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La lunga strada per investire in Europa

La commissione europea ha presentato la strategia dell’Unione per il risparmio e gli investimenti.

La commissione europea ha presentato la strategia dell’Unione per il risparmio e gli investimenti.

Data di pubblicazione 21 marzo 2025
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La commissione europea ha presentato la strategia dell’Unione per il risparmio e gli investimenti.

La commissione europea ha presentato la strategia dell’Unione per il risparmio e gli investimenti.

La commissione europea ha appena presentato la strategia dell’Unione per il risparmio e gli investimenti (Savings and Investments Union, SIU) che, se tutto va bene, potrebbe rivoluzionare i nostri investimenti nel giro di qualche anno. 

Ma andiamo per gradi. In un momento difficile per l’Europa, in cui gli Stati si riarmano e la coperta della spesa pubblica inizia a essere stretta, ci si è resi conto che lasciare il risparmio privato a impoverirsi sui conti correnti è un problema che alla lunga finirà per creare danni sia ai risparmiatori (che parcheggiano i loro soldi con rendimenti risicati), sia per le aziende che fanno fatica a finanziarsi. Certo, nel Vecchio continente questo compito di finanziare le aziende è a carico soprattutto delle banche, ma ci si è resi conto che accanto al canale bancario è utile sviluppare anche un mercato dei capitali più ampio. L’ostacolo, però, sono le solite barriere nazionali. In Europa, in teoria, esiste già da tempo un mercato unico, per effetto del quale, per esempio, è possibile acquistare titoli oltre confine e avere accesso a broker europei la cui sede non è l’Italia. Ma è ancora poco. Per questo l’Ue pensa a un programma a tappe: già nella seconda metà del 2025 si dovrebbe partire con una spinta verso una maggiore alfabetizzazione finanziaria (basilare per il progetto) e con il lancio dei “conti europei di risparmio e investimento”, di cui peraltro non si sa ancora molto. Saranno come i nostri Pir (prodotti d’investimento, fiscalmente vantaggiosi, nati per finanziare le piccole e medie imprese)? Non si sa, per il momento la commissione per ora si è limitata a dire che saranno ispirati alle migliori pratiche presenti in giro per l’Europa. Nelle tappe successive, si pensa di spingere maggiormente i risparmiatori verso i fondi pensione, facilitare le operazioni transfrontaliere, promuovere fondi di venture capital europei (sono fondi che investono in nuove società) e via dicendo. Sulla carta tutto è molto bello (come avrebbe detto il compianto Bruno Pizzul), ma saranno poi i dettagli a fare la differenza. Per questo terremo d’occhio ogni novità e ve ne daremo conto, con il consueto occhio critico in modo tale da evitare che nel lungo percorso verso un’Europa unica degli investitori ci siano trappole impreviste.

 

Alessandro Sessa

Direttore responsabile Investi