Etf legati all’inflazione

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Il dato di aprile vede l’inflazione italiana all’8,2%. Le stime provvisorie per maggio, uscite il 31, la danno in calo al 7,7%. L’inflazione, dunque, continua a subire gli effetti del balzo dei prezzi che c’è stato nella seconda metà del 2022, quando l’indice dei prezzi per l’intera collettività Nic è passato da 113 di luglio a 118,7 di novembre (+4,8% in quattro mesi) e l’indice Ipca (quello armonizzato europeo) è passato dal 112,8 di luglio al 120,8 di novembre (+7,1%). Da allora la situazione è un po’ migliorata, l’indice Nic provvisorio di maggio è a quota 119,7, in crescita dello 0,8% su novembre. La crescita dei prezzi è, quindi, rallentata e se continuasse così finiremmo a ottobre con un dato d’inflazione più basso rispetto a ottobre scorso (merito anche del rialzo dei tassi, vedi riquadro). Ebbene, in una situazione simile aver investito in titoli indicizzati all’inflazione dovrebbe essere stato una marcia trionfale. Eppure, non è stato così. Anzi, se nel n° 1403 del febbraio 2021 avevamo dato spazio a una piccola scommessa su Lyxor euro government inflation linked bond (162,37 euro; Isin LU1650491282) che investe in titoli indicizzati all’inflazione, poi nel n° 1437 del novembre 2021 ti avevamo detto di venderlo e di incassare il guadagno, dicendoti di preferire, in caso di inflazione, l’Etc Invesco Physical Gold (176,7 euro; Isin IE00B579F325). Da novembre 2021 a oggi, in poco più di due anni, il livello dei prezzi europeo è salito di oltre il 10%, ma l’Etf in questione è calato dai 173,64 euro di allora agli attuali 162,37, diversamente dall’Etc sull’oro che è cresciuto, passando da 157,5 a 176,7 euro. Come mai?
I motivi sono diversi: da un lato il mercato tende ad anticipare le fiammate inflattive, per cui quando ci sono vengono già scontate nei prezzi, da un altro l’Etf in questione investe in un paniere di titoli indicizzati la cui duration è di circa 8 anni. Che cos’è la duration? Per i particolari ti rimandiamo al lessico su www.altroconsumo.it/investi/lexicon/d/duration. In questa sede ci limitiamo a dirti che tra le altre cose è una misura della sensibilità dei prezzi dei bond di fronte alla variazione sul fronte dei tassi d’interesse. Semplificando: una durata di 8 anni significa che se i tassi salgono dell’1% i prezzi calano grosso modo di 1x8=8 punti percentuali. Oggi i bond europei a 8 anni in media danno il 3,2% annuo. A novembre 2021 rendevano lo 0,1% annuo. In altri termini c’è stato un rialzo intorno al 3% che significa sui prezzi un calo di 3x8=24%. È un dato che supera sia la crescita dei prezzi nello stesso periodo, sia quanto incassato dall’Etf con le cedole. La morale, quindi, è una sola: in presenza di una fiammata inflattiva e di un contemporaneo rialzo dei tassi questi Etf indicizzati all’inflazione con scadenze lunghe potrebbero non essere, come sembrano a prima vista, la scelta ideale, dipende da come si muovono sia l’inflazione, sia i tassi reali.
Più in generale, pensiamo che la lotta al carovita si ottenga con una strategia bilanciata di lungo periodo come quella offerta dai nostri portafogli www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
BTpi, OaTei e Bundei sono i titoli di Stato di Italia, Francia e Germania indicizzati all’inflazione europea. La caratteristica di questi titoli è che sia il capitale rimborsato, sia le cedole sono rivalutati in base all’inflazione europea. Il meccanismo è il seguente: poniamo che li compri a un prezzo di 100 all’emissione (con un taglio minimo da 1.000 euro paghi 1.000 euro). Poniamo che alla scadenza l’inflazione sia stata del 25%. Ti sarà rimborsato a un valore pari a 100x(1+25%)=125, cioè riceverai 1.250 euro. Se lo compri dopo l’emissione dovrai riconoscere l’inflazione maturata nel frattempo a chi lo vende. Poniamo che l’inflazione maturata sia il 5%. Pagherai il prezzo (che a questo punto non è più necessariamente 100, ma può essere sceso o salito a seconda di come sono andati i tassi) moltiplicato per (1+5%). Se il prezzo è 98, paghi 98x(1+5%)=102,9, 1.029 euro, a cui va aggiunto il rateo di cedola maturata. Anche le cedole sono rivalutate con un meccanismo analogo.
Un caso diverso è quello del BTp Italia che, oltre a essere indicizzato all’inflazione italiana e non europea, restituisce l’inflazione sul capitale in ogni cedola. In altri termini, riprendendo il nostro esempio con 25% di inflazione su più anni, se lo paghi 1.000 non ti viene ripagato a 1.250, ma a 1.000, perché i 250 euro di inflazione ti vengono ridati man mano insieme alle cedole.
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