Richiamo Airbus: United Airlines resta solida?
United Airlines
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Il settore aereo arriva alla stagione natalizia in un momento delicato, segnato da richiami tecnici, ritardi operativi e un mercato che continua comunque a generare profitti. L’elemento che ha dominato l’attualità è il maxi-richiamo di Airbus, che ha coinvolto migliaia di aerei della famiglia A320, uno dei modelli più usati sulle rotte di corto e medio raggio.
Pochi giorni fa, Airbus ha ordinato controlli immediati su circa 6.000 airbus A320, dopo aver individuato una possibile anomalia nel software che gestisce alcune funzioni di controllo del volo. Per precauzione, molti aerei sono stati temporaneamente fermati, generando ritardi e cancellazioni nei giorni successivi.
L’intervento si è poi rivelato più semplice del previsto, un semplice aggiornamento software che ha permesso di riportare operativi quasi tutti gli aerei, e i disagi più gravi sono rimasti circoscritti ai primi giorni. Parallelamente, Airbus ha segnalato anche problemi di qualità su alcuni componenti della fusoliera, riducendo le stime di consegna dei nuovi velivoli.
Questi fatti hanno focalizzato l’attenzione su due temi chiave per il settore, la fragilità della catena di approvvigionamento, ancora sotto pressione dopo gli anni post-pandemia Covid, e la crescente complessità tecnologica, che, in caso di malfunzionamento, può avere ripercussioni importanti sul traffico aereo. Nonostante queste difficoltà, la struttura economica del settore appare sorprendentemente resistente.
La domanda di viaggio, soprattutto sulle rotte internazionali, rimane sostenuta e la progressiva normalizzazione dei costi del carburante contribuisce a stabilizzare i conti delle compagnie.
Per Airbus, il richiamo rappresenta indubbiamente un costo straordinario, ma non sembra aver alterato la traiettoria finanziaria del gruppo, che continua a registrare un portafoglio ordini molto robusto e una domanda elevata per i modelli A320 e A321.
Per le compagnie aeree la situazione è più articolata: quelle che dipendono in larga misura dalla famiglia A320 hanno subito i maggiori disagi, mentre gli operatori con una flotta più eterogenea – come United Airlines – hanno mostrato una capacità di adattamento migliore.
Dal punto di vista economico-finanziario, i risultati più recenti confermano la solidità di United Airlines (105,7 Usd; Isin US9100471096). La compagnia aerea ha chiuso il terzo trimestre 2025 con ricavi in linea con le attese e in crescita di circa il 2,6% rispetto e un utile netto, anche se, inferiore al risultato ottenuto nel terzo trimestre 2024, ha superato le attese.
I risultati sono stati influenzati positivamente dalle prenotazioni in classe premium e grazie al programma fedeltà. Le previsioni per la fine del 2025 sono positive, grazie all’attesa di ricavi record nel periodo natalizio, un risultato non scontato in un contesto così variabile.
Mentre alcuni concorrenti faticano a mantenere margini adeguati, United mostra invece una struttura capace di assorbire gli shock e di continuare a generare risultati convincenti.
Questo non significa che la compagnia sia priva di debolezze. Nel corso del 2025 ha già dovuto affrontare un grave blocco informatico che ha paralizzato per ore la sua operatività, causando centinaia di cancellazioni. Un episodio che mette in evidenza la crescente dipendenza dell’intero settore da infrastrutture digitali complesse e vulnerabili. Il rischio tecnologico, dunque, rimane un fattore da monitorare con attenzione.
Guardando al 2026, è possibile isolare alcune tendenze che potrebbero caratterizzare il settore. I controlli e gli interventi più profondi previsti per alcuni velivoli datati potrebbero ridurre temporaneamente la capacità su determinate rotte, con l’effetto di mantenere i prezzi dei biglietti relativamente elevati nei periodi di maggiore domanda.
Allo stesso tempo, la necessità di investire in aggiornamenti informatici, manutenzione e sostituzione graduale di componenti soggetti a richiamo potrebbe esercitare pressioni aggiuntive sui costi operativi delle compagnie, incidendo soprattutto su quelle con margini meno solidi. È probabile anche un ulteriore rafforzamento dei segmenti premium e dei programmi fedeltà, che ormai rappresentano un pilastro fondamentale della redditività per molte compagnie, United inclusa.
Dal nostro ultimo consiglio, vedi qui, il titolo ha guadagnato circa il 30% in euro e dividendi inclusi, mentre dal nostro primo consiglio di acquisto, a maggio 2021, il valore del titolo è quasi raddoppiato. Nonostante questo, i multipli del titolo sono migliori rispetto al settore di riferimento (in particolare, il rapporto P/E, cioè il rapporto tra prezzo del titolo e utile stimato nel 2026 è 8,23, contro 9,57 del settore). Il momentum è neutro e la qualità dei risultati è nella media. Per tutti questi motivi ti consigliamo di continuare a mantenere il titolo in portafoglio.