Siamo a metà di un “annus horribilis”

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Giugno consolida le perdite di un brutto 2022 con un -6,2% per le Borse mondiali (dato in euro e dividendi inclusi) che porta il bilancio da inizio anno a quota -11,6% e un -0,7% per i titoli di Stato mondiali che porta il bilancio dei primi 6 mesi del 2022 a -6,3%.
UNA SITUAZIONE PESSIMA (SALVO CHE IN CINA)
Se si eccettua il +8% delle Borse cinesi, i mercati azionari sono andati tutti male. Zurigo -4,7%; Tokio -4,7%; Jakarta -5,4%; New York -6,1%; Londra -7,1%; Toronto -8,3%; Eurozona -8,8%; Sidney -10%; Stoccolma -13,4%; Seul -15,7%. Il discorso sul fronte obbligazionario è simile, anche se qui salta più all’occhio l’effetto valutario, con i guadagni sull’euro di dollaro Usa (+2,5%) e yuan cinese (+1,9%) e le pesanti perdite del real brasiliano (-7,2%). Abbiamo, dunque, i seguenti risultati: +1,8% per i titoli di Stato cinesi e +1,7% per quelli Usa, ma anche -2,1% per i titoli di Stato in euro, -2,7% per quelli svedesi, -3,1% per quelli giapponesi, -4% per quelli norvegesi e -6,7% per quelli brasiliani. In rosso pure i bond high yield in euro (-7%) e in dollari americani (-4,5%).
Visto il contesto difficile, abbiamo operato una scelta importante: abbiamo deciso di uscire dai bond in euro ad alto rendimento (presenti finora con una quota del 5% in tutte e tre le nostre strategie di investimento) e di investire nelle azioni cinesi che sbarcano con una quota del 5% per l’investitore Difensivo e raddoppiano il loro peso, dal 5% al 10%, per gli investitori Equilibrato e Dinamico.
Le nostre strategie (via i bond high yield in euro, entrano le azioni cinesi) | ||
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Quanto devi dedicare alle azioni delle seguenti Borse | ||
Difensivo | 30% | 5% Giappone; 5% Gran Bretagna; 5% Svezia; 5% Svizzera; 5% Cina; 5% Usa. |
Equilibrato | 55% | 5% Giappone; 5% Gran Bretagna; 5% Svezia; 5% Svizzera; 5% Sud Corea; 5% Canada; 10% Cina; 5% Messico; 10% Usa. |
Dinamico | 75% | 10% Giappone; 5% Gran Bretagna; 5% Svezia; 5% Svizzera; 5% Sud Corea; 5% Canada; 10% Cina; 5% Messico; 15% Usa; 5% Australia; 5% Indonesia. |
Quanto devi dedicare alle obbligazioni | ||
Difensivo | 70% | 35% in euro breve termine; 5% in corone svedesi; 5% in corone norvegesi; 10% in yen giapponesi; 5% in yuan cinesi; 5% in dollari Usa breve termine, 5% in real brasiliani. |
Equilibrato | 45% | 10% in euro breve termine; 5% in corone svedesi; 5% in corone norvegesi; 10% in yen giapponesi; 5% in dollari Usa breve termine; 5% in dollari Usa alto rendimento; 5% in real brasiliani. |
Dinamico | 25% | 10% in yen giapponesi; 5% in dollari Usa a breve termine; 5% in dollari Usa alto rendimento; 5% in real brasiliani. |
E i Paesi Emergenti?
La guerra in Ucraina non è in cima alla lista delle priorità dei Paesi Emergenti che mantengono un approccio pragmatico, dando la priorità soprattutto all’approvvigionamento di beni essenziali. Anzi, alcuni di loro, come l'Indonesia, uno dei principali produttori di nichel, sono anche nella posizione ideale per trarre vantaggio da questo conflitto, che sta facendo impennare le loro esportazioni e gli investimenti nei loro Paesi. Le principali minacce per questi Paesi non provengono, quindi, dalla guerra, ma dall'aumento dei tassi di interesse Usa che servono come punto di riferimento per la finanza in tutto il mondo. Il loro rialzo si traduce, in effetti, in un aumento dei costi del credito per i mercati emergenti; un fenomeno che è ancora più accentuato per quei Paesi le cui finanze non sono gestite in modo ottimale o la cui bilancia corrente (che misura il rapporto tra importazioni e esportazioni, flussi finanziari inclusi) è, in larga misura, deficitaria. Non per nulla, alcune valute come il real brasiliano o la lira turca hanno subìto qualche scossa nelle ultime settimane. Nonostante le turbolenze, continuiamo a investire in Indonesia con Lyxor Msci Indonesia (131,14 euro; Isin LU1900065811) e in titoli di Stato del Brasile con Hsbc Gif Brazil bond AC (16,62 dollari Usa; Isin LU0254978488), Hsbc Gif Brazil bond AD (5,69 dollari Usa; Isin LU0254979023) e con i titoli che trovi a pagina 13. Si tratta di due Paesi le cui Autorità hanno preso atto delle sfide da affrontare e che restano, a nostro avviso, interessanti.
DICIAMO ADDIO AI BOND IN EURO AD ALTO RENDIMENTO
Gli ultimi mesi hanno segnato un cambiamento epocale per il mondo finanziario. Anche se è cresciuta la probabilità che una politica monetaria restrittiva possa far precipitare l’economia verso una recessione, sia la Fed sia la Bce hanno deciso che la lotta all'inflazione deve avere la precedenza su tutto e continueranno ad inasprire le loro politiche monetarie. La combinazione di tassi di interesse più alti, minore acquisto di titoli da parte delle Banche centrali, alta inflazione e alta probabilità di recessione è un insieme di eventi tossico per i mercati.
L'aumento dei tassi sui titoli di Stato spinge al rialzo i rendimenti ovunque, con effetti pesanti sui Paesi finanziariamente deboli e sui bond più rischiosi, quelli ad alto rendimento. Se guardiamo cosa è successo negli ultimi 25 anni per questi titoli, notiamo tre cose. Primo: i rendimenti aumentano col deteriorarsi dell’economia. Secondo: l'intervento della Bce è stato determinante nel riportare i rendimenti sotto controllo. Terzo: prima della crisi del 2008-09, i rendimenti dei titoli ad alto rendimento erano intorno ai livelli attuali in tempi buoni, ma molto più elevati in momenti di crisi. Con le recenti scelte della Fed e della Bce, riteniamo probabile che torneremo in una situazione analoga, col rischio che i prezzi dei bond ad alto rendimento finiscano per calare. La salvezza da tale scenario potrebbe venire da tre situazioni; la prima è che gli investitori inizino a preferire titoli più rischiosi, cosa improbabile quando l'economia è in crisi e i titoli di Stato Usa rendono anche il 3%, la seconda è un ritorno agli interventi delle Banche centrali degli ultimi anni (non è probabile), la terza è una forte ripresa economica. E qui siamo lontani, soprattutto in Europa dove la transizione verso le fonti rinnovabili avrà costi elevati, motivo per cui abbiamo deciso di non scegliere più bond ad alto rendimento in euro per i nostri portafogli, pertanto il consiglio su Amundi euro High Yield liquid bond (206,68 euro; Isin LU1681040496) passa da acquista a mantieni.
LE AZIONI CINESI IN SINTESI
Il mercato cinese vede diversi tipi di azioni che variano a seconda del mercato di quotazione e della valuta in cui sono espresse. L’indice Msci China, che è costituito da oltre 700 società cinesi per una capitalizzazione superiore ai 4/5 del mercato cinese stesso, comprende tutte quante queste categorie. Abbiamo in particolare le seguenti tipologie. Azioni A: sono quotate a Shanghai (Borsa dominata da società statali di grandi dimensioni) e Shenzhen (Borsa dominata da società private di cui molte della new economy), nella valuta cinese e solo da alcuni anni sono acquistabili anche dai non cinesi tramite il programma Stock Connect che unisce le Borse della Cina continentale a quella di Hong Kong e tramite programmi dedicati agli investitori professionisti (es. fondi). Azioni B: sempre emesse a Shanghai e Shenzhen sono espresse in dollari Usa se quotate a Shangai e in dollari di Hong Kong se quotate a Shenzen. Originariamente erano pensate per gli investitori stranieri, anzi fino al 2001 non erano neppure accessibili ai cinesi. Azioni H: sono di società con sede in Cina, ma quotate a Hong Kong in dollari di Hong Kong. Red chips: società non cinesi quotate a Hong Kong, ma controllate da aziende statali cinesi e che fanno affari in Cina. P-chips: società non cinesi (es delle Cayman) quotate a Hong Kong, ma controllate da privati cinesi. Azioni cinesi quotate su mercati esteri (es. Adr, certificati che rappresentano quote di società cinesi).
INVESTI IN AZIONI CINESI IL 5% O IL 10% DEI TUOI PORTAFOGLI
La scelta di sostituire i bond in euro ad alto rendimento con le azioni cinesi dipende da due motivi. Il primo è che la Cina è in un momento del ciclo economico diverso da quello occidentale. Se le Banche centrali occidentali stanno riducendo la liquidità e i governi stanno trattenendo le misure che hanno sostenuto l'economia dall'inizio della pandemia, la Cina si muove in senso contrario: Pechino ha annunciato molte misure tra cui tasse più basse e meno restrizioni su alcuni tipi di acquisti, investimenti in infrastrutture, rinnovata crescita del credito e ogni tipo di incentivi, inclusa una spinta per spingere i giganti della tecnologia del paese a entrare nuovi settori. Le condizioni per il credito sono state migliorate. Dopo un inizio 2022 difficile per i blocchi in alcune grandi città, il Paese ha dichiarato la vittoria nella lotta contro la variante Omicron. Viste le tensioni causate all'economia, riteniamo che qualsiasi risposta a una futura ondata di pandemia sarà in qualche modo meno drammatica delle politiche che abbiamo visto attuate negli ultimi mesi. Pechino ha un obiettivo di crescita del 5,5% per il 2022. Sebbene sia improbabile che lo raggiunga, riteniamo che il mercato interno e l'economia nel suo insieme vedranno una forte accelerazione tra la fine del 2022 e il 2023 con l'arrivo dei risultati del programma di stimolo.
La crescita cinese non è mancata neppure nel pandemico 2020 quando ha messo a segno un +1% (-8,3% l’eurozona). Dopo un 2021 chiusosi con un +8,4% prevediamo un +4% quest’anno e nei prossimi anni. Si tratta di un dato inferiore agli obiettivi più sfidanti della Cina, ma comunque superiore a quello dell’eurozona (+1% nel 2022, +1,5% nel 2023 e +1,1% nel 2024).
Cambiamenti nei consigli |
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Amundi euro High Yield liquid bond (208,68 euro; Isin LU1681040496) |
A ➜ M |
A: acquista; M: mantieni. Valori della quota al 30 giugno 2022. * Consigliato per un portafoglio con rendita, segue il consiglio sui prodotti dedicati ai bond in euro ad alto rendimento. |
Il secondo motivo è che la Cina continua a spingere la catena del valore. L'esempio migliore viene dall'industria automobilistica, con la spinta verso i veicoli elettrici. La Cina ha chiuso il mercato interno delle batterie agli operatori stranieri e mira ad esportare non solo le batterie, ma le auto. Nell'ultimo anno, le esportazioni di auto dalla Cina verso l'Europa sono più che raddoppiate (+122% a maggio), trainate dai veicoli elettrici. La Cina era un consumatore netto di veicoli europei. La situazione si sta rapidamente invertendo e la Cina è sulla buona strada per esportare più veicoli in Europa di quanti ne importi dall'Europa. Certo i rischi non mancano: in primis quello di un deterioramento dei rapporti con l'Occidente, tuttavia in un momento in cui la crescita europea soffrirà e gli Stati Uniti cercheranno di evitare una recessione, è probabile che la crescita della Cina ne esca bene. A ciò aggiungiamo che le azioni cinesi misurate dall’indice Msci China (vedi riquadro alla pagina precedente) sono più convenienti delle medie mondiali e leggermente più convenienti di quelle dell’eurozona. Per questo puoi comprare un Etf che investe nella globalità del mercato cinese come Hsbc Msci China Ucits (7,45 dollari Usa; Isin IE00B44T3H88). Lo preferiamo ad altri prodotti che vedi in tabella con una valutazione anche migliore, perché offre una esposizione molto ampia ai mercati cinesi evitando di soffermarsi su un solo segmento, come per esempio il prodotto dedicato all’indice cinese Csi 300 che investe nelle sole azioni quotate a Shangai e Shenzen.
IL PUNTO SUI SETTORI
Questo mese sono cambiate le indicazioni offerte dai nostri modelli su diversi settori. La valutazione del settore trasporti passa da interessante a neutro, senza effetti sul nostro consiglio sul settore industriale di cui i trasporti fanno parte che resta mantieni. Il passaggio dei bancari da interessante a neutro è in linea con il consiglio sul settore finanziario (mantieni) di cui i bancari sono parte importante. Le azioni farmaceutiche e biotech da un giudizio pari a neutro tornano interessanti, confermandoci nella bontà della nostra scelta di continuare ad acquistare l’intero settore salute fatta nel n° 1467. Il passaggio delle società che producono prodotti personali e per la casa da non interessante a neutro migliora la nostra visione complessiva del settore Beni di prima necessità di cui fanno parte, qui il consiglio passa da vendi a mantieni (se ti fossi dimenticato di venderli). Il fatto che i titoli legati ai servizi telecom da neutro passino a interessante spingerebbe all’acquisto del settore Comunicazioni la cui altra componente, Media e intrattenimento, continua a ottenere una valutazione pari a neutro. In un momento in cui le Borse affrontano i problemi che abbiamo visto in queste pagine ci sembra, però, prematuro dare un consiglio di acquisto, per cui resta mantieni. Il settore materiali passa, infine, da interessante a neutro. A raffreddare la valutazione è soprattutto il cambio del momentum (vedi a lato) che due mesi fa era diventato positivo e ora torna neutro, e in minor misura l’indice di Sharpe (sempre a lato) che due mesi fa era 0,72 e che ora è 0,54. Il tema della scarsità delle risorse è ancora forte, ma visto che il peggioramento della situazione economica mondiale rende questi tempi un po’ incerti per le Borse, ci sentiamo di assecondare le indicazioni del nostro modello di valutazione di passare il settore da acquista a mantieni, pertanto anche Xtrackers Msci world materials (47,15 dollari Usa; Isin IE00BM67HS53) che ci investe passa da un consiglio di acquisto a mantieni.
Elaboriamo il nostro giudizio sui settori sulla base di quattro pilastri. Il primo è la volatilità: più un settore è volatile, più è rischioso. Pesa per il 5% della valutazione. Il secondo è il momentum, cioè la tendenza che un settore ha mostrato negli ultimi mesi verso una buona o una cattiva performance. Pesa per il 25% della valutazione. Il terzo è la valutazione fatta rispetto a due rapporti che funzionano un po’ come fossero il prezzo al chilo delle azioni; sono il rapporto prezzo / valore contabile atteso delle azioni e il rapporto prezzo / utile atteso per azione rapportato a sua volta alla crescita annualizzata. Pesa per il 35% della valutazione. Il quarto è l’indice di Sharpe, che indica la redditività marginale di un'attività ottenuta per unità di rischio. Più alto è, meglio è. Pesa per il 35% della valutazione.
ILA NOSTRA VALUTAZIONE DEI SETTORI | |||||
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Settore di riferimento | Valutazione | VOL | MOM | VAL | SHA |
Energia (mantieni) | |||||
Energia | Interessante | ***** | + | MCO | 0,30 |
Materiali (mantieni da acquista) | |||||
Materiali | Neutro | *** | = | COR | 0,54 |
Industriali (mantieni) | |||||
Beni strumentali | Neutro | *** | = | CON | 0,32 |
Servizi commerciali e professionali | Neutro | ** | = | COR | 0,69 |
Trasporti | Neutro | ** | = | MCA | 0,48 |
Beni di consumo discrezionali (mantieni da vendi) | |||||
Automobilistico | Interessante | ***** | = | MCO | 0,50 |
Beni di consumo durevoli | Neutro | *** | = | CON | 0,49 |
Servizi ai consumatori | Neutro | *** | = | COR | 0,18 |
Commercio al dettaglio | Neutro | *** | - | MCO | 0,62 |
Beni di consumo di prima necessità (mantieni invece che vendi) | |||||
Cibo, bevande e tabacco | Neutro | * | + | MCA | 0,51 |
Prodotti personali, per la casa | Neutro | * | = | MCA | 0,65 |
Vendita cibo e beni prima necessità | Neutro | * | = | MCA | 0,84 |
Salute (acquista) | |||||
Servizi e attrezzature per la salute | Interessante | * | = | MCA | 0,94 |
Farmaceutici e biotech | Interessante | * | + | MCA | 0,92 |
Finanziari (mantieni) | |||||
Bancario | Neutro | *** | = | MCO | 0,17 |
Finanziari diversi | Neutro | *** | = | CON | 0,52 |
Assicurativi | Interessante | *** | + | CON | 0,50 |
Informatica (acquista) | |||||
Semiconduttori | Interessante | **** | = | CON | 0,97 |
Software e servizi | Neutro | *** | = | MCA | 0,93 |
Tecnologici (hardware) | Interessante | *** | = | COR | 1,01 |
Comunicazioni (mantieni) | |||||
Media e intrattenimento | Neutro | *** | - | CON | 0,44 |
Servizi telecom | Interessante | * | + | COR | 0,42 |
Utility (acquista) | |||||
Utility | Interessante | * | + | MCA | 0,74 |
Immobiliare (mantieni) | |||||
Immobiliare | Neutro | ** | = | COR | 0,39 |
NB: in grassetto i valori cambiati rispetto al mese di giugno. |
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