Mps supera il 38% in Mediobanca: la scalata non entusiasma i mercati

MPS conquista Mediobanca
MPS conquista Mediobanca
Nuova puntata della saga Monte Paschi vs Mediobanca. Solo due giorni fa ti avevamo parlato del rilancio dell'offerta da parte di Siena su Mediobanca, ma, come ipotizzavamo, le novità non hanno tardato a concretizzarsi: il Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha raggiunto il 38,5% di adesioni alla propria offerta su Mediobanca, superando così la soglia minima del 35% fissata per il successo dell’operazione.
Siena diventa così, di fatto, il nuovo socio di riferimento della più prestigiosa banca d’affari italiana.
L’operazione era stata avviata a gennaio: per ogni azione Mediobanca era previsto il concambio con 2,533 azioni Mps. Le condizioni, però, non risultavano attrattive, perché a Piazza Affari Mediobanca manteneva un valore più elevato. Con l’avvicinarsi della scadenza dell’8 settembre, Mps ha corretto l’offerta aggiungendo 0,90 euro in denaro per ogni titolo, un impegno complessivo stimato in circa 750 milioni. In parallelo, la soglia di successo è stata abbassata dal 67% al 35%.
La modifica ha convinto nuovi azionisti a entrare in partita. Oltre ai già noti Delfin e Caltagirone, hanno aderito anche la holding Benetton con circa il 2,2%, l’Enpam dei medici con il 2% e la famiglia Tortora con l’1,1%.
Il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca, riunitosi nelle scorse ore, ha ribadito il proprio dissenso. Secondo il board, l’offerta non riflette il reale valore della banca, non garantisce un’integrazione industriale credibile e comporta rischi di riduzione di valore anziché di crescita. La contrarietà è stata approvata a larga maggioranza, pur con qualche distinguo interno.
Gli azionisti, invece, mostrano un panorama più variegato: alcuni guardano all’operazione come a un’occasione per consolidare un polo bancario nazionale, altri restano cauti, convinti che manchi una motivazione industriale forte a giustificare la fusione.
Il superamento della soglia del 35% non consegna a Mps il controllo assoluto, ma ne sancisce comunque il ruolo di socio di riferimento. Dal 15 settembre, giorno previsto per il regolamento dell’Ops, Siena deterrà Mediobanca, che a sua volta possiede una quota rilevante del gruppo Generali (circa il 13%).
Per Mps si tratta di una trasformazione significativa: dall’essere un istituto segnato da anni di crisi e ricapitalizzazioni pubbliche, a potenziale protagonista di un nuovo processo di consolidamento. Per Mediobanca, invece, inizia una fase in cui la sua autonomia storica rischia di essere progressivamente ridimensionata.
Nonostante l’avanzamento dell’operazione, i mercati finanziari hanno reagito con cautela. Le azioni di entrambe le banche hanno registrato cali, segnale che tra gli investitori prevale ancora lo scetticismo sulla sostenibilità economica e industriale della manovra.
L’offerta resterà valida fino all’8 settembre, con una possibile finestra di riapertura tra il 16 e il 22 dello stesso mese. In attesa di capire gli sviluppi finali, il risiko bancario italiano si conferma in movimento: resta da vedere se la mossa di Mps segnerà la nascita di un nuovo polo nazionale o alimenterà ulteriori fratture nel settore.
Azioni Mediobanca (19,34 € al 4/09/2025 – consiglio: vendere): l’extra in denaro riduce lo scarto con i valori di mercato, ma il guadagno immediato è minimo. Aderire significa sposare il progetto Mps, non aderire significa restare azionisti di un istituto indipendente.
Azioni Mps (7,31 € al 4/09/2025 – consiglio: mantenere): non decidi direttamente, ma subisci gli effetti. L’operazione promette crescita e diversificazione, ma comporta rischi più elevati e possibili oscillazioni nel breve termine.
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