Fai bene a considerare l’età tra i fattori in base ai quali decidere i tuoi futuri investimenti, ma non vuol dire che tu debba per forza rinunciare alle azioni. Sul fronte opposto, investire in bond non vuol dire, necessariamente, avere in mano un rendimento sempre liquidabile senza problemi. Come scegliere?
Un cuscinetto di sicurezza
La prima regola che devi seguire è che, indipendentemente dal tipo di investimento, devi avere un “cuscinetto di sicurezza”. Non investire tutto il tuo capitale, ma tieni una riserva di liquidità che ti può servire per le spese impreviste, senza costringerti a vendere i tuoi investimenti magari in un momento sbagliato. È una regola che vale a tutte le età, ma diventa ancora più importante quando la probabilità di dover affrontare, per esempio, delle spese mediche si fa più elevata. Il primo consiglio che ti diamo, quindi, è questo: se già non hai questo “cuscinetto”, utilizza il ricavato della vendita degli Etf per costituirlo, badando a scegliere i prodotti giusti. Se invece sei stato previdente e il cuscinetto già ce l’hai… andiamo avanti.
E le obbligazioni a breve termine, per esempio quelle che scadono tra uno o due anni? Sulla carta sono anche loro un “parcheggio” per la tua liquidità, ma in questo momento hanno spesso rendimenti negativi: significa che, se le compri, alla scadenza avrai meno di quanto hai investito oggi.
Bond: i rendimenti son quel che sono…
Se ci hai chiesto un consiglio sui bond, molto probabilmente è perché sei alla ricerca di un investimento che, con ragionevole probabilità, ti permetta di recuperare il tuo capitale in tempi relativamente brevi. Non è una strada così semplice da percorrere. I bond con scadenze più brevi hanno, in molti casi, addirittura rendimenti negativi, ma anche andando su scadenze un po’ più lunghe (tra 7 e 10 anni) i rendimenti non sono certo da favola. I bond dell’Eurozona, presi nel loro complesso, hanno rendimenti negativi perfino su queste scadenze, mentre i bond Usa o quelli italiani non vanno oltre uno 0,7% annuo lordo: meno della metà del 2% lordo che ti danno, mediamente, le azioni mondiali, solo considerando il dividendo. E se, per cercare rendimenti un po’ più alti, punti su bond più lunghi, a 20 o 30 anni, viene a cadere il presupposto di recuperare il capitale a scadenza: per riavere i tuoi soldi per necessità dovrai vendere i titoli sul mercato, con il rischio di perdite tanto più elevato quanto più lunga è la scadenza residua del bond.
Troppa poca pazienza

Investendo 100 euro per 5 anni, il risultato ottenuto puntando sulle Borse mondiali (linea in grassetto) molto spesso non supera il risultato ottenuto da chi sceglie i bond Usa (linea intermedia) o i bond in euro (linea sottile). Le date che trovi sull’asse orizzontale sono quelle di inizio dell’investimento, che abbiamo ipotizzato pari a 100 euro. Il punto del grafico corrispondente a ogni data è il capitale che avresti recuperato dopo 5 anni investendo rispettivamente in azioni mondiali, bond in dollari Usa o bond in euro.
Ma le azioni non sono per chi investe per tempi lunghi?
“Ma come?” - potresti dire – “avete sempre detto che l’investimento in azioni richiede tempo e pazienza!”. Vero, e te lo ribadiamo anche adesso. Il 2% di cui ti abbiamo parlato poco fa è il rendimento da dividendo, ma poi bisogna mettere in conto gli alti e bassi dei prezzi di Borsa. Contando sia il dividendo sia la variazione dei prezzi, il rendimento “tutto incluso” delle azioni è, mediamente, superiore a quello dei bond solo se investi per periodi più lunghi: lo puoi vedere nei due grafici, dove abbiamo confrontato il rendimento di chi, nel corso del tempo, ha investito 100 euro nelle Borse mondiali, in bond Usa o in bond dell’Eurozona. Investendo per 5 anni (grafico Troppa poca pazienza) in molti casi chi ha scommesso sulle azioni ha ottenuto meno rispetto a chi ha scelto le obbligazioni. Ma investendo per 10 anni (grafico Non sempre, ma quasi), i casi in cui le obbligazioni hanno battuto le azioni diventano molto più rari. In media, dal 1999 a oggi, chi ha investito 100 euro per 5 anni ha recuperato 140 euro al lordo delle tasse, non molto lontano dai 127 di chi ha scelto i bond Usa e i 134 di chi ha scelto i bond in euro. Ma investendo a 10 anni, chi ha scelto le azioni ha recuperato in media 193 euro, contro i 167 dei bond Usa e i 179 dei bond in euro. E in alcuni periodi, il divario è ben più marcato.
Investendo a 10 anni, la differenza tra azioni e bond può diventare molto consistente: chi, per esempio, a settembre 2010 ha investito i suoi 100 euro nelle Borse mondiali, oggi se ne ritrova circa 260, contro i circa 160 di chi ha scelto i bond in dollari Usa o quelli dell’Eurozona.
Non sempre, ma quasi

Investendo invece a 10 anni i momenti in cui l’investimento in azioni mondiali (grassetto) ha reso meno dell’investimento in bond Usa (linea intermedia) o bond in euro (linea sottile) diventano decisamente più rari. Le date che trovi sull’asse orizzontale sono quelle di inizio dell’investimento, che abbiamo ipotizzato pari a 100 euro. Il punto del grafico corrispondente a ogni data è il capitale che avresti recuperato dopo 10 anni investendo rispettivamente in azioni mondiali, bond in dollari Usa o bond in euro. I rendimenti sono rendimenti medi, derivanti dagli indici che “riassumono” l’andamento dell’intero mercato preso in considerazione. Il rendimento effettivo che puoi ottenere nella realtà dipende, poi, anche da altri fattori, e in particolare dallo specifico prodotto (azione, bond, fondo comune, Etf…) su cui investi. Come scegliere? Aiutati con il nostro sito, dove trovi per ogni tipologia di prodotto le migliori scelte su cui puntare.
Ottica personale o ottica familiare?
Tirando le fila, hai due possibilità. La prima è di investire “in ottica personale”, cioè puntando a recuperare il capitale in tempi brevi: in questo caso, dovrai accontentarti dei rendimenti più risicati, seppur con meno rischi, dei bond. Ma se investi “in ottica familiare” - pur augurandoti, naturalmente, di godere di ottima salute ancora per molti anni - puoi pensare di porre le fondamenta di un investimento destinato poi ai tuoi eredi, godendoti, nel frattempo, i dividendi.
E le imposte di successione?
Vero, le imposte di successione possono erodere una parte dei risultati di un investimento “in ottica familiare”, ma meno di quel che può apparire a prima vista, e, comunque, non al punto tale da rendere questa opzione meno interessante. Primo, le imposte di successione non fanno differenza tra azioni e bond (a meno che tu non scelga titoli di Stato, che sono esenti). Ma soprattutto, se i tuoi eredi sono parenti stretti, una fetta consistente del tuo patrimonio è comunque esente. Senza volerti fare i conti in tasca, se per esempio i tuoi eredi sono tua moglie o i figli, il tuo patrimonio è esente da imposte fino a 1 milione di euro per beneficiario. E sopra questa soglia, paghi il 4%. Supponiamo, per esempio, che tuo figlio erediti 2 milioni di euro: sul primo milione non paga nulla, sul secondo paga il 4%, cioè 40.000 euro: è il 2% del tuo patrimonio complessivo. Spalmato sui 10 anni di investimento del nostro esempio precedente, incide per lo 0,2% annuo: molto meno della differenza tra il dividendo medio delle azioni e il rendimento dei bond, e solo una parte minoritaria dell’extra-rendimento che possono offrirti le azioni, tra dividendi e plusvalenze sul prezzo. In casi meno favorevoli, se gli eredi sono parenti un po’ più lontani, le imposte sono un po’ più alte, ma non al punto tale da ribaltare la situazione. Se, per esempio, fossero dei nipoti (di zio), le imposte sono del 6% su tutto il capitale: è un costo dello 0,6% annuo su un investimento di 10 anni, che intanto ti ha reso molto di più.
Imposte di successione, quanto si paga
Se gli eredi sono il coniuge, gli ascendenti o i discendenti diretti, le imposte di successione sono pari al 4%, ma solo per la parte di patrimonio che eccede il milione di euro per beneficiario. Se gli eredi sono fratelli o sorelle, le imposte sono del 6% per la parte di patrimonio che eccede i 100.000 euro per beneficiario. Se gli eredi sono altri parenti fino al quarto grado o affini fino al terzo grado, l’aliquota del 6% si applica a tutto il patrimonio. Infine, se gli eredi sono altri soggetti, le imposte sono pari all’8% dell’intero patrimonio.