Quando ti avevamo presentato l’operazione di scissione del capitale di MFE in azioni A e azioni B (1,13 euro il prezzo di ques'ultime in apertura di Borsa Italiana il 16/03), tra le motivazioni sottostanti a questa decisione ti avevamo detto che avere due tipologie di azioni avrebbe reso più facile effettuare operazioni di natura straordinaria, come fusioni, acquisizioni… Ed è quello che è avvenuto. MFE ha infatti lanciato un’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) sulle azioni Mediaset España (4,88 euro in apertura il 16/03) non ancora in suo possesso – sono circa il 44% dell’intero capitale – con la finalità di delistarle dalla Borsa di Madrid.
L'offerta di MFE è una combinazione di contanti e azioni. Nel dettaglio:
4,5 azioni MFE A ogni azione Mediaset España
1,860 euro in contanti per ogni azione Mediaset España
La decisione di lanciare questa OPAS da parte di MFE è il passo successivo della strategia iniziata con la creazione di MFE e poi proseguita con la scissione del capitale azionario in azioni di classe A e classe B (come visto funzionale al finanziamento di operazioni di questo tipo). L’obiettivo di MFE è quello di creare un polo aggregatore di televisioni europee, in modo da creare un operatore nei media di dimensioni e risorse tali da poter competere con i colossi mondiali che generano sempre maggiori pressioni competitive nel settore. Non esistono infatti solo le piattaforme di streaming per film e serie tv (Netflix, Disney+…), ma ora anche altri operatori come Amazon Prime fanno concorrenza sulle trasmissioni di eventi sportivi, come la Champions League. Tenere il passo con operatori di questo calibro, che hanno a disposizione ingenti risorse per i propri investimenti, è molto difficile se si mantiene una dimensione puramente nazionale. L’OPAS su Mediaset España consente infatti a MFE di migliorare la sua struttura societaria, ma soprattutto, anche quella economica finanziaria. Le due società, anche se appartenenti allo stesso gruppo, operano come due entità separate, senza iniziative comuni. Una loro unione può invece consentire progetti comuni e di sfruttare i contenuti già presenti tra i due Paesi. Questi aspetti possono comportare risparmi in termini di costi e/o effetti positivi sui ricavi e una generazione di risorse migliore che potrà essere usata per finanziare investimenti, operazioni di natura straordinari (acquisizioni, fusioni) o una migliore politica di dividendi. Inoltre, una società con una migliore struttura patrimoniale e finanziaria può beneficiare di migliori condizioni di credito a cui attingere per finanziare le proprie attività. L’operazione, dal punto di vista industriale e finanziario, ha quindi un senso. Inoltre, MFE è salita anche nel capitale di Prosiebensat 1, canale tedesco di cui MFE era già azionista, superando il 25% dei diritti di voto. Un ulteriore conferma della strategia di internazionalizzazione di MFE e indizio che le operazioni potrebbero non essere ancora finite. A questi aspetti positivi fa da contraltare il fatto che per finanziare l’offerta fatta Mediaset España, il cui corrispettivo sarà in parte soldi e in parte azioni MFE A – vedi riquadro – MFE emetterà nuove azioni di tipo A, che serviranno per effettuare lo scambio con le azioni Mediaset España. Per un’azionista MFE, quindi, si tratta di una diluzione della sua posizione.
COSA FARE?
In un’ottica di lungo periodo, la strategia di MFE ha, come detto, senso e può creare valore, anche controbilanciando così l’effetto negativo di una diluizione del capitale, soprattutto se il progetto di internazionalizzazione andrà avanti e consentirà alla società di diventare un operatore europeo e non solo più limitato ad una dimensione nazionale (italiana e spagnola). Inoltre, MFE non nasconde l’interesse per nuove opportunità nel settore delle telecomunicazioni, a partire dalla rete unica nazionale in fibra, qualora dovessero venire meno gli attuali limiti imposti dalla legge. Per tutti questi motivi, in un’ottica di lungo periodo le azioni MFE sono da mantenere. Quanto alle stime sulla società, date le tempistiche, per questo 2022 non le modifichiamo, dato che gli effetti anche in termini di risparmi di costo non si materializzeranno. Ritocchiamo invece le stime per il 2023, data da cui inizieranno secondo noi a prodursi gli effetti dell’operazione, con un utile per azione a 0,15 euro e un aumento del dividendo da 0,065 a 0,08 euro per azione.