Ottovolante delle Borse di nuovo in volo

A maggio le Borse mondiali hanno guadagnato (in euro e dividendi inclusi) il 5,4% riducendo le perdite da inizio anno a un 3,5%.
A maggio le Borse mondiali hanno guadagnato (in euro e dividendi inclusi) il 5,4% riducendo le perdite da inizio anno a un 3,5%.
A maggio le Borse mondiali hanno guadagnato (in euro e dividendi inclusi) il 5,4% riducendo le perdite da inizio anno a un 3,5%. Protagonista Wall Street con un +6,5% (ma da inizio anno siamo a -7,7%). Contributi positivi, anche se sotto la media sono venuti da Jakarta (+5,3%), Sidney (+4,8%), dalle Piazze cinesi (+3,9%), Città del Messico (+3,2%), Mumbai (+2,2%) e Varsavia (+2,2%). Han chiuso in rosso San Paolo (-0,1%) e Istanbul (-3,7%). Sul fronte dei titoli di Stato mondiali registriamo un -0,5% a cui ha contribuito il -0,8% Usa. Meglio i titoli di Stato in euro (+0,1%) e cinesi (+1%). Sul fronte societario abbiamo un +0,5% in euro e un +0,1% in dollari Usa, mentre per il comparto high yield osserviamo un +1,3% in euro e un +1,8% in dollari Usa.
Portafogli, che fare? Nulla!
Iniziamo col portafoglio Equilibrato. Con il recente rimbalzo di Borsa che ha reso le azioni più costose e l’aumento dei rendimenti obbligazionari, avere solo il 40% in azioni, ci pare adeguato a questo tipo di Portafoglio viste le incertezze attuali. Questo mese tra i suggerimenti offerti dai nostri modelli di calcolo c’è la vendita dei bond societari in euro, sostituendoli con bond in sterline. La situazione economica del Regno Unito resta critica: persino il capo economista della Banca d’Inghilterra teme che i tassi siano stati tagliati troppo rapidamente. Per questo, nutriamo dubbi sull’opportunità di investire ora in titoli in sterline. Manteniamo invariato il portafoglio.
Per il portafoglio Dinamico i nostri modelli di valutazione continuano imperterriti a suggerirci un’esposizione a titoli sudafricani e maggiore spazio per la Cina, a scapito dell’Australia e, questa volta, dei bond high yield in euro. Abbiamo preso in considerazione un rientro sul mercato cinese, ma riteniamo che le incertezze sulle relazioni commerciali tra Cina e Usa (motivo per cui avevamo ridotto l’esposizione in passato) siano ancora presenti. Non ci sono stati sviluppi significativi né maggiore chiarezza, quindi non vediamo ragioni per modificare l’allocazione. Anche per quanto riguarda il Sudafrica, non abbiamo intenzione di entrare nel mercato al momento. Le relazioni tra Pretoria e Washington sono così tese che il presidente sudafricano si è ritrovato in difficoltà persino alla Casa Bianca, davanti ai giornalisti. Anche qui preferiamo non apportare modifiche.
Veniamo, infine, al portafoglio Difensivo: l’aumento dei rendimenti negli Usa (che rende le obbligazioni più convenienti) spinge il modello a suggerire un incremento dell’esposizione ai Treasury americani, riducendo invece i titoli europei. Nel complesso, il peso complessivo delle obbligazioni investment grade USA resta, però invariato grazie a un potenziale calo dei bond societari. Anche qui preferiamo mantenere la diversificazione attuale. Più interessante è la proposta di acquistare un ulteriore 5% di bond cinesi, vendendo un equivalente in obbligazioni in euro. Questa scelta si basa su considerazioni di correlazione: i bond cinesi hanno infatti una correlazione molto bassa con gli altri asset. Tuttavia, dato che i rendimenti in Cina sono inferiori a quelli dell’area euro, una simile rotazione mostra anche dei limiti. Anche in questo caso non modifichiamo le nostre strategie.
Per conoscere i fondi all'acquisto vai qui.
Per conoscere la nostra posizione sui fondi settoriali vai qui.
Per l'ultima analisi settoriale che abbiamo pubblicato vai qui.
Attendi, stiamo caricando il contenuto