La scorsa settimana, infatti, ha proposto che l’Italia emetta titoli irredimibili, cioè quei bond che non giungono mai a scadenza e che ti pagano cedole per sempre… Non sono una invenzione di Savona, ma sono una vecchia conoscenza dei mercati. Di obbligazioni perpetue (perpetue si fa per dire, visto che il debitore spesso può comunque chiedere di estinguere il suo debito) ne è, infatti, piena la storia. I primi che mi sono venuti in mente quando ho letto della proposta di Savona sono i certificati della Russia imperiale, emessi a partire dal XIX secolo e fino alla Rivoluzione di ottobre del 1917. Poi mi sono venuti in mente dei titoli inglesi del tutto simili, i cosiddetti “consols” che intorno alla metà del XVIII secolo servirono a consolidare alcuni vecchi prestiti in uno nuovo e perpetuo al 3,5%. Non sono una novità neanche in Italia. Una legge del 1861 autorizzò un prestito perpetuo da 500 milioni di lire dell’epoca. Vennero trasformati in bond perpetui anche i debiti di Stati pre-unitari. Ma non pensare che sia una storia che risale solo ai secoli più lontani: una legge del 1926 (in piena epoca fascista) per esempio convertì Buoni dello Stato quinquennali e settennali in una rendita “perenne” col tasso d’interesse del 5%. Come finirono questi bond perpetui? Quelli russi male: continuarono a essere scambiati anche dopo la rivoluzione di ottobre, ma l’Unione Sovietica si rifiutò di pagarli, perché aveva ripudiato il debito dello Zar. Dovettero passare quasi 80 anni (e ci volle il crollo del comunismo) perché Mosca fosse disposta a scendere a patti con i vecchi creditori (per lo più francesi) facendo un accordo con Parigi. Peccato che quell’accordo sembra sia stato giudicato insoddisfacente da parte di molti creditori. È andata meglio a chi aveva i bond dello Stato Fascista: sono stati ripagati progressivamente a partire dai primi anni Ottanta. Altrettanto bene è andata ai creditori del governo di sua Maestà: Londra ha ripagato quei bond alcuni anni fa. Se Conte ascolta Savona e li lancia saranno investimenti interessanti? Tutto dipenderà ovviamente dalle cedole. Sono certo che faranno gola ad assicurazioni e fondi pensione che sono voraci di titoli lunghissimi. Per i piccoli risparmiatori si vedrà.
Vincenzo Somma
Direttore Responsabile Altroconsumo Finanza