In Italia la spesa per le pensioni in rapporto al Pil è al 16,3%, il livello più elevato dell’Ue (12,9% in media). Ciò accade per due motivi: il primo è che, sebbene l’età prevista per legge per andare in pensione sia 67 anni, in media ci si va a 64,2. Il secondo motivo è che, rispetto alla media europea, le pensioni italiane sono alte (il 59% dell’ultimo stipendio contro il 45%). A rendere la situazione esplosiva intervengono poi aspetti demografici: il calo della natalità determina un peggioramento sempre crescente del rapporto tra soggetti con più di 64 anni e lavoratori con un’età tra i 20 e i 64 anni. In altre parole: più pensionati e meno persone che pagano i contributi. Il problema dell’invecchiamento della popolazione non riguarda solo l’Italia, ma tutti i Paesi, al punto che esiste un’espressione specifica, silver economy, che identifica tutte le attività economiche che dovrebbero crescere di dimensioni con l’invecchiare della popolazione, principalmente quelle relative al settore salute (cure mediche, ricoveri…) e a quello finanziario (pensioni, assicurazioni…). Tuttavia, grazie al progressivo miglioramento delle condizioni di salute degli over 65 e alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia, quest’idea appare sempre più riduttiva: i futuri pensionati avranno abitudini di consumo sempre più simili a quelle dei più giovani e l’idea di silver economy si fa così più sfumata. D’altro canto, dal punto di vista degli investimenti, oggi l’età, a patto di tenere conto del vostro orizzonte temporale, non rappresenta neppure un limite per quanto riguarda le opzioni che avete a disposizione. Se proprio volete investire con un occhio sulla vostra età avanzata, meglio farlo con un fondo pensione (nel quale mescolerete azioni e bond) abbinato a prodotti assicurativi (per esempio una polizza Long term care). Insomma: se la tendenza è di spostare la pensione un po’ più in là, anche il momento di sentirsi vecchi può attendere.
Alessandro Sessa
Direttore responsabile Investi