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Data di pubblicazione 08 febbraio 2021
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La cosa circolava da sempre. Ma sempre sotto forma di chiacchiera da bar. E comunque io non ci credevo. 

Poi Mario Draghi è stato scelto come prossimo presidente del consiglio e a me è caduta la mascella. L’uomo certo ne capisce e, nonostante i detrattori per via della storiaccia dei derivati nella pubblica amministrazione e i suoi trascorsi in Goldman Sachs - ma come fai a essere un buon mugnaio se non ti sporchi di farina? - pure onesto pare. E poi è l’italiano vivente più famoso al mondo (dopo Bocelli). Insomma, mi chiedo, come può il Ronaldo (o il Messi, il Maradona, il Pelè…) della finanza accettare un ruolo con la data di scadenza come le mozzarelle? La risposta che mi do è che la situazione italiana non solo è molto grave, ma è pure molto seria. Si dice che sul recovery plan il governo fin qui abbia fatto nulla e che il rischio di perdere i soldi dell’Europa sia molto più che concreto. Non sarebbe una novità, perché l’Italia è nota per non saper spendere i contributi europei, ma su questi benedetti 200 e più miliardi sono in tanti a contarci. Draghi è l’unico che può aiutarci a tirarli su e, soprattutto, a spenderli bene. Poi, però, è successo che si è discusso di queste cose con amici miei – tutti economisti, qualcuno pure di fama - e così, barsporteggiando, è saltata fuori un’altra ipotesi (che in qualche modo è figlia della prima). Draghi è qui per salvare le banche italiane, lui è l’unica garanzia per avere il via libera da parte dell’Europa - che degli italiani ormai non si fida più - a un intervento statale sulle banche. Draghi sarebbe dunque la prova provata che siamo sull’orlo di un burrone e che c’è la possibilità di non caderci dentro. Da ciò mi son sognato che una scommessina sulle banche italiane ci sta (occhio che questo brindisi non è per il buon padre di famiglia). Come? Non certo comprandoti Mps; vero è la più malmessa e quella che più ha da guadagnare, ma se i salvataggi sono un bene per i correntisti, non è detto che lo siano per gli azionisti spesso spazzati via. Unicredit? È quella più sensibile ai rimbalzi del mercato, ma qui non si tratta della salvezza di un solo titolo, ma del sistema. Meglio allora un prodotto che punti più in generale su tante banche, come WisdomTree Ftse Mib banks (145,14 euro; Isin IE00BYMB4Q22). Dai, entra anche tu al bar sport, brinda e chiacchiera con me: scrivimi a direttore@altroconsumo.it.

Vincenzo Somma

Direttore Responsabile Altroconsumo Finanza