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Milano ancora più giù: abbiamo toccato il fondo?

Catastrofe

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Data di pubblicazione 12 marzo 2020
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Mattinata drammatica per Milano: il bilancio dai primi casi di diffusione di coronavirus nel nostro Paese è ormai di -30%. Siamo al fondo o c’è spazio per altri cali dei listini?

Pandemia

Secondo noi non è finita. Non solo per la Borsa italiana, ma per tutti i listini. Il numero di contagiati e, purtroppo, di decessi continua a salire in Occidente.

L’organizzazione mondiale della sanità ha ufficialmente dichiarato la pandemia e persino la cancelliera Merkel ha dichiarato che il 70% dei tedeschi rischia di essere contagiato dal virus. Viaggi, fiere, eventi culturali vengono cancellati in giro per il mondo e si stima che in questi settori si possa arrivare al licenziamento di un terzo della forza lavoro.

In tale scenario gli impatti sull’economia possono essere pesantissimi.

Il nostro Paese rischia nel 2020 una recessione al peggio del 3%, gli Stati Uniti e l’Eurozona rischiano una contrazione della ricchezza nell’intorno dello 0,5% (per gli Usa sarebbe uno scenario registrato pochissime volte nella storia degli ultimi 50 anni).

L’economia mondiale, nonostante il rallentamento dell’epidemia in Cina, rischia di non crescere nel 2020, dopo un quasi +3% nel 2019. Tutto questo vuol dire che le aziende faranno fatica a fare affari e che i loro utili rischiano di ridursi: i dividendi potrebbero essere ridotti o addirittura non distribuiti.

E se le attività non crescono e i dividendi non ci sono, il mercato non ha interesse a investire in Borsa – le azioni sono uno specchio della fiducia nella crescita economica. In questa situazione sono due gli elementi che potrebbero dare la svolta ai mercati.

I soldi gratis

Primo: nuove manovre straordinarie da parte delle Banche centrali.

Quelle già fatte negli anni scorsi e che ancora sono state fatte nei giorni scorsi – dal taglio dei tassi d’interesse all’acquisto dei titoli di Stato sul mercato – sembrano insufficienti in una situazione come questa (l’economia europea languiva già alla fine del 2019, prima della diffusione del coronavirus). Quello che ci si aspetta è che le Banche centrali mettano soldi direttamente nelle tasche dei contribuenti. Questo può avvenire tramite una reale elargizione di denaro – un po’ sulla falsariga di quanto già fatto a Hong Kong dove ogni residente si è ritrovato sul conto un “bonus” da circa 1.000 euro senza dover chiedere o fare nulla – o in modo indiretto, magari fornendo direttamente liquidità agli Stati (acquisto di titoli di Stato senza previsione di rimborso in aste riservate) che potrebbero poi usarli per ridurre le tasse o creare servizi per rilanciare l’economia.

Le misure straordinarie per cui le Banche centrali forniscono soldi direttamente ai cittadini prendono il nome, in inglese, di Helicopter money, letteralmente “soldi dall’elicottero”. È una teoria sviluppata dall’economista Milton Friedman nel 1969: se la Banca centrale lanciasse soldi dall’elicottero la gente correrebbe a raccogliere questi soldi “gratis” e a spenderli, facendo ripartire l’economia e l’inflazione. I critici dicono che in realtà la mossa potrebbe essere vista come una misura “disperata”, facendo presagire tempi bui e portando i consumatori a tenere quel denaro in tasca invece che a spenderlo.

Stimoli economici e fiscali

Secondo: manovre straordinarie economiche e fiscali da parte dei Paesi – nel caso non ci fossero i soldi delle Banche centrali, fatte aumentando la spesa pubblica.

Gli importi, ovviamente, devono essere rilevanti: i 25 miliardi di euro definiti dall’Italia con l’Unione Europea rischiano di essere ben poca cosa. Pensa che, dopo gli uragani, per aiutare la sola Portorico, che ha il 5% della popolazione italiana e una ricchezza prodotta in un anno pari a un quarto di quella della sola Lombardia, gli Usa hanno stanziato quasi 44 miliardi di euro di aiuti. E ora, per un numero di contagi che è un decimo del nostro, si parla di un piano fiscale Usa che potrebbe arrivare a valere anche la bellezza di 620 miliardi di euro (per ora, però, non ci sono dettagli).

La strada è stretta

Tutte le misure suddette, soprattutto per l’Europa, non possono prescindere da decisioni difficili: dalla modifica agli statuti delle Banche centrali alla revisione dei vincoli di bilancio. Non è facile e se non ci sarà un’azione forte e coordinata da parte di tutte le autorità, politiche e monetarie, le singole azioni “convenzionali” rischiano di non avere effetti concreti e duraturi sui mercati – dal taglio straordinario dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale americana, Wall Street ha perso quasi l’11%, mentre nella giornata del taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale britannica la Borsa inglese ha perso l’1,4%, facendo persino peggio delle colleghe europee.

Insomma, al di là di fiammate temporanee, c’è ancora spazio per una discesa delle Borse. Quanto? Se non ci saranno le azioni suddette, anche di un altro 25% – per ora nel corso del 2020 le Borse mondiali sono scese mediamente di quasi il 17%.

Le tre strategie per difenderti in questa situazione le conosci: vendi e ti tieni la liquidità per quando la bufera sarà passata; tieni duro perché sai di non aver bisogni impellenti e sai che col tempo le cose si aggiustano; compri prodotti come i certificate short che guadagnano quando le Borse scendono.

La Banca centrale giapponese può già oggi acquistare anche Etf azionari sul mercato. Se anche Banca centrale americana e Banca centrale europea decidessero – per ora improbabile e la Banca centrale europea oggi potrebbe annunciare solo misure "convenzionali" – di introdurre questa possibilità la reazione dei mercati potrebbe essere di grande euforia.

Anche Milano che pure è scesa tanto, può perdere almeno un altro 9%, scendendo dai 17.000 punti attuali ai 15.500 indicati su Altroconsumo Finanza n° 1357.

Prezzi e valutazioni alle ore 11 della mattina del 12 marzo 2020