Riflettori puntati sulla salute
Il settore farmaceutico mostra resilienza.
Il settore farmaceutico ritrova slancio ma oscilla tra ottimismo e prudenza.
Il settore farmaceutico mostra resilienza.
Il settore farmaceutico ritrova slancio ma oscilla tra ottimismo e prudenza.
Sebbene i risultati del terzo trimestre siano stati contrastanti, il settore farmaceutico mondiale è balzato di oltre il 7% nei due giorni successivi all’annuncio, a fine settembre, dell’accordo tra Pfizer e l’amministrazione Trump. Penalizzato, infatti, quest’anno dalla minaccia di forti dazi doganali statunitensi per abbassare i prezzi dei farmaci e rilocalizzare la produzione negli Stati Uniti, la pressione sul settore farmaceutico si è attenuata nel corso del terzo trimestre grazie all’accordo di Pfizer (seguito da quello di AstraZeneca) con il governo Trump. Ciò non ha però impedito ai risultati trimestrali di mostrarsi piuttosto eterogenei, a seconda della situazione specifica di ciascuna società.
Penalizzata ancora dal franco svizzero forte, Roche (per i consigli sui singoli titoli della nostra selezione vedi la breve sintesi sul settore all’interno del commento di ieri sui mercati finanziari pubblicato qui) registra nel 2025 vendite in lieve crescita, sostenute da farmaci innovativi in oncologia e malattie rare. L’avanzamento dell’anti-obesità CT-388 e di nuove terapie come l’oral SERD giredestrant rafforza il portafoglio di sviluppo, riduce i timori sui biosimilari e sostiene la fiducia investitori. Situazione più complessa per Merck, che chiude il terzo trimestre 2025 con vendite in crescita a 17,3 miliardi di dollari, trainate da Keytruda, ormai quasi metà del fatturato e ancora in espansione a doppia cifra. Il calo di Gardasil in Cina è compensato da nuovi lanci e dall’area salute animale, ma resta il tema del futuro arrivo dei biosimilari e della pressione sui prezzi. Per Novartis il terzo trimestre 2025 mostra un utile operativo in aumento del 7%, leggermente sopra le attese, grazie alla spinta dei nuovi farmaci che bilanciano la pressione dei generici su Entresto e Cosentyx. Operazioni di fusioni e acquisizioni per rafforzare il portafoglio prodotti sostengono attese di crescita nei ricavi globali non distanti dal 10%.
Novo Nordisk resta al centro del boom anti-obesità: Wegovy e Ozempic guidano la crescita, ma i tagli di prezzo negli Usa e la concorrenza di Lilly comprimono i margini. I nuovi dati su CagriSema mostrano benefici aggiuntivi su peso e pressione arteriosa, rafforzando il profilo dei prodotti in sviluppo, ma con attese di mercato ormai molto elevate. Per Sanofi il terzo trimestre 2025 conferma un solido slancio: crescita di vendite e utili sono stati trainati da farmaci specializzati e malattie rare più che dai vaccini. Il management ribadisce l’obiettivo di migliorare la redditività, con un portafoglio di prodotti in sviluppo rafforzato da nuove approvazioni in immunologia e diabete di tipo 1. AstraZeneca registra nel 2025 un’altra trimestrale in crescita, sostenuta dal portafoglio oncologico e dai farmaci cardio-renali. I risultati dei trial, inclusi nuovi dati positivi per l’anticancro Datroway e numerosi studi di fase III, spingono il management a confermare una traiettoria di sviluppo fino al 2030.Grazie a un terzo trimestre 2025 robusto, GSK migliora ancora le proprie prospettive: vendite in aumento dell’8% e utile operativo core in crescita a doppia cifra, sostenuti da Specialty Medicines in RI&I, oncologia e HIV. La società alza le attese e punta a una traiettoria di crescita sostenuta oltre il 2026, con debito sotto controllo.
Eli Lilly continua a correre: nel terzo trimestre 2025 i ricavi balzano del 54% a 17,6 miliardi di dollari trainati dalla domanda esplosiva di Mounjaro e Zepbound per diabete e obesità. La società alza nuovamente le attese su utile e fatturato, investendo in nuova capacità produttiva, supply chain dedicata e terapie di nuova generazione. Per Pfizer il terzo trimestre 2025 segna un miglioramento: la domanda per l’anticoagulante Eliquis e per i farmaci cardiovascolari Vyndaqel/Vyndamax compensa il calo dei prodotti Covid. L’utile per azione supera le attese e la società alza di nuovo le attese, proseguendo nel riposizionamento del portafoglio e nel contenimento dei costi. Teva conferma l’undicesimo trimestre consecutivo di crescita: nel terzo trimestre 2025 i ricavi salgono a circa 4,5 miliardi di dollari, sopra le attese, trainati dai farmaci di marca per emicrania, Huntington e schizofrenia, oltre che da Austedo. L’utile “aggiustato” batte il consenso e la società aggiorna le previsioni 2025, riducendo leggermente il range dei ricavi. Per Gilead il quadro resta misto: nel terzo trimestre 2025 le vendite totali flettono leggermente a causa del calo di Veklury e delle terapie cellulari, mentre l’area HIV cresce e il nuovo farmaco preventivo Yeztugo mostra un avvio moderato. L’utile beneficia di un contributo straordinario da una cessione di diritti di proprietà intellettuale e di minori costi operativi.
Uno sguardo al futuro
Dai dati che abbiamo visto il settore farmaceutico nel terzo trimestre 2025 dimostra solidità e capacità di generare crescita, nonostante le sfide competitive. I risultati trimestrali confermano un'industria in espansione, con margini operativi in miglioramento e portafogli prodotto in sviluppo robusti che garantiscono visibilità fino al 2030. Il boom dei farmaci anti-obesità sta ridefinendo il mercato, l'innovazione in oncologia, malattie rare e terapie mirate compensa ampiamente le pressioni da biosimilari e scadenze brevettuali. Le sfide esistono: pressioni valutarie sul franco svizzero, concorrenza sui prezzi, scadere di brevetti su blockbuster, ma le società dimostrano resilienza attraverso nuovi lanci, acquisizioni strategiche e diversificazione geografica. Il settore globale è sostenuto da megatrend demografici e terapeutici. Le prospettive restano positive: redditività solida, investimenti in R&D record e capacità di trasformare le sfide in opportunità di innovazione
Il nostro giudizio sull’intero settore salute, aggiornato a ottobre (quindi prima di queste ultime notizie) vedeva “non interessante” il sotto-settore attrezzature e servizi per la cura della salute e come “interessante” il sotto-settore farmaceutici, biotecnologici e scienze della vita, per via del rischio basso (1/5), del momentum neutro, della valutazione pari a “conveniente” e dell’indice di Sharpe pari a 0,57. In attesa di calcolare a fine mese i dati aggiornati vediamo che le ultime notizie danno una intonazione tutto sommato positiva al settore e quindi vi confermiamo il consiglio di acquisto su Amundi Msci world health care (478,62 euro al 17/11; Isin LU0533033238), tenendo conto che è un investimento che va visto in un’ottica di lungo periodo, ma che le necessità della salute resteranno protagoniste ancora a lungo.
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