Come uso i certificate nei portafogli?

Certificate e portafoglio
Certificate e portafoglio
Nel tempo, l’utilizzo dei certificati nei nostri consigli si è evoluto in modo significativo. Non solo sono stati consigliati con maggiore frequenza, ma sono anche aumentate le tipologie proposte. Dai tradizionali certificati a capitale protetto si è passati a includere anche quelli a capitale condizionatamente protetto e le Credit Linked Note. All’interno della categoria dei certificati a capitale condizionatamente protetto, sono poi state impiegate diverse sottocategorie, selezionate in base alle esigenze specifiche degli investitori.
Questa evoluzione è stata determinata da diversi fattori: da un lato l’ampliamento dell’offerta disponibile sul mercato, dall’altro la crescente complessità delle dinamiche economiche e finanziarie. A ciò si è aggiunta una volatilità sempre più elevata, che ha reso necessario affinare l’approccio nella costruzione dei portafogli e nei consigli operativi. Gli strumenti tradizionali come azioni, obbligazioni, fondi e ETF restano ovviamente fondamentali, così come il principio della diversificazione. Tuttavia, è emersa sempre più l’esigenza di parlare anche di strategie più strutturate, come le strategie obbligazionarie o azionarie, intese come modalità diverse per acquistare e gestire i classici strumenti finanziari, al fine di affrontare meglio situazioni di mercato particolari e rendere i portafogli più resilienti. La crescente adozione dei certificati si inserisce proprio in questo contesto. Come abbiamo avuto modo di evidenziare più volte, le caratteristiche dei certificati e la loro varietà consentono di utilizzarli in modo mirato, in funzione degli obiettivi di investimento che ci si propone.
PORTAFOGLI E CERTIFICATE
Ogni volta che consigliamo un certificato, specifichiamo anche in che modo debba essere utilizzato all’interno delle strategie di portafoglio, esattamente come avviene per tutti gli altri strumenti finanziari. Nel corso del 2025, ad esempio, abbiamo suggerito due certificati in modo molto diretto. Il primo è stato una Credit Linked Note su quattro società americane, che è stata impiegata per coprire la quota del portafoglio destinata al credito corporate USA. Le sue caratteristiche lo rendevano particolarmente adatto a questo obiettivo, risultando funzionale e complementare rispetto ad altri strumenti obbligazionari. Il secondo è stato un certificato a capitale condizionatamente protetto legato ai titoli tecnologici statunitensi. Questo strumento, che ora è in fase di mantenimento e quindi non più da acquistare, era stato consigliato per coprire la parte azionaria americana del portafoglio. Invece di acquistare singolarmente alcuni titoli tecnologici, si poteva destinare una quota dell’investimento a questo certificato. In altre parole, la componente azionaria USA poteva essere costruita, per chi investe in titoli singoli, combinando azioni dirette con questo certificato. Questi due casi rappresentano esempi molto chiari di come i certificati possano essere inseriti direttamente nei portafogli con indicazioni precise e mirate.
Un altro ambito in cui i certificati trovano spesso spazio è quello dei portafogli “con rendita”, ossia le versioni dei nostri portafogli principali composte esclusivamente da strumenti che generano dividendi o cedole. I certificati a capitale protetto che prevedono il pagamento di cedole, talvolta anche molto interessanti, si adattano perfettamente all’obiettivo di costruire un portafoglio capace di generare entrate periodiche aggiuntive. In questo contesto, i certificati vengono impiegati regolarmente, all’interno delle singole poste. Ogni mese, con la revisione delle strategie, viene aggiornato anche il portafoglio con rendita, nel quale si può vedere quali certificati siano utilizzati e dove siano posizionati.
Può però capitare che un certificato consigliato non sia destinato a una posta specifica di portafoglio, né in quelli generali né in quelli con rendita. In questo caso, si fa riferimento alla strategia dell’80-10-10. L’ottanta percento del capitale va destinato al portafoglio principale in cui ci si riconosce, il dieci percento può essere destinato a strumenti extra-portafoglio non speculativi, mentre il restante dieci percento può essere utilizzato per investimenti extra-portafoglio a carattere speculativo. I certificati a capitale condizionatamente protetto, le Credit Linked Note e quelli a capitale garantito rientrano solitamente tra gli strumenti non speculativi, e quindi possono essere inseriti nel dieci percento dedicato a questa categoria. Esistono infine certificati tracker, privi di protezione del capitale, che a seconda del contenuto e delle tematiche su cui investono possono essere considerati speculativi oppure no. Ogni volta, indichiamo chiaramente in quale categoria collocare il certificato consigliato, così da sapere sempre come allocarlo correttamente all’interno del proprio portafoglio.
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