Springa SPV sta raccogliendo su Crowdfundme soldi (minimo 500.000 euro, massimo 2.200.000 euro, la quota minima di investimento è di 500 euro) per investire a sua volta in Springa srl.
Che fa Springa Srl? Ha sviluppato un robottino che taglia e incide pannelli di legno, plastica, compositi e metalli morbidi per piccoli elementi di arredo e per grandi superfici. Questa macchina è molto poco ingombrante ed è destinata ad artigiani e professionisti. Esistono già, tra l’altro, accordi commerciali per la vendita di questi robottini.
Chi si intendesse di queste macchine trova nel pitch deck un interessante confronto con altri prodotti dello stesso tipo (magari alcuni di sua conoscenza) e giudicare da sé sia la qualità del progetto, sia le proiezioni economiche che vi sono proposte.
La società è uno spinoff del Politecnico di Milano, quindi l’idea nasce da un ambiente di tipo universitario, l’incubatore del Politecnico è, dunque presente nell’impresa.
È previsto il consueto beneficio fiscale del 30%. Un dato che non si trova spesso in operazioni di equity crowdfunding è che la società promette fin da subito report trimestrali per aggiornare gli investitori.
I soldi del crowdfunding saranno spesi in acquisto di materiali per la produzione e nello sviluppo di nuovi prodotti. L’exit strategy (cioè il momento in cui si monetizzano gli investimenti) dovrebbe avvenire quando la società sarà acquisita da un attore di mercato globale.
Ovviamente come in tutti i casi di crowdfunding i rischi sono i soliti: in primis quello di perdere anche tutti i propri soldi, in secondo luogo quello di non riuscire a monetizzare il proprio investimento secondo i tempi desiderati, perché è illiquido. La società non ha ancora prodotto utili (ci vorranno, se tutto va per il verso giusto, un paio d’anni) e si regge sulla promessa che il suo prodotto piaccia alla clientela.
Questo significa che se sei un artigiano o un tecnico che conosce già questo tipo di prodotto e che è convinto che la proposta di Springa possa avere un successo di mercato, puoi pensare di valutare una piccola scommessa (sempre per una somma minima, in modo da non mettere mai tutte le tue uova in uno stesso paniere, ma di suddividerle su più investimenti).
Come nel caso del progetto Navia di cui ti abbiamo parlato qui, sottolineiamo quanto sia importante in queste scelte che tu abbia un minimo di conoscenza del prodotto sul cui sviluppo e successo vai a investire o dell’ambiente in cui opera la società che lo produce. Il crowdfunding è, infatti, una via di mezzo tra un normale investimento in titoli societari (qui quote, in Borsa azioni) e una piccola attività imprenditoriale in proprio in cui ti proponi come socio di minoranza senza avere voce in capitolo in quello che fa la società. Per questo una valutazione passa soprattutto da una valutazione del prodotto o servizio che essa offre, sapendo che purtroppo anche le migliori idee possono andare male per cause esterne e inattese.
Dal canto nostro ci limitiamo a notare che questo genere di progetti ha una base industriale prima che commerciale: non si tratta di cavalcare la moda del momento aprendo un nuovo servizio via internet, ma di offrire un prodotto d’uso. Il che rende, se non altro, questo genere di crowdfunding degno di essere almeno preso in considerazione e studiato.