La settimana delle Borse: predomina il rosso

settimana delle borse 1572
settimana delle borse 1572
Se la settimana precedente il bilancio era in chiaroscuro, nella settimana appena conclusa il colore rosso ha dominato tutti i listini. A Wall Street, l’indice S&P 500 chiude a -4,2% per i dubbi sulla capacità dell’economia a stelle e strisce di continuare a crescere: i dati sul mercato del lavoro, pubblicati a fine settimana e inferiori alle attese, hanno sì aperto la strada al taglio dei tassi della Fed, ma hanno anche confermato questi timori di rallentamento. Il Nasdaq, zavorrato dal settore tecnologico di cui ti parliamo tra poco, fa ancora peggio con un -5,8%. Complice anche un dato sul Pil dell’eurozona inferiore al previsto, l’indice dei 50 titoli principali della zona chiude a -4,4%, mentre Tokyo archivia un -5,8%. A contribuire all’umore negativo, infine, c’è anche il settore energetico, su cui pesa il calo del petrolio (vedi più avanti).
Il settore dei semiconduttori, molto sensibile all’andamento dell’economia Usa, chiude con un pesante bilancio settimanale (-11,6%). La flessione è, però, legata anche a fattori più specifici, e in particolare al fatto che l’euforia attorno all’intelligenza artificiale generativa sembra un po’ scemare. Per la seconda settimana consecutiva, la “punta di diamante” in questo comparto è stata protagonista in negativo. Nvidia (102,83 Usd, Isin US67066G1040) chiude, infatti, con un altro -13,9% settimanale: a pesare sono da un lato i dubbi sui ricavi derivanti dai prossimi chip, la cui produzione ha mostrato alcuni problemi tecnici, dall’altro le questioni legali dopo che l’Antitrust americano ha avviato delle indagini per potenziali pratiche anticoncorrenziali e abuso di potere di mercato. Non è andata, comunque, meglio neanche ad altre società del settore, come Intel (18,89 Usd, Isin US4581401001, -14,3% questa settimana) o ASML (681 euro, Isin NL0010273215, -16,1% questa settimana). Che fare? Nonostante le incertezze siano innegabili, non è il caso, secondo noi, di allarmarsi, anche se c’è da mettere in conto forti oscillazioni dei prezzi delle azioni del settore nei prossimi mesi. Le prospettive di crescita a medio-lungo termine per il settore dei semiconduttori sono, comunque, solide e non si limitano all’intelligenza artificiale. Confermiamo i nostri consigli: mantieni Intel e Nvidia, puoi invece approfittare dello scivolone per acquistare ASML.
Il calo del petrolio (il brent è passato da 78,9 a 71,6 Usd, -9,2%) ha portato l’indice delle società energetiche a un -3,5%. Due i fattori critici: il possibile rallentamento dell’economia cinese, e il previsto aumento della produzione, da ottobre, da parte dell’Opec+. Meno domanda e più offerta hanno fatto crollare le quotazioni, tanto che l’Opec+ ha poi deciso, a fine settimana, di rimandare di due mesi l’aumento dell’offerta. Questo non è, però, bastato a ripianare il calo delle società del settore, tra cui Saipem (1,87 euro, Isin IT0005495657, -8%) di cui ti abbiamo parlato negli scorsi giorni: vendi. BASF (43,42 euro, Isin DE000BASF111) è uscita dal settore idrocarburi perfezionando la vendita della sua controllata Wintershall DEA alla britannica Harbour Energy, ma questo non le ha evitato un -5,3%. D’altronde, BASF ha pubblicato dati trimestrali deboli, influenzati da un contesto difficile nel settore agricolo. Il gruppo ha, comunque, limitato i danni grazie ai tagli costi e conferma gli obiettivi. Mantieni. Tornando al settore dell’energia, osservata speciale per le prossime settimane è Italgas (5,05 euro, Isin IT0005211237), al lavoro per un’offerta pubblica di acquisto su 2i Rete Gas. La notizia dell’operazione, che porterebbe alla nascita del più grande operatore europeo, non è nuova, ma la novità è che ci sono passi avanti su un possibile aumento di capitale (si vocifera da un miliardo) per finanziare l’acquisto, a cui Cassa Depositi e Prestiti avrebbe già dato disponibilità per la propria quota. Italgas, che chiude la settimana a -0,8%, resta da mantenere.
Le cattive notizie sulle vendite di auto in Europa, continuano a pesare su Volkswagen (96,55 euro, Isin DE0007664005). Secondo il management, il gruppo ha una sovraccapacità di 500.000 auto che, insieme alle vendite deludenti dall'inizio dell'anno, portano a ridurre le previsioni sugli utili 2024. Volkswagen non riuscirà, quindi, a evitare un piano di ristrutturazione che certo è finanziariamente essenziale ma socialmente doloroso, tanto da aver già scatenato forti polemiche, soprattutto per l’ipotesi di chiudere una fabbrica in Germania. Anche allo scopo di attenuare le tensioni sociali, il Governo corre ai ripari con incentivi (sgravi fiscali alle società che comprano auto elettriche aziendali). Nonostante la prospettiva di questi incentivi, il titolo è calato del 4,4%. Diamo fiducia al piano di rilancio e ribadiamo il consiglio: acquista.
@Matteo è normale che tu non veda ancora sul conto corrente l’accredito del dividendo di Corning (0,28 Usd lordi). La società lo ha staccato il 30 agosto, ma lo pagherà il 27 settembre. Per molte società estere, è normale che passi diverso tempo tra stacco e pagamento. Mantieni Corning (40,64 Usd, Isin US2193501051).
@Nicola Quando un’azione diventa oggetto di un’Opa (offerta pubblica di acquisto), non sei obbligato a cederla: è una tua facoltà, ma non un obbligo. Fai però attenzione a quali sono gli scopi dell’Opa: se è finalizzata a togliere il titolo dal listino e tu non aderisci, potresti ritrovarti con un titolo difficilmente vendibile.
@Vittorio Le sigle Ebitda e Ebit identificano l’utile “industriale”, cioè quanto profitto deriva dall’attività tipica delle società senza tener conto di componenti straordinarie, interessi, tasse… Nell’Ebitda, sono esclusi anche i costi pluriennali. Sono un importante termometro dello “stato di salute” dei conti della società.
Attendi, stiamo caricando il contenuto