbiamo essere realistici: anche se le cose per ora stanno andando bene (la Borsa è risalita sui livelli di prima delle elezioni) non credo che sia finita. Urge pragmatismo. Se sei uno che si spaventa per un calo del 5% in un mese e segui il portafoglio difensivo, se il tuo orizzonte temporale è breve (diciamo che non puoi permetterti, o non vuoi, tenere investiti i soldi oltre 5 anni), è meglio se vendi le azioni italiane. I fondamentali dell’economia italiana sono discreti e le azioni italiane che trovi all’acquisto in queste pagine sono convenienti, ma potrebbe esserci maretta anche solo per punire la caciara che facciamo o che ci attribuiscono. Per questo dal portafoglio difensivo escono le azioni italiane sostituite da quelle giapponesi (alle pagine 2-3 ti dico perché Tokio è una buona meta). Se, invece, sei uno che investe da qui a 10 o 20 anni il problema non si pone. Alla fine la verità prevarrà prima di quanto sia accaduto per Meucci. 

 

Vincenzo Somma

Direttore responsabile Altroconsumo Finanza