Oro: dopo i record la pausa
L'oro sembra aver rallentato la sua corsa.
L'oro sembra aver rallentato la sua corsa.
Dopo il record di ottobre oltre 4.350 dollari l’oncia, l’oro sta assestando i guadagni ma resta sui massimi storici. Reuters ricorda il picco sopra 4.380 dollari/oncia del 20 ottobre prima della correzione di fine mese. metà novembre il prezzo spot gravita intorno ai 4.000–4.100 $/oncia: oggi Reuters indica circa 4.010 dollari/oncia, dopo uno strappo sopra 4.200 dollari/oncia la scorsa settimana e nuovi massimi intraday oltre 4.200 dollari/oncia riportati da vari media americani, con un rialzo da inizio 2025 vicino al 55%.
Ciò che ha fatto mutare il vento è il cambio di aspettative sui tassi USA: la fine del lungo shutdown e toni più prudenti dalla Fed hanno ridotto la probabilità di un taglio già a dicembre, rafforzando il dollaro e favorendo prese di profitto dopo il rally di inizio mese. Analisi di diverse case internazionali ricordano però che il quadro di fondo resta favorevole: molti commentatori sottolineano tassi reali compressi, ritorno di afflussi negli ETF e crescente ruolo dell’oro nei portafogli, mentre Goldman Sachs stima che le banche centrali abbiano continuato ad acquistare decine di tonnellate di metallo in autunno e proietta, in uno scenario di domanda sostenuta, alcune case, fra cui HSBC, hanno evocato scenari fino a 5.000 dollari/oncia nel 2026. Gli ultimi dati del World Gold Council mostrano un terzo trimestre da record per la domanda complessiva e per gli afflussi negli ETF, in particolare nordamericani, con la componente d’investimento che compensa la debolezza di gioielleria e industria.
In Asia, dopo i picchi di Dhanteras e Diwali, l’oro in rupie oscilla su livelli estremi: l’Economic Times descrive un mercato che nel giro di poche sedute passa da nuovi massimi sopra 1,26 lakh (unità di misura che indica le 100.000 rupie) per 10 grammi a violente correzioni intraday di quasi 5.000 rupie, per poi rimbalzare, con sconti aggressivi dei gioiellieri e vendite record per catene come Senco nel mese festivo. Alcune testate giornalistiche stimano rincari vicini al 50% da inizio anno e parlano di pressioni verso una vera politica nazionale sull’oro da parte di grandi operatori finanziari indiani.
In Cina le autorità stanno affinando la regolamentazione del mercato retail dell’oro, irrigidendo i prezzi al consumo ma senza frenare il segmento all’ingrosso: i fixing di metà novembre sulla Shanghai Gold Exchange restano poco sotto 960 RMB/grammo, in linea con le quotazioni internazionali.
Bloomberg segnala inoltre un ulteriore incremento delle riserve aurifere ufficiali cinesi e osserva come il boom dell’oro stia attenuando, almeno per ora, le pressioni deflazionistiche sull’economia del Paese. Nel complesso, il metallo giallo sembra in fase di consolidamento sopra la soglia psicologica dei 4.000 dollari/oncia più che di inversione vera e propria, con un range di breve centrato fra 4.000 e 4.200 dollari sostenuto dagli acquisti di banche centrali e grandi investitori.
Alla fine vi confermiamo che l’oro resta prezioso e utile per diversificare i risparmi, ma che occorre oggi essere prudenti sulle sue prospettive. Non è affatto escluso che continui a correre, alcuni lo prevedono, tuttavia non è più così scontato. Voi di oro dovreste averne già in portafoglio per cui il consiglio su Invesco physical gold (337,94 euro al 19/11; Isin IE00B579F325) resta mantieni.