Il banco di prova dei dazi

La stagione delle trimestrali che si apre ora ha un valore particolare, è la prima in cui si iniziano a vedere gli effetti concreti della politica dei dazi di Trump.
La stagione delle trimestrali che si apre ora ha un valore particolare, è la prima in cui si iniziano a vedere gli effetti concreti della politica dei dazi di Trump.
La stagione che si apre ora, riferita al terzo trimestre del 2025, ha un valore particolare. È la prima in cui si iniziano a vedere gli effetti concreti della politica dei dazi di Trump, vale a dire: costi più alti per chi importa componenti, margini erosi per chi non riesce a scaricarli sui clienti, investimenti rinviati in attesa di maggiori certezze. Insomma, le trimestrali sono il termometro per misurare gli impatti reali delle scelte di Trump, e non è un caso che il presidente avesse recentemente proposto di abolirle, come se fossero un fastidio burocratico. Senza questo appuntamento, oggi non avremmo nemmeno lo strumento per capire se la sua cura protezionista sta funzionando o se invece rischia di fare più male che bene. Ecco perché i mercati aspettano con il fiato sospeso: non basta più discutere di principi, contano i fatti. Se le aziende mostreranno capacità di crescere, i dazi saranno raccontati come una medicina amara ma efficace nel calmierare le ansie della politica senza fare danni; se, invece, le sorprese negative dovessero prevalere, sarebbero la prova che la terapia è sbagliata. Le trimestrali hanno questo potere: smentire narrazioni rassicuranti o confermare paure latenti per evitare di spegnere i riflettori proprio nei momenti delicati. In tempi incerti come quelli che viviamo, non è il buio che ci rende più forti, ma la capacità di guardare in faccia la realtà, sempre e comunque.
Alessandro Sessa
Direttore responsabile Investi
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