Interessi al 10% col crowdfunding: ma nulla è gratis.

Non esistono pasti gratis! Ciò significa che se un investimento offre tassi di interesse alti, alle spalle c’è anche il fatto che si tratta di un investimento rischioso.
Non esistono pasti gratis! Ciò significa che se un investimento offre tassi di interesse alti, alle spalle c’è anche il fatto che si tratta di un investimento rischioso.
Se vai sui siti che invece che chiederti di diventare socio, ti offrono la possibilità di prestare dei soldi a una società, in questo periodo troverai dei tassi lordi veramente ghiotti. 8%, 9%, 10%. Come mai? E che cosa val la pena fare?
Innanzitutto, una premessa: non esistono pasti gratis! Ciò significa che se un investimento offre tassi di interesse alti, alle spalle c’è anche il fatto che si tratta di un investimento rischioso.
Attualmente i tassi in euro sono 3,6% per i bond BBB (indice iBoxx euro corporates BBB), 4,9% per i bond BB (indice ICE Bank Of America BB Euro High Yield Index) e 6,6% per i bond B (indice ICE Bank Of America Single-B Euro High Yield Index). Rendimenti superiori a questi indicano un rischio ancora più elevato.
Una prima motivazione è che siamo di fronte a investimenti in società o comunque attività piccole e in cui è difficile capire quello che c’è in gioco. Per esempio, in questi giorni su Crowdlender.it c’è la possibilità di finanziare dei lavori in un condominio, con accesso ai vari bonus di legge (Sismabonus e ecobonus). Il finanziamento serve a garantire la liquidità necessaria a mandare avanti i lavori speditamente. La somma sarà poi pagata al 30% dai condomini e al 70% cedendo l’importo relativo all’ecobonus. Insomma, la restituzione dei soldi dipende da una serie di fattori su cui chi investe non ha una visibilità completa circa chi siano i suoi debitori. In più ricordiamoci che ultimamente la cessione dei crediti dell’ecobonus non è più una passeggiata, perché le banche ne sono piene. Sono tutti motivi che contribuiscono a spiegare il tasso elevato.
Una seconda motivazione, che non è da sottovalutare è che, comunque, si tratta di un investimento illiquido. Presti i soldi e li riavrai quando pattuito. Prima è in genere impossibile. Se hai investito in bond quotati i soldi (magari non tutti) li riottieni indietro in ogni giorno di Borsa aperta. Non è poco: per l’illiquidità si finisce per pagare di più.
Sul sito www.ener2crowd.com, per esempio, è specificato chiaramente che la parte fiscale è tutta a carico tuo, ciò significa che devi metterti in ballo con un commercialista. E, se non hai la necessità di un commercialista, vuol dire pagare dei soldi che non avevi preventivato di pagare. Sul sito www.crowdlender.it, per esempio, le cose vanno, invece, meglio, perché c’è una società partner che fa da sostituto d’imposta e quindi non occorre fare il 730 (se si è persona fisica). Va sempre valutato, quindi, caso per caso il progetto, ma anche i servizi che offre il portale. Il problema fiscale, se non hai già il commercialista, può essere rilevante.
Non mettete tutte le uova nello stesso paniere
Alla fine, comunque, il lending crowdfunding è una soluzione che può essere valutata in ottica extra portafoglio. Ma con alcune cautele.
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