La settimana delle Borse: terremoto dazi

settimana delle Borse 1597
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Sempre più caotico il balletto di notizie relative ai dazi, tra minacce di nuove imposizioni da parte degli Usa, contromosse da parte dei Paesi minacciati (dal Canada al Messico, dalla Cina all’Europa) e rinvii dell’entrata in vigore, che anziché rasserenare gli animi contribuiscono a rendere ancora più incerto il panorama attuale. Il risultato di tutto questo è che la luna di miele tra la nuova amministrazione Usa e i mercati finanziari sembra conclusa, con Wall Street che questa settimana arretra del 3,1% (se poi si considera anche il calo del dollaro, la settimana per il mercato Usa è ancora più pesante).
Non va molto meglio, comunque, neanche all’Europa, che chiude con un -1,4% nonostante il +2% della Borsa tedesca, sostenuta dal piano di investimenti infrastrutturali che è stato annunciato in questi giorni e che dovrebbe contribuire a sostenere la domanda.
L’alternarsi di conferme e smentite sui dazi pesa in modo particolare sul settore dell’auto, che questa settimana arretra dell’1,8%; le notizie contrastanti sull’imposizione dei dazi, d’altronde, non sono certo d’aiuto in un contesto in cui l’incertezza economica già tende ad allontanare i consumatori da spese importanti. Tra le società del settore, spicca in particolare il -5,8% di Stellantis (11,65 euro, Isin NL00150001Q9). I dazi del 25% sulle importazioni negli Usa da Messico e Canada, seppur sospesi per un mese, pesano sulle prospettive del gruppo, che produce in Messico e Canada quasi il 40% dei veicoli venduti negli Usa: i nuovi balzelli potrebbero ridurre del 15% il suo utile industriale. Questa guerra commerciale arriva, per di più, in un momento in cui il gruppo deve già affrontare grosse sfide (riduzione delle scorte, problemi di qualità per alcuni modelli, ricerca di nuovi vertici…). Non per nulla, il management, pur contando sul lancio di 10 nuovi modelli quest'anno, si limita a promettere per il 2025 una crescita positiva dei ricavi, accompagnata da un margine industriale a una cifra. Prospettive non rassicuranti, in un contesto di rallentamento dei mercati auto in Europa e Usa e di una delicata transizione verso l'elettrico. Abbassiamo le stime sull’utile per azione 2025 (a 2 euro) e 2026 (a 2,5 euro). Vista la scarsa visibilità sulle sue prospettive, cambiamo il consiglio: vendi.
Il barile di petrolio torna a calare, con il brent (la quotazione più diffusa sui mercati finanziari internazionali) che questa settimana è passato da 73,56 a 70,7 dollari al barile (-3,9%). All’origine del calo è la decisione di otto dei Paesi produttori riuniti nell’Opec+ di rivedere al rialzo la produzione, e quindi il livello dell’offerta. Tra i titoli che ne hanno fatto le spese questa settimana ci sono Shell (30,64 euro, Isin GB00BP6MXD84, -4,7%) e Repsol (11,78 euro, Isin ES0173516115, -4,3%), ma ai prezzi attuali entrambi meritano ancora di essere mantenuti in portafoglio.
La belga Atenor ha raccolto altri 45,3 milioni di euro (al prezzo di 2,62 euro per azione) da 5 dei suoi 6 azionisti di riferimento (insieme controllano il 69,4% del capitale). L'obiettivo è ridurre il debito per poter negoziare meglio il suo rifinanziamento (65 milioni di euro di obbligazioni scadranno entro l'8 maggio) e avere più margine di manovra per evitare di dover vendere progetti a prezzi stracciati, a scapito dei margini. Un obiettivo tutto sommato condivisibile, ma il fatto che i piccoli azionisti siano stati esclusi dall’operazione ha portato il titolo (2,97 euro, Isin BE0003837540) a calare del 5,7% questa settimana. Confermiamo il nostro consiglio, limitati a mantenere l’azione se già l’hai in portafoglio.
Nel panorama sostanzialmente negativo della settimana, spicca il +18,2% fatto segnare da Buzzi Unicem (51,5 euro, Isin IT0001347308). Alla base del balzo del titolo è il piano di investimenti infrastrutturali varato dal Governo tedesco e di cui ti abbiamo già accennato. In sostanza, il mercato sta scommettendo sul fatto che la società sia coinvolta negli appalti per concretizzare questi investimenti. In attesa di maggiori ragguagli non modifichiamo il nostro consiglio (vendi), ma monitoriamo la situazione e torneremo presto ad aggiornarti sul titolo.
@Giuseppe In questo momento le prospettive di PostNL (1 euro, Isin NL0009739416) non sono tali da rendere interessante l’aumento del numero di titoli in portafoglio, tant’è che il nostro consiglio è mantieni. Di conseguenza, opta per il dividendo in contanti e non in azioni.
@Guerino È normale che non tutti i titoli reagiscano allo stesso modo alla volatilità di Borsa di questi giorni, con azioni che amplificano gli alti e bassi e altre che li smorzano. È una caratteristica riassunta dal “beta” (https://www.altroconsumo.it/investi/lexicon/b/beta).
@Italo @Matteo Il consiglio sulle azioni EDP Renovaveis (8,23 euro, Isin ES0127797019) è “acquista”, ma tenete presente che in generale non consigliamo di concentrare troppo gli investimenti su un unico titolo, nel tentativo di mediare il prezzo: meglio diversificare su altro.
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