Tra Svizzera e Unione europea: una partita senza fine

Analisi
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In condizioni normali, i livelli record raggiunti dai mercati azionari globali (Usa in particolare) si sarebbero tradotti in momenti di debolezza per il franco svizzero. La valuta svizzera, considerata l'ultimo rifugio sicuro, è stata tradizionalmente molto apprezzata dagli investitori nei momenti di debolezza dei mercati azionari, ma trascurata nei periodi di festa. Oggi non è più così. Mentre il mercato azionario statunitense batte nuovi record, il franco svizzero si è ripreso nei confronti dell'euro, raggiungendo il livello più alto mai toccato da oltre un anno. Attualmente viaggia intorno a 1,04 franchi per 1 euro, è sopravvalutato e molto più forte rispetto alla soglia di 1,20 franchi per 1 euro difesa dalla Banca centrale: prima del 2015 le sue azioni più pesanti avevano lo scopo di consentire all'economia elvetica di adattarsi a un franco caro, ma da quasi sei anni ha abbandonato l’obiettivo fisso nel cambio con l’euro. Oggi, di fronte alla tendenza rialzista del franco, c'è chi scommette sulla ripartenza degli interventi della Banca centrale. Le riserve della Banca centrale svizzera rappresentano circa il 150% del Pil svizzero (la ricchezza prodotta nel Paese) del 2020. Con l’aumento delle riserve, la Banca centrale svizzera ha superato molti fondi sovrani ed è diventata uno dei principali investitori sui mercati mondiali.
Relazioni difficili con l'Unione europea
Anche se la Banca centrale elvetica ha le forze necessarie per continuare a guidare il tasso di cambio del franco con l’euro, la Svizzera ha oggi meno margine di manovra nelle sue relazioni con l'Unione europea. Da anni la Svizzera gode, grazie a tutta una serie di accordi bilaterali, di un accesso privilegiato al mercato unico. In cambio, ha avviato negoziati per raggiungere un allineamento sempre più stretto con gli standard europei. Berna ha scelto di abbandonare queste trattative la scorsa primavera, ma in ogni caso resta - come altri piccoli Paesi con economie molto aperte e competitive come Lussemburgo, Irlanda, Belgio e Austria - tra i Paesi che beneficiano di più del mercato unico. Dato che il Paese non è mai stato membro dell'Ue, non assisteremo a drastici cambiamenti come è avvenuto con il Regno Unito (vedi AF 1437), ma non c'è dubbio che questo graduale allontanamento dal suo principale partner commerciale e fornitore finirà per pesare sull'economia svizzera e sulle sue società, che dovranno affrontare nuovi ostacoli negli scambi con il loro maggior mercato di esportazione, cioè l’Europa.
Un florido commercio estero
Sebbene l'Ue sia un mercato importante, non è certo l'unico per la Svizzera. L'efficienza delle sue istituzioni e delle sue aziende che, innovative e fortemente orientate a settori ad alto valore aggiunto e ad alta specializzazione, riescono ad andare bene, anche quando il franco sale o l'economia globale peggiora, spiegano il successo delle sue esportazioni. Molte società presenti sul mercato azionario svizzero sono attive in settori che resistono piuttosto bene alle crisi. Tra questi, spiccano colossi come Roche e Novartis per il settore salute, Nestlé e Bell Food per i beni di consumo, Ubs e Credit Suisse per il settore bancario. Questo spiega la bassa volatilità associata al mercato di Zurigo, che lo rende il meno rischioso tra i mercati azionari che ti consigliamo nei nostri portafogli. Dall'inizio del 2008 a oggi- periodo che coincide con l’innescarsi della crisi economico-finanziaria del 2008-2009, della crisi del debito sovrano in Europa e della pandemia - solo gli Usa e la Svezia hanno fatto meglio della Svizzera.
Gli interventi della Banca centrale svizzera sui mercati valutari per arginare gli improvvisi apprezzamenti del franco svizzero non sono mai veramente cessati: ha investito in azioni estere e altri beni come l'oro pur di mantenere la sua valuta a livelli che ritiene accettabili.
In seguito al rialzo dei mercati azionari, il valore delle riserve della Banca centrale svizzera è salito. I guadagni di 85 miliardi di franchi, realizzati negli ultimi due trimestri, le permettono di avvicinarsi ai 1.000 miliardi di euro.
L’abbandono degli accordi con l’Unione europea fa prevedere che la Svizzera possa essere progressivamente privata del suo accesso privilegiato al mercato unico, di cui gode da decenni.
Il settore delle esportazioni elvetiche si sta dimostrando molto dinamico e la Svizzera è in cima alla classifica di competitività stabilita nel 2021 dall’IMD Business School.
Un’ottima diversificazione
La Borsa di Zurigo rappresenta uno dei migliori mercati azionari per diversificare il tuo portafoglio. In termini di rapporto prezzo/utili, si mantiene a livelli inferiori alla media mondiale, offrendo anche dividendi più elevati. A ciò si aggiungono, come detto sopra, bassi livelli di volatilità, che sottolineano la natura difensiva di questo mercato: tutti elementi che ne fanno una diversificazione di prima scelta, infatti la Borsa di Zurigo è presente per il 5% in tutti i nostri portafogli. Per gli amanti delle singole azioni, consigliamo Bell Foods (284 chf), Novartis (74,72 chf), Roche GS (358,6 chf) e UBS (15,62 chf). Chi preferisce invece investire sul mercato svizzero tramite un fondo o un Etf, può farlo acquistando l’Etf Ubs Etf Msci Switzerland 20/35 (26,09 euro, Isin LU0977261329) che trovi quotato a Piazza Affari oppure il fondo AXA WF Framlington Switzerland F CHF C (112,18 chf, Isin LU0087657408) che puoi comprare tramite https://investionline.bccforweb.it/ a partire da un minimo di 50 euro.
Questa bassa volatilità non significa rendimenti deludenti: la Borsa di Zurigo riesce, su lunghi periodi di tempo, a raggiungere livelli di prezzi e dividendi che pochi altri mercati riescono a superare.
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