scorse settimane, anche se i riflettori sono rimasti puntati su quello che accade alla Casa Bianca, abbiamo assistito a una serie di fatti rilevanti anche in quelle che sono talora considerate (ingiustamente) periferie. Pensiamo ai fatti di Istanbul, dove il sindaco della città e leader dell’opposizione al presidente Erdogan, che domina la scena politica turca da alcuni lustri, è stato arrestato, fatto che ha generato una spaccatura nel Paese. Le conseguenze sulla Borsa sono state pesanti (seppur in parte riassorbite questa settimana), perché anche per i mercati (e quindi per l’economia) il tema dell’alternanza democratica ha un valore. Guardando a una parte del mondo più lontana, anche la Borsa di Jakarta ha sofferto: i mercati si stanno interrogando sulle politiche fiscali del Paese e sono preoccupati delle prospettive di crescita economica, che hanno determinato una certa sofferenza per la rupia indonesiana. Ci sono poi parti del pianeta nelle quali, al contrario, il clima sui mercati appare migliore. Dopo settimane di calo rispetto ai picchi dello scorso autunno, la Borsa indiana, per esempio, ha fatto registrare un rimbalzo, mentre la Piazza di Varsavia è oramai da alcuni mesi sintonizzata sul bel tempo. Sono proprio le differenze fra le varie aree a rendere importante il concetto di diversificazione, che consente di attenuare l’impatto di eventuali cali con i recuperi di altre piazze: il crollo della Borsa del Bosforo sarà stato assorbito con minori impatti da chi vi aveva investito solo una parte del suo patrimonio, bilanciato da altri investimenti andati meglio. L’effetto è simile a quello che si ha osservando un mosaico, dove le tessere nere non bastano a oscurare la lucentezza delle altre e l’impressione generale che se ne ricava. La complessità è un valore e rende bello il panorama complessivo. Anche in finanza.
Alessandro Sessa
Direttore responsabile Investi