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La guerra di nervi e l'economia

I dazi di Trump, anche se non vanno a colpire direttamente chi vola, fanno temere un rincaro dei prezzi negli Usa e, quindi, un calo del potere d’acquisto degli americani.

I dazi di Trump, anche se non vanno a colpire direttamente chi vola, fanno temere un rincaro dei prezzi negli Usa e, quindi, un calo del potere d’acquisto degli americani.

Data di pubblicazione 17 marzo 2025
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I dazi di Trump, anche se non vanno a colpire direttamente chi vola, fanno temere un rincaro dei prezzi negli Usa e, quindi, un calo del potere d’acquisto degli americani.

I dazi di Trump, anche se non vanno a colpire direttamente chi vola, fanno temere un rincaro dei prezzi negli Usa e, quindi, un calo del potere d’acquisto degli americani.

Che impatto ha la situazione internazionale che stiamo vivendo sui vari settori dell’economia? In alcuni casi piuttosto negativo. 

Prendiamo il turismo. Ci sono voluti ben quattro anni, ma alla fine il settore ce l’ha fatta a tornare ai livelli pre-pandemia e nello scorso anno circa 1,4 miliardi di persone sono andate in vacanza. Nuova linfa per alcune aziende del settore, dunque? Non proprio. Prendiamo il caso dell’industria aerea. Come potrete vedere più nel dettaglio da un approfondimento che pubblichiamo in questo numero, gli ultimi mesi sono stati segnati da crescenti difficoltà per alcuni dei principali attori del settore, che cercano di far quadrare i conti (dovuti per esempio ai crescenti costi del carburante verde) con tagli al personale e rincari dei biglietti. Ma questo non è tutto: i dazi di Trump, anche se non vanno a colpire direttamente chi vola, fanno temere un rincaro dei prezzi negli Usa e, quindi, un calo del potere d’acquisto degli americani. Quindi anche un taglio delle spese meno necessarie da parte delle famiglie, come, appunto, quelle per le vacanze. Sembra per certi versi strano dover sottolineare quale profondo legame ci sia tra una politica estera muscolare fatta di dazi e repentini ripensamenti e le prospettive del settore aereo, ma questo è solo un esempio tra i tanti che si potrebbero prendere in considerazione quando si parla delle conseguenze della guerra di nervi in corso in queste settimane. Fra i settori presumibilmente meno impattati da una crisi c’è quello dei beni di consumo di prima necessità (cibo, prodotti per le pulizie…), ai quali si rinuncia proprio in casi di estrema gravità. Così come quello della difesa, di cui vi parliamo nelle prossime pagine. Al di là di singoli settori più o meno impattati dalla situazione che stiamo vivendo, non è un caso che la settimana scorsa la Borsa Usa sia andata in picchiata. Chi ci segue sul sito, avrà visto che le strategie che avevamo indicato (diversificare su più titoli e mercati, in ottica di lungo periodo…) ci permettono di non farci prendere dal panico. Pur in una fase che, nel breve periodo può portare ad alti e bassi, per i quali è più che mai opportuno tenere i nervi saldi.

 

Alessandro Sessa

Direttore responsabile Investi