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La famiglia si allarga
2 mesi fa - lunedì 9 gennaio 2023Dal primo gennaio è arrivato un nuovo membro della famiglia euro, la Croazia: al cambio ufficiale, 7,5345 kune per 1 euro, il Paese stringe ancora di più i suoi legami con l’Europa portando il numero dei Paesi che hanno adottato la moneta unica a quota 20. In tempi di inflazione che morde, con le famiglie che si sentono più povere (anche perché i soldi che hanno nelle loro tasche valgono meno rispetto a un anno fa), è un passaggio confortante. L’euro ha superato molti momenti difficili, in primis la crisi greca, ma alla fine ha portato i Paesi Europei a collaborare di fronte alle sfide. Il fatto che ora la Croazia si aggiunga ai partecipanti al gioco dell’euro è un segnale di fiducia nelle istituzioni comunitarie, tra cui spicca la Banca Centrale Europea oggi in trincea per combattere il carovita. Infatti, se fino a poco prima della riunione di dicembre lasciava intendere che dall’attuale 2,5% i tassi sarebbero saliti al massimo fino al 3%, ora le attese vedono tassi al 3,75%- 4%, segno che in questi anni non si è perso lo spirito originale, che è quello di portare l’Europa verso gli standard del vecchio marco tedesco. Chi ha abbastanza anni sulle spalle da aver vissuto l’inflazione degli anni ‘70, ha una idea chiara di quello che diciamo. E la Croazia? È diventata una buona meta per i vostri investimenti? Per le azioni non abbiamo rilevato nulla di appetibile per diversi motivi: è un listino assai piccolo, non è facilmente accessibile tramite le banche italiane e poi è pur sempre una Borsa dell’eurozona, area da cui al momento preferiamo stare fuori. Per quanto riguarda i titoli di Stato, la situazione è diversa: a Piazza Affari ne sono quotati sei e quindi sono accessibili. Parte sono in dollari, parte in euro. Quelli in dollari non sono una alternativa ai Treasury Usa: il maggior rendimento non è tale da sceglierne un rating decisamente inferiore. Non comprateli. Per quelli in euro, il rendimento è simile a quello italiano (il rating dei due Stati è simile), ma hanno scadenze troppo lunghe rispetto a quelle che consigliamo oggi e poi c’è un altro problema: l’importo minimo è molto alto. Meglio evitare. Li trovate su www.altroconsumo.it/investi/investire/obbligazioni insieme a tutti gli altri bond della nostra selezione. Se non lo avete fatto è una buona occasione per farvi un giro su questa sezione del nostro sito.
Alessandro Sessa
Direttore responsabile Altroconsumo Finanza