Primi freddi, ma non troppo

Primi freddi, ma non troppo
Primi freddi, ma non troppo
I dubbi sulla durata e la forza del rimbalzo dell’economia, i timori legati alla riduzione degli stimoli da parte della Fed e la situazione di Evergrande in Cina hanno pesato sui mercati azionari. A settembre le Borse si sono prese una pausa di riflessione con un calo dell’1,8% (in euro e dividendi inclusi). Tra le Piazze che hanno resistito ci sono quelle indonesiana (+3,5%), giapponese (+3,7%) e russa (+8,6%) che ha approfittato del buon andamento del petrolio (+7,6% in dollari Usa). L’eurozona ha perso il 3% (-1,6% Milano), Londra l’1,3% e New York il 2,8%. Più marcate sono state le perdite di Stoccolma (-5,6%), Seul (-5,2%) e Zurigo (-5,5%), mentre Toronto (-0,5%) e Sidney (-1,8%) hanno registrato un rosso meno intenso.
Per il Giappone, il guadagno del mercato azionario è legato alle dimissioni del Primo Ministro, giudicato incapace di procedere con le riforme: gli investitori scommettono che quello nuovo sarà più bravo di quello uscente. Il Giappone ha bisogno di riforme del mercato del lavoro, migliori politiche fiscali e di bilancio, nonché di stimolare la crescita demografica e deve avere più successo nel portare le donne nel mercato del lavoro. Il precedente ministro Abe scommetteva su politica monetaria, stimolo fiscale attraverso una maggiore spesa pubblica e riforme per stimolare la crescita. Dei tre, solo i primi due sono stati attuati, portando a una presenza sempre crescente della Bank of Japan nei mercati obbligazionari e azionari e a un crescente debito pubblico. Le riforme, invece, sono rimaste indietro. I mercati sperano che il prossimo primo ministro si dimostri più efficace nel promuovere leggi che miglioreranno la redditività delle aziende giapponesi.
L’inflazione si fa sentire
L'inflazione accompagna da mesi la ripresa economica globale. Considerata inizialmente un problema temporaneo non è stata finora una preoccupazione. Tuttavia, con l'impennata dei prezzi del gas e dell'elettricità nelle ultime settimane (per un approfondimento vedi in Detto tra noi), la sua minaccia ha assunto un'altra dimensione. I prezzi del petrolio sono triplicati dal minimo di primavera 2020 e c’è stata una impennata dei costi del trasporto merci (un container dalla Cina ora costa 10.000 dollari rispetto a meno di 2.000 in media negli ultimi 5 anni). Anche la produzione industriale ha difficoltà a tenere il passo con l'esplosione della domanda e questo spinge i prezzi. Questi squilibri dovevano essere gradualmente risolti e dopo un picco previsto per questo autunno, l'inflazione si sarebbe dovuta stabilizzare nel 2022. Il balzo dei prezzi di gas e elettricità ha, però, messo in discussione questo scenario. Il picco della crescita è probabilmente alle spalle, ma ciò non significa che una nuova crisi sia già alle porte. Semplicemente siamo ora a un punto di svolta nella ripresa globale e la crescita si farà meno dinamica. Non è più, quindi, ora di scommettere su un rimbalzo dei listini post-Covid. Confermiamo che anche l’investitore che cerca un rapporto rischi e rendimenti Equilibrato deve essere prudente con il 55% dei suoi soldi investiti in bond, e azioni provenienti principalmente (le eccezioni sono poche) dai mercati sviluppati che sono meno volatili rispetto ai mercati emergenti.
RESISTONO I BOND MONDIALI (MA NON IN MODO UNIFORME)
Sul fronte obbligazionario, mentre le più grandi banche centrali del mondo si preparano a ridurre l'entità del loro intervento, i tassi di interesse sono leggermente aumentati, il che significa che il valore delle obbligazioni è leggermente diminuito. I titoli di Stato mondiali sono scesi dello 0,3%, con quelli dell’eurozona in calo dell’1,6%, quelli svedesi dello 0,7%. A tirare su le medie c’è il +0,5% dei titoli di Stato Usa, il +2% di quelli cinesi, il +0,1% che viene dal Giappone e +0,2% dei titoli norvegesi. Sul fronte dei titoli societari abbiamo il -0,7% di quelli in euro e il +0,8% di quelli in dollari Usa, mentre i bond ad alto rendimento hanno visto il +1,9% di quelli in dollari Usa e il -0,1% di quelli in euro. In questo contesto abbiamo deciso di non cambiare la composizione dei nostri portafogli neppure per questo mese.
COME E' MEGLIO INVESTIRE IN FONDI COMUNI?
In primo luogo, abbiamo indicato sotto ogni categoria di prodotto gli Isin dei fondi e degli Etf che ti consigliamo di acquistare per cui potrai usarle direttamente per farti un’idea di cosa ti consigliamo (l’immagine qui sotto ti offre qualche dritta su come fare). In secondo luogo, troverai che in alcuni casi i distributori che indichiamo sono cambiati. È l’effetto del nuovo accordo con Online Sim di cui ti abbiamo parlato in AF 1428, per cui d’ora in poi anche con questo distributore di fondi, se sei nostro lettore, potrai avere delle agevolazioni sul bollo, così come con Fundstore. Per questo motivo il confronto tra Online Sim e Fundstore si è fatto serrato e all’ultimo centesimo: stiamo parlando di differenze minime, spesso di un paio di euro. Per farti un esempio BGF Euro-Markets E2 ti costa 12 euro con Fundstore e 10 con Online Sim. Ecco in casi come questi troverai Online Sim al posto di Fundstore. In caso di pareggio abbiamo preferito soprassedere al cambiamento, ma queste informazioni sono comunque disponibili sul sito. Detto ciò è giusto rilevare che al giorno d’oggi la differenza di convenienza più grande la fa la possibilità di avere il bollo scontato, cosa che i nostri accordi ti permettono avere (e non per la breve finestra di una promozione, ma per più anni). Le offerte, infatti, si stanno allineando quasi ovunque a livello di costi. Se prendi per esempio Fondionline (sito www.fondionline.it), un altro distributore di fondi molto importante con più di 10.000 classi di fondi in portafoglio (sono oltre 4.000 quelli di Online Sim, e oltre 6.000 quelli di Fundstore) i costi sono (salvo pochissime eccezioni) 10 euro per ogni acquisto. Lo stesso si può dire per Investionline di Bccforweb (sito internet https://investionline.bccforweb.it/) che sui circa 6.500 fondi in portafoglio ti fa pagare perlopiù 10 euro per ogni compravendita.
CONDIZIONI DI FAVORE PER TE
Finora abbiamo stipulato due accordi per farti avere uno “sconto” sul bollo, uno è quello storico con fundstore per giacenze medie a partire dai 10.000 euro di investimento, un altro è quello che ti abbiamo annunciato in af 1428 con online sim a partire da giacenze medie di 20.000 euro. Ecco i dettagli
Fino al 10.05.2023 fundstore si farà carico del costo dell’imposta di bollo per tutte le posizioni con controvalore di giacenza media annua uguale o superiore a 10.000 euro. L’importo di tale esenzione sarà calcolato in base all’aliquota dell’imposta di bollo di volta in volta vigente con un massimo dello 0,20% per gli effettivi mesi di detenzione di tale controvalore nel proprio portafoglio. Lo sconto sull’imposta di bollo verrà garantito fino ad un tetto massimo di rimborso di 1.000 euro a dossier, oltre il quale la differenza verrà saldata dall’abbonato di altroconsumo finanza.
I lettori di altroconsumo finanza che apriranno una posizione online sim “dossier altroconsumo” ed entro 3 mesi investiranno in fondi (o trasferiranno fondi da altro collocatore) un importo uguale o superiore a 20.000 euro riceveranno lo sconto totale dell’imposta di bollo statale fino al 2026, pari allo 0,20% annuo della propria posizione.
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