In una sola seduta, Tokyo ha perso il 12%, un crollo che ricorda il famoso lunedì nero di ottobre 1987 di cui si parla nei libri. Ma che cosa è successo? In un contesto di morale basso degli investitori (per via di dati deludenti del mercato del lavoro Usa, incertezze sui tempi dei tagli dei tassi americani e le dichiarazioni di Warren Buffet, noto guru della finanza, che avrebbe liquidato metà delle sue azioni Apple), è intervenuta la Banca del Giappone, che ha alzato i tassi per la seconda volta in 17 anni e ha aperto alla possibilità di altri rialzi. E questo ha sorpreso i tanti investitori che prendono soldi in prestito (a basso costo) in yen e li investono in titoli Usa (dai buoni rendimenti), lucrando sulla differenza di tassi tra le due rive del Pacifico. La scelta della Banca centrale giapponese di alzare il costo del denaro, unita alla prospettiva del calo dei rendimenti Usa, ha reso d’un tratto questo mestiere meno interessante, abbassando i margini di guadagno. Inoltre, promettendo di sostenere le quotazioni dello yen, ha minacciato di rendere più costoso il rimborso dei soldi ricevuti in prestito in valuta del Sol Levante. Come se fossero stati tolti soldi (e quindi liquidità) dai mercati, proprio nel momento in cui il rialzo dello yen spingeva gli investitori a portare a casa i guadagni ottenuti in Giappone. Morale: Tokyo è finita ko. E se le cose poi si sono risolte è solo perché la Banca del Giappone si è affrettata a scusarsi assicurando che altri aumenti dei tassi non sono all’ordine del giorno. Fugace, ma potente, questa tempesta ci ricorda che i mercati sono nervosi. Avevano iniziato il 2024 prevedendo un netto calo dei tassi, con 6-7 tagli negli Usa, ma stanno ancora aspettando. L’euforia che ha tenuto banco su alcuni temi, per esempio l’intelligenza artificiale, non deve far dimenticare che gli investitori sono in cerca di nuove idee e distinguono tra i mercati, a seconda della qualità delle aziende, della governance e delle prospettive. Differenziare bene il portafoglio è strategia quanto mai necessaria.
Alessandro Sessa
Direttore responsabile Investi