Le ultime dal mondo del nucleare

Negli ultimi mesi il panorama dell’energia nucleare civile ha conosciuto una sorprendente accelerazione, con notizie provenienti da ogni angolo del pianeta che segnalano un rinnovato interesse per questa tecnologia.
Negli ultimi mesi il panorama dell’energia nucleare civile ha conosciuto una sorprendente accelerazione, con notizie provenienti da ogni angolo del pianeta che segnalano un rinnovato interesse per questa tecnologia.
Negli ultimi mesi il panorama dell’energia nucleare civile ha conosciuto una sorprendente accelerazione, con notizie provenienti da ogni angolo del pianeta che segnalano un rinnovato interesse per questa tecnologia. Dopo anni di scetticismo e ridimensionamenti, governi e imprese sembrano puntare nuovamente sugli atomi come leva strategica per affrontare la transizione energetica e rispondere all’aumento della domanda di elettricità, trainata anche dall’intelligenza artificiale e dai data center.
In Europa i riflettori sono puntati sulla Svezia, dove la compagnia pubblica Vattenfall ha avviato la selezione dei partner per la costruzione di nuovi piccoli reattori modulari. In gara ci sono il colosso britannico Rolls-Royce e la statunitense GE Vernova, con progetti capaci di fornire fino a 1.500 megawatt complessivi. Sarebbero i primi nuovi impianti svedesi dopo più di quarant’anni e rappresenterebbero un tassello importante nell’obiettivo nazionale di arrivare a 2.500 megawatt di capacità nucleare aggiuntiva entro il 2035. Sempre in Europa, il Regno Unito ha ricevuto un segnale forte con la decisione di EDF di investire 1,1 miliardi di sterline nel progetto di Sizewell C, un impianto destinato a garantire migliaia di posti di lavoro e ad affiancare le altre centrali britanniche nel cammino verso la neutralità climatica.
Sul fronte internazionale il fermento è altrettanto evidente. Negli Stati Uniti una startup texana, Aalo Atomics, ha raccolto 100 milioni di dollari per sviluppare moduli nucleari compatti, concepiti per alimentare i data center. I primi test operativi sono previsti in Idaho entro il 2026.
Il movimento non si limita all’Occidente. In India il governo ha lanciato una missione nazionale per i piccoli reattori modulari, con fondi pari a 20.000 crore (10 milioni) di rupie e l’obiettivo di costruire almeno cinque unità entro il 2033. Per la prima volta si apre concretamente la porta agli investimenti privati e a una partecipazione estera fino al 26%, mentre grandi gruppi come NTPC, L&T, Adani e Tata Power osservano con interesse. Parallelamente, startup come Core Energy Systems hanno già attratto capitali per oltre 20 milioni di dollari, segno di un ecosistema che si prepara a crescere rapidamente.
Anche Taiwan guarda di nuovo al nucleare. Dopo anni di chiusure, l’isola sta valutando tramite referendum la possibilità di riattivare un reattore a Maanshan. Il sostegno popolare, oggi superiore al 60%, è spinto da due fattori: la crescente domanda elettrica, in gran parte legata alla produzione di semiconduttori e alle nuove infrastrutture digitali, e la necessità di ridurre la dipendenza energetica in un contesto geopolitico sempre più instabile.
A livello europeo, la Commissione ha stimato che da qui al 2050 serviranno circa 241 miliardi di euro di investimenti per mantenere e rinnovare il parco reattori, includendo tecnologie emergenti come SMR, AMR, microreattori e persino progetti di fusione. È un segnale che il nucleare torna a essere considerato non solo come una fonte energetica stabile e priva di emissioni dirette di CO₂, ma anche come un ambito di innovazione tecnologica e finanziaria.
Il quadro che emerge da queste iniziative è quello di un settore in piena rinascita, dove l’innovazione, la spinta degli investitori e le scelte politiche convergono verso un obiettivo comune: garantire energia in quantità sufficienti per sostenere le trasformazioni economiche in corso.
In questo contesto confermiamo il consiglio "acquista" su VanEck Uranium and Nuclear Technologies (39,705 euro al 21/8; Isin IE000M7V94E1) che va comprato in un’ottica di lungo periodo, coerentemente con la tempistica lunga di ogni progetto nel campo dell’energia nucleare.
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