Cina: investire guardando lontano

Analisi
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Secondo noi sì, la Cina resta interessante per un investitore: le ultime misure adottate da Pechino per regolamentare i settori dell’informatica, delle tecnologie legate al digitale, dell’istruzione e della promozione immobiliare sono orientate a rendere a prova di shock esterni l’economia, anche se nell’immediato possono esserci impatti negativi.
Le riforme come stimoli economici
Grazie a un debito pubblico contenuto e a una politica monetaria sempre molto conservatrice, non c’è alcun dubbio che le autorità abbiano leve importanti per stimolare la crescita, sia attraverso la politica fiscale, sia attraverso quella monetaria. A questo si aggiunge l’importante risparmio delle famiglie (pari al 34% delle entrate disponibili nel 2020). Sono misure che aumentano la fiducia di famiglie e incitano all’aumento dei consumi interni e potrebbero aiutare a rilanciare la crescita assai rapidamente.
Nel corso dei decenni, la crescita della Cina si è basata sulla produzione e vendita di prodotti a basso valore aggiunto. Ora, le grandi imprese cinesi non corrispondono più a questo ritratto, poco lusinghiero. La Cina è un Paese di imprenditori e la sua crescita è il risultato proprio di questo boom di iniziativa privata. A forza d’investire, il Paese è diventato un protagonista sulla scena mondiale nel campo della transizione verde (produzione di celle per l’energia solare, settore eolico e batterie), dell’intelligenza artificiale, dell’automatizzazione e delle tecnologie legate alla salute e alla finanza. A questo si aggiunga che i produttori locali sono riusciti a rendere appetibili i loro prodotti ai consumatori interni. Un’ottima notizia per un Paese dove circa 700 milioni di abitanti rappresentano oggi la classe media.
La Borsa cinese
L’indice del mercato borsistico cinese, partito con sprint all’inizio del 2021, ha subito una forte battuta d’arresto nel corso dell’anno, che si è accentuata a settembre per i problemi legati al settore immobiliare.
Impossibile non citare i mercati finanziari cinesi e il loro andamento, sottotono rispetto al peso che il Paese sta assumendo nell’economia mondiale. La Cina rappresenta circa il 18% della ricchezza prodotta livello mondiale. Dato che la sua crescita attesa è superiore a quella registrata nella maggior parte delle altre grandi economie, il suo peso è destinato ad aumentare. Allo stesso tempo, i mercati azionari cinesi non rappresentano che il 10% circa della capitalizzazione di Borsa mondiale. Ora, con la liberalizzazione progressiva dei mercati finanziari cinesi e la loro inclusione negli indici mondiali, è probabile che assisteremo a un duplice effetto: la convergenza tra l’aumento di importanza della Cina e il posto occupato dai suoi mercati sulla scacchiera dei mercati finanziari globali.
UNA NOTA STONATA CHE NON CI PREOCCUPA TROPPO
Nonostante tutto quello che abbiamo fin qui detto c’è da ammettere che la Cina ha chiuso il 2021 con una crescita dell’1,6% nell’ultimo trimestre, il progresso più lento dalla prima metà del 2020. Il mercato interno indebolito dalle restrizioni creditizie e i conseguenti problemi incontrati dai settori immobiliare e costruzioni hanno avuto il loro peso. Nonostante questa decelerazione, il 2021 si è chiuso, però, con una crescita dell'8,1%, trainato dai mercati esteri (l'export, cresciuto del 29,9% rispetto al 2020, ha raggiunto i 676 miliardi di dollari). Per contrastare questa dipendenza dall’estero che non è vista positivamente dalle autorità vi sono buone probabilità che nel prossimo futuro vengano annunciate misure a sostegno dell'economia. Come primo segnale di questa tendenza, la Banca popolare cinese ha annunciato la riduzione di alcuni dei suoi tassi di riferimento al fine di sostenere gli investimenti e l'attività nel suo insieme.
Tirando le fila...
Vale la pena di essere sul mercato cinese, se si ha una prospettiva di medio e lungo termine: così facendo, tra l’altro, si approfitta della debolezza recente del mercato azionario per entrare sul mercato a prezzi “ribassati”.
Offrendo oggi quotazioni simili a quelle offerte dai Paesi emergenti, il mercato cinese offre caratteristiche uniche, in particolare per la presenza di imprese operanti in settori d’avanguardia e operanti nella produzione di beni e componenti necessari al pianeta intero.
La Cina è presente per il 5% nel nostro portafoglio equilibrato e in quello dinamico. Puoi investire nel Paese acquistando un Etf, noi consigliamo l’Hsbc Msci China (7,49 euro, codice Isin IE00B44T3H88). Con conti pubblici sani e un debito pubblico contenuto, anche le obbligazioni cinesi sono presenti per il 5% nel nostro portafoglio difensivo: in tal caso puoi comprare l’Etf iShares China CNY bond (4,94 euro, Isin IE00BYPC1H27).
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