Messico: un Paese dai molti volti
Fondi & Etf
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Se è vero che le autorità politiche messicane mostrano spesso poca acutezza nel gestire le questioni di tipo economico, il Banco de Mexico (la banca centrale del Paese), ha sempre agito nell’interesse del Paese, in modo da rimanere credibile e stabilizzare la valuta, il peso messicano.
Il Messico è anche un grande esportatore e, quando i prezzi del petrolio sono elevati, per il Paese è più facile attrarre monete forti: questo ha permesso alla sua valuta di apprezzarsi nei confronti dell’euro. Secondo noi, comunque, anche ai livelli attuali, il peso messicano resta sottovalutato rispetto all’euro.
La geopolitica avvantaggia il Messico
Visto che il Messico è un grande mercato emergente e un grande esportatore di materie prime, sia il peso messicano sia la Borsa del Paese tendono a dare buoni risultati quando i prezzi delle materie prime sono elevati. Inoltre, data la sua vicinanza geografica, il Messico rimane un grande fornitore degli Usa e, in quanto tale, continua a beneficiare della crescita generata a Nord dei suoi confini. Il Messico non è la Cina e quindi non è una minaccia alla supremazia degli Usa nei campi della tecnologia, la ricerca e sviluppo e altri settori; anzi, con le relazioni tra Stati Uniti e Cina che continuano a deteriorarsi, gli Stati Uniti sono molto più felici di fare affari in Messico. Inoltre, la tendenza crescente per filiere corte, date le attuali difficoltà di trasporto delle merci via mare a causa di navi e container insufficienti e capacità portuale inadeguata, soprattutto in Nord America, le grandi imprese americane cercano sempre più delle alternative che consentano loro di avvicinare la produzione a casa. Il Messico, con i suoi collegamenti stradali e ferroviari con gli Stati Uniti, è in una buona posizione per trarre vantaggio da questa tendenza e dovrebbe, quindi, continuare a ricevere una spinta dai forti investimenti statunitensi.
Di fronte alla crescita dell’inflazione che ha raggiunto il 7,37% a novembre 2021, la Banca centrale è intervenuta a più riprese aumentando i tassi ufficiali 5 volte da giugno 2021, portando ora l’inflazione al 5,5%.
Infine, la spinta sul mercato del lavoro statunitense, soprattutto nei settori a bassa retribuzione come l'edilizia, le pulizie, la ristorazione e i trasporti, dovrebbe favorire l'arrivo di un numero sempre maggiore di lavoratori messicani negli Usa. Questo fa ritenere che le rimesse dei lavoratori messicani nel loro Paese d'origine rimangano a livelli elevati. Tradizionalmente, il denaro inviato a casa è stato un vantaggio per l'economia messicana e non vediamo ragioni per cui questa volta debba essere diverso. Non ci aspettiamo un ritorno negli Usa delle politiche anti-messicane del passato, anche nel caso di un ritorno al potere del partito repubblicano. Più probabile è, invece, che le relazioni con il Messico migliorino proprio perché in questa fase è nell'interesse degli Usa migliorare i propri rapporti con questo Paese.
Per tutti questi motivi, le prospettive per l'economia messicana ci sembrano più rosee di quanto non lo fossero da tempo. Nel n° 1445 abbiamo perciò consigliato, a chi segue il nostro portafoglio equilibrato e dinamico, di investire il 5% prima destinato al mercato russo, sulla Borsa messicana. Il prodotto da acquistare per attuare questa strategia è un Etf, l’Xtrackers Msci Mexico (4,414 euro a Piazza Affari; Isin LU0476289466).
L’economia messicana sembra destinata a essere sempre più strettamente legata a quella americana. Il che non è affatto male, considerando che gli Usa sembrano destinati ad avere davanti diversi anni di crescita al di sopra della media, di pari passo all’entrata in vigore di diversi programmi di sostegno e di stimolo dell’economia.
Ci sembra improbabile che gli Usa vogliano alimentare tensioni col Messico, fornitore di manodopera e merci a basso prezzo, in un momento in cui negli Usa la domanda è alta, il mercato del lavoro in surriscaldamento in alcuni settori e l'inflazione è ai massimi.
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