Trump è stato eletto anche per le mura che si propone di erigere, fra le quali c'è qualcosa che ci riguarda un po’ tutti: è il muro dei dazi doganali con cui intende “proteggere” l’industria americana dalla concorrenza mondiale. È di questi giorni la notizia dell’intenzione del neoeletto presidente di mettere dazi pesanti non solo alle merci cinesi, ma anche (e soprattutto) alle merci dei due Paesi vicini, Messico e Canada, che sono due formidabili partner commerciali degli Stati Uniti, con economie spesso integrate con quella di Washington. Cosa succederà in pratica lo staremo a vedere, potrebbe essere solo un modo per rinegoziare gli accordi commerciali già in essere con i due partner, ma è un indice di come il commercio mondiale nei prossimi anni appaia destinato a frenare o, comunque, a trovare più vincoli alla crescita di quanti ne abbia trovati finora. Ciò potrebbe significare un freno alla specializzazione dei singoli Paesi, quindi, potenzialmente, minore crescita della produttività e maggiori costi. Molte nazioni saranno poi tentate di svalutare le loro valute rispetto al dollaro per recuperare competitività. Insomma, c’è il rischio maretta sui mercati. Come vi diciamo da tempo, i nostri portafogli sono tutti quanti diversificati e bilanciati con una dose di bond che dovrebbe consentirvi di attutire eventuali colpi, ma stiamo studiando di metterci mano, magari aumentando la quota di obbligazioni. A partire dalla prossima settimana potreste trovare novità in materia, per cui continuate a seguirci. Per il resto, vi ricordiamo ti tenere sempre con voi, oltre a quanto investito, un po’ di liquidità (a pagina 18 trovate i migliori conti deposito) in modo da avere mano libera per cogliere occasioni qualora arrivassero delle correzioni di Borsa. Di questi tempi i dazi possono saltare fuori senza riguardo né pietà, ma a differenza del poeta che era distratto quando gli hanno costruito le mura intorno, noi abbiamo la possibilità di vigilare e agire per tempo.
Alessandro Sessa
Direttore responsabile Investi