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Il mondo ridisegnato

A un mondo ridisegnato si può e si deve rispondere con un portafoglio altrettanto nuovo.

A un mondo ridisegnato si può e si deve rispondere con un portafoglio altrettanto nuovo.

Data di pubblicazione 09 dicembre 2024
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A un mondo ridisegnato si può e si deve rispondere con un portafoglio altrettanto nuovo.

A un mondo ridisegnato si può e si deve rispondere con un portafoglio altrettanto nuovo.

A un mese dalle elezioni Usa, e poco più da quelle giapponesi, mossa dopo mossa e dichiarazione dopo dichiarazione si sta finalmente diradando il fumo delle promesse elettorali e iniziano ad apparire all’orizzonte, solide e quasi tangibili, le prime scelte. 

Per quanto riguarda Washington, nei numeri precedenti ho affrontato il tema dei dazi di Trump e del conseguente rischio per i commerci mondiali. Oggi vorrei però ritornare a ricordarvi gli effetti che questa prospettiva potrà generare sul fronte interno Usa, in combinazione con la promessa di Trump di una stretta sugli immigrati: un’inflazione Usa potenzialmente più elevata. Da un lato i dazi, con relativo aumento del costo delle merci, dall’altro il freno ai migranti, che si tradurrà in meno forza lavoro, quindi pressioni sui salari e conseguente rincaro dei prodotti locali. Ma la crescita dei prezzi avrà anche conseguenze sui tassi, e questo renderà il dollaro più appetibile per gli investitori, fenomeno che indebolirà le altre valute. Tra quelle candidate a una stagione di debolezza, e qui veniamo alle elezioni giapponesi, c’è lo yen. Dalle urne nipponiche è uscito un Governo debole, che dovrà mediare con l’opposizione, con risultati che si vedono già, sotto forma di promesse di aumentare la spesa pubblica che rischiano di far lievitare ancora di più l’immenso debito pubblico del Sol Levante. Visto che in questi casi l’unico modo per frenare il debito è l’inflazione (ne erode il valore), la Banca centrale giapponese potrebbe vedersi costretta a un cambio di strategia: tenere i tassi più bassi del previsto per far correre i prezzi. Ma questo renderà lo yen sempre meno attraente per gli investitori. Morale di tutto questo: il mondo ridisegnato dalle recenti elezioni, una volta osservate le prime mosse del nuovo governo di Tokio e una volta ascoltate le dichiarazioni di Trump, ci spinge a dare più spazio nei nostri portafogli ai bond in dollari Usa. Questa volta non vi consigliamo titoli di Stato o ad alto rendimento, ma bond societari che oggi rendono bene con un rischio adeguato. Per far loro spazio, è venuto il momento di diminuire il peso degli asset giapponesi, dimezzando le azioni e azzerando le obbligazioni. A un mondo ridisegnato si può e si deve rispondere con un portafoglio altrettanto nuovo.

 

Alessandro Sessa

Direttore responsabile Investi