A maggio si è tornati a sorridere

A maggio le Borse mondiali han messo su l’1,9% (in euro, dividendi inclusi).
A maggio le Borse mondiali han messo su l’1,9% (in euro, dividendi inclusi).
A maggio le Borse mondiali han messo su l’1,9% (in euro, dividendi inclusi). New York è salita del 3,1%, mentre le principali piazze occidentali sono rimaste vicine alle medie mondiali: Londra ha guadagnato il 2,3%, seguita da Toronto (+2,2%), Sidney (+1,9%) e dall’Eurozona (+1,8%). Zurigo ha avuto un buon rimbalzo (+5,9%), così come sono andati bene i mercati cinesi (+3,4%). Segni negativi hanno colpito, invece, Tokio (-0,7%), frenata da un nuovo calo dello yen (-1,4%), ma anche Città del Messico (-3%), Seul (-4,2%), San Paolo del Brasile (-5,5%) e soprattutto Jakarta (-7,6%).
Sul fronte obbligazionario è proseguita, anche se con minor forza, la correzione dei prezzi che avevamo già visto in aprile: -0,5% i titoli di Stato mondiali, con un -0,1% per quelli dell’eurozona e quelli Usa invariati. I titoli di Stato cinesi hanno perso l’1,1%, quelli giapponesi son scesi del 2,1%, mentre hanno rimbalzato i titoli norvegesi (+4,8%). I bond in euro ad alto rendimento sono, invece, saliti dell’1% e quelli in dollari Usa sono calati dello 0,4%.
I nostri modelli di valutazione ci hanno offerto alcune indicazioni per modificare i nostri portafogli, ma abbiamo deciso di declinarle tutte. Eccole qui di seguito, ed ecco perché non abbiamo cambiato nulla.
Per il portafoglio equilibrato il risultato dei calcoli suggerisce una quota maggiore di bond (in particolare obbligazioni in yen e euro) a scapito delle azioni coreane, messicane e forse canadesi. Questi tre mercati azionari non sono stati tra i migliori negli ultimi tempi, tuttavia, in un momento in cui i tassi di interesse sembrano destinati a scendere, stimolando l'economia, crediamo che i mercati azionari possano continuare a sovraperformare.
La stessa dinamica la ritroviamo nel portafoglio dinamico, dove il risultato dei calcoli suggerisce di vendere azioni messicane a favore di obbligazioni norvegesi o giapponesi. Nel caso del portafoglio difensivo, infine, ci viene suggerito ancora una volta di vendere le azioni svizzere a favore di una maggiore esposizione ai bond in euro che abbiamo già aumentato il mese scorso e pensiamo che con un 40% di titoli di Stato e un 5% di bond ad alto rendimento è una esposizione all’eurozona più che sufficiente.
Per una valutazione aggiornata dei settori vedi qui.
Dopo essere caduta negli scorsi mesi, la corona norvegese si è ripresa a maggio, con un apprezzamento del 3,9% sull'euro (ma è pur sempre un -1,6% da inizio anno). Non dobbiamo cercare lontano le cause di questa performance: è soprattutto il discorso delle Autorità monetarie norvegesi che ha consentito l'apprezzamento della corona. A differenza di altre grandi Banche centrali, la Banca di Norvegia non è pronta ad abbassare i tassi. Al contrario, nella riunione di maggio ha ribadito che i tassi resteranno ancora per qualche tempo all'attuale livello del 4,5%. L’inflazione è rallentata più del previsto negli ultimi mesi, mentre l’attività economica è stata più dinamica del previsto. Di conseguenza, secondo le Autorità monetarie norvegesi, è necessaria una politica monetaria restrittiva. Questa prospettiva ha riacceso l’interesse degli investitori per la corona, valuta forte che offre rendimenti interessanti ed è sottovalutata rispetto all’euro.
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