Liberté, egalité, stabilité

La Francia fatica a formare un governo
La Francia fatica a formare un governo
In un contesto europeo già fragile, dove i margini di bilancio sono risicati e la politica monetaria è tornata alla normalità, l’incertezza politica diventa un costo concreto, come si vede dalla crescita dei tassi d’interesse sul debito francese nel corso degli ultimi mesi. Eppure, la Francia è un grande Paese con una grande storia alle spalle e un debito pubblico più basso di quello italiano e se Roma sta andando relativamente bene, non si capisce perché non debba andare bene Parigi, dirà qualcuno. È vero, ma la storia recente mostra che i mercati non guardano solo ai numeri, bensì alla capacità dei Governi di mantenerli credibili nel tempo. Il timore, infatti, è che se manca un esecutivo solido, capace di fare scelte difficili (nel caso francese una riforma delle pensioni sulla linea di quanto fece l’Italia con la Fornero), anche Paesi di primo piano possono finire sotto pressione. Per questo la stabilità non è solo una questione di equilibri parlamentari: è la condizione minima perché una politica economica coerente possa esistere. Ciò detto, i momenti di incertezza possono essere un’occasione per fare buoni investimenti. Non è un caso che continuiamo a consigliarvi titoli di Stato francesi (per massimo per un 5% del vostro portafoglio). Mal che vada vi portate a casa rendimenti interessanti, che già scontano l’instabilità politica attuale. Qualora poi Parigi dovesse far tesoro della lezione e riuscire a recuperare credibilità, ci potrebbe essere la possibilità di cogliere possibili guadagni grazie ai dividendi politici ed economici di una ritrovata stabilità.
Alessandro Sessa
Direttore responsabile Investi
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