Sciroppo d’acero sui tuoi investimenti

Analisi
Analisi
L’economia canadese è uscita bene dalla pandemia e dovrebbe aver chiuso il 2021 – si attendono i dati definitivi – con una crescita reale, quindi al netto della corsa dell’inflazione, nell’ordine di circa il 6,5%, contro, per esempio, il 4,9% che dovrebbe essersi registrato in media nella zona euro. Per il 2022 la crescita del Paese nordamericano dovrebbe attestarsi al 4% per ripiegare poi al 2,8% nel 2023 e stabilizzarsi nell’ordine del 2% nel medio periodo: anche in questo caso sono prospettive migliori rispetto a quelle della zona euro (3,9% nel 2022, 2,5% nel 2023 e poi l’1,4%) e nel complesso non distanti da quelle degli statunitensi (4% nel 2022, 2,5% nel 2023 e poi 2,2%).
Anche il 2021 è stato un anno ottimo per le azioni canadesi: in media, in euro e dividendi inclusi, hanno guadagnato il 36,2% rispetto al +24,9% medio fatto registrare dalle azioni mondiali.
Si stima che le spese dei consumatori, da sole, abbiano fatto crescere di circa il 2% la ricchezza complessiva canadese.
I punti di forza dell’economia canadese
Tre i punti di forza che giustificano tali buone prospettive. In primo luogo, ci sono le spese dei consumatori che, nel complesso, sono usciti meglio del previsto dalla pandemia: han risparmiato e ora si sono buttati a comprare.
TITOLI CANADESI ALLA PROVA
La Borsa canadese (linea intermedia; base 100) si è ripresa post pandemia, trascinata anche da titoli bancari come Bank of Nova Scotia (grassetto). Più attardata Enbridge (linea sottile) che ha ottenuto risultati doppi rispetto alla media delle altre azioni del settore degli oleodotti. Vendi sia Bank of Nova Scotia, sia Enbridge. Le variazioni riportate nel grafico sono in euro e dividendi inclusi. I dati sono forniti da Refinitiv.
C’è anche un clima generale di fiducia nel Paese che sostiene quelle spese: il tasso d’occupazione è tornato a livelli pre-pandemia, si intravedono segnali di una crescita dei salari e poi c’è la ricchezza che deriva dall’aumento del valore delle case – i prezzi degli immobili residenziali sono aumentati di oltre il 25%, facendo salire la ricchezza di circa il 70% delle famiglie che hanno una casa di proprietà. In seconda battuta c’è la salute dei vicini Usa: le imprese canadesi sono molto ben integrate nel sistema produttivo americano e hanno negli statunitensi dei clienti privilegiati. Infine, c’è da considerare il buon momento per il settore delle materie prime, e in particolare dell’energia, che sta dando impulso alle esportazioni canadesi – i progetti di estrazione di idrocarburi canadesi sono particolarmente costosi, quindi la produzione in Canada corre quando i prezzi del greggio sono alti.
L’economia canadese si è comunque diversificata nel corso degli ultimi anni, in particolare nel settore tecnologico, e non è più così dipendente dalle esportazioni di materie prime ed energia.
Canada: per chi e come
Ci sono anche degli aspetti a cui porre attenzione. Primo: in un mondo che va verso un rialzo dei tassi, e quindi di mutui e finanziamenti più costosi, c’è chi teme un brusco calo del valore degli immobili canadesi – e ogni volta che succede non è un bene per l’economia e per le Borse. Secondo: sempre in tema di tassi, un rialzo brusco negli Usa potrebbe frenare l’economia statunitense, traino importante per la ricchezza del Canada. Terzo: come detto sul n° 1450 ci aspettiamo un progressivo ridimensionamento del prezzo del petrolio nei prossimi anni e questo potrebbe pesare un po’ sull’andamento delle azioni del settore energetico, che sono ancora circa il 15% del listino. Alla luce di questo, e del fatto che nel complesso la Borsa di Toronto presenta degli indicatori di convenienza ancora migliori di quelli medi delle Borse mondiali, riteniamo comunque che una quota del 5% di azioni canadesi possa trovare giusto spazio nel portafoglio di chi si ritrova nel nostro profilo d’investitore equilibrato e dinamico – se invece ti ritieni un investitore difensivo, che teme molto le oscillazioni dei listini, meglio stare alla larga dal Canada. Per investire sulla Borsa canadese acquista l’Etf Ubs Msci Canada (36,87 euro; Isin LU0446734872), quotato a Milano e facilmente acquistabile anche tramite il trading online della tua banca. In un colpo solo compri l’andamento di circa 90 azioni canadesi e, facendo l’acquisto sulla Borsa di Milano, paghi anche commissioni di compravendita alla tua banca più contenute di quelle che spenderesti andando a comprare direttamente un titolo azionario sulla Borsa di Toronto.
Nel complesso le azioni canadesi hanno un rapporto tra prezzo di Borsa e utili futuri attesi di circa 14 contro il 16 medio delle Borse mondiali – considera questi numeri come il prezzo al chilo, più è basso più sono convenienti. Anche il rendimento atteso da dividendo è al 2,6% annuo lordo per le azioni canadesi contro il 2% medio per le Borse mondiali.
Vendi Bank of nova scotia e enbridge
Gli Etf hanno il problema di essere fiscalmente inefficienti: non puoi usare minusvalenze pregresse per pagare meno tasse sui guadagni con gli Etf. Per questo, in passato, abbiamo consigliato un paio di scommesse secche su due titoli della Borsa di Toronto – i rischi di un investimento su un solo titolo aumentano rispetto a quelli dell’acquisto dell’Etf. Il primo è Bank of Nova Scotia (91,87 Cad; Isin CA0641491075), una delle principali banche del Paese: come vedi nel grafico Titoli canadesi alla prova si è comportato meglio del resto della Borsa di Toronto e oggi viaggia sui massimi. Dopo un primo sbandamento legato all’esplosione della pandemia, ha beneficiato pienamente della forte ripresa economica e ha chiuso l’anno fiscale 2021 (termina a fine ottobre) con un utile per azione in crescita di ben il 45% rispetto all’anno prima (e rispetto a un obiettivo di crescita a medio termine del 7%). Ha le carte in regola per continuare ad approfittare della buona tenuta dell’economia canadese e ci si aspetta una crescita dell’utile per azione di quasi il 9% nell’anno in corso e di circa il 6% durante l’anno prossimo. Queste prospettive di crescita sono però, ormai, ampiamente scontate dal mercato: il titolo ha indicatori di convenienza peggiori di quelli medi del settore bancario e ormai allineati a quelli medi storici. I rischi ci sembrano prevalere sulle opportunità, quindi è il caso di vendere. Il secondo titolo è Enbridge (52,55 Cad; Isin CA29250N1050), specializzata nella gestione del trasporto del gas e del petrolio in Nord America. L’andamento del titolo dallo scoppio della pandemia è stato peggiore di quello della Borsa di Toronto. A pesare, durante lo scorso autunno, la decisione delle autorità canadesi di rivedere un sistema tariffario che avvantaggiava troppo, a suo dire, le grandi raffinerie americane. Questo potrebbe tradursi in minori introiti nei prossimi anni e già i risultati finali del 2021, per quanto in crescita, si sono dimostrati lievemente al di sotto delle aspettative. A questo va aggiunto che gli investimenti per espandersi nel settore delle attività rinnovabili, pur cominciando a dare qualche frutto, pesano ancora sulla redditività del gruppo. Anche se il generoso dividendo (ai prezzi attuali rendimento atteso del 6,7% annuo lordo) non dovrebbe essere rimesso in discussione – in tempi di inflazione galoppante è uno dei punti di forza del titolo – per quanto detto riteniamo che anche in questo caso i rischi prevalgano sulle opportunità. Vendi e incassa i guadagni sulle Enbridge.
Bank of Nova Scotia ha un rapporto tra prezzo e utili attesi per il 2023 pari a 10,1 contro il 5,4 delle altre azioni bancarie simili, il rapporto tra prezzo e valore contabile è di 1,5 contro lo 0,6 delle altre azioni – più i valori sono alti più le azioni sono care.
Con Bank of Nova Scotia chi ci guadagna di più è chi ha comprato dopo il primo consiglio (maggio 2017, vedi n° 1223), +61% contro il +37% delle altre azioni bancarie e il +63% della Borsa canadese, chi ci guadagna di meno è chi ha comprato a novembre 2017 (vedi n° 1245), +40% contro il +32% delle azioni bancarie e il +55% della Borsa canadese. Con le Enbridge, invece, chi ci guadagna di meno è chi ha comprato dopo il primo consiglio, +40% contro il +21% delle azioni degli oleodotti e il +63% della Borsa canadese, chi ci guadagna di più è chi ha comprato a maggio 2018 (vedi n° 1272), +74% contro il +30% delle altre società degli oleodotti e il +53% della Borsa canadese. Le variazioni sono in euro e dividendi inclusi.
Acquista Toromont
Piuttosto, per una scommessa secca su un titolo azionario canadese ti suggeriamo ora le azioni Toromont (107,93 Cad; Isin CA8911021050), società che si occupa di fornire macchinari (a marchio Caterpillar), servizi e assistenza post-vendita per attività nel settore minerario, industriale, forestale e delle costruzioni. Per dirla in parole povere, se c’è un cantiere in Canada, verosimilmente Toromont è coinvolta. Non per nulla il gruppo ha chiuso l’ultimo trimestre del 2021 con risultati ottimi, registrando un utile per azione di 1,28 dollari canadesi (Cad), in crescita di quasi il 19% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e del 13% rispetto al trimestre precedente. La crescita delle attività, trainate dal buon andamento dell’economia canadese, e il controllo dei costi hanno contribuito a un ulteriore miglioramento della redditività. Inoltre, il gruppo ha registrato anche un buon livello di ordini durante l'anno in tutte le sue attività, fatto che contribuirà a sostenere la crescita anche nei prossimi anni. Per questo, nonostante l’impennata del titolo in Borsa, una scommessa sul titolo si può ancora fare. Si tratta, però, di una scommessa rischiosa: il gruppo è dipendente dal successo di mercato dei mezzi Caterpillar e se le attese sui ritmi di crescita dell’economia canadese dovessero essere disattese il titolo rischia una mazzata. Solo per speculatori, non per il buon padre di famiglia; quest’ultimo acquisti l’Etf Ubs Msci Canada citato in precedenza.
Dopo aver chiuso il 2021 con un utile per azione di 4,03 Cad (rispetto ai 3,1 del 2020) ci aspettiamo che la crescita di Toromont continui e stimiamo un utile per azione di 4,5 Cad a fine 2022 e di 4,8 Cad a fine 2023.
Purtroppo, le azioni Toromont non sono semplici da acquistare in quanto quotate, in pratica, solo sulla Borsa di Toronto – risultano quotate anche a Francoforte, ma su un segmento del mercato cui di solito le banche italiane non concedono accesso via internet.
Toromont in volata
Le azioni Toromont (grassetto; base 100) hanno fatto mangiare la polvere al resto delle azioni canadesi (linea sottile; i dati nel grafico sono in euro e a dividendi inclusi). Una scommessa, però, ancora ci può stare.
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