Il rendiconto costi e oneri

Il rendiconto costi e oneri racconta una storia importante: quanto ti è costato davvero farti “lavorare” i tuoi risparmi nell’anno passato.
Il rendiconto costi e oneri racconta una storia importante: quanto ti è costato davvero farti “lavorare” i tuoi risparmi nell’anno passato.
Quando ricevi il rendiconto costi e oneri non trattarlo come una delle tante lettere bancarie da cestinare. Quel documento racconta una storia importante: quanto ti è costato davvero farti “lavorare” i tuoi risparmi nell’anno passato. Nato grazie alla direttiva MiFID II, il rendiconto è lo strumento con cui intermediari e banche devono rendicontare al cliente, in modo chiaro e comprensibile, ciò che è stato applicato in termini di commissioni, spese, oneri fiscali e incentivi. L’idea è semplice: chi investe ha il diritto di sapere cosa paga, dove e perché.
Non è un esercizio puramente tecnico: è una tutela concreta. Senza questa trasparenza, molti costi restavano nascosti, accumulandosi come un “piccolo rubinetto” che alla fine prosciuga i rendimenti. Grazie al rendiconto, l’investitore può confrontare diversi intermediari, valutare se è il caso di cambiare, e affrontare con consapevolezza il dialogo con il proprio consulente.
Dove trovare il rendiconto?
Spesso il rendiconto arriva entro il 30 aprile, caricato nella sezione “documenti”, “trasparenza costi” o “rendiconti finanziari” nell’home banking. Non sempre ricevi una notifica esplicita: molte banche lo fanno arrivare silenziosamente. Se non lo vedi, chiedilo tu: hai diritto di riceverlo, anche in versione dettagliata. In alcuni casi il cliente riceve solo una versione sintetica, mentre quella analitica va esplicitamente richiesta all’intermediario.
Ricorda: hai sempre il diritto di ricevere informazioni chiare e complete. Se qualcosa non torna, puoi pretendere spiegazioni scritte e non solo a voce.
Le sezioni fondamentali
Quando hai davanti il rendiconto, devono essere visibili alcune sezioni essenziali, e ognuna merita attenzione:
Come muoversi nella pratica
Quando leggi il rendiconto, inizia dal totale in percentuale: se supera due punti percentuali per gestioni “standard”, è un campanello d’allarme. Ma non fermarti lì. Scava dentro le voci di prodotto: chiedi cosa significano i costi “correnti” o “una tantum” e come sono calcolati. Verifica se gli incentivi sono stati esposti singolarmente o inclusi nel costo del prodotto. Fai attenzione alle commissioni di negoziazione o ai costi di cambio se operi su mercati esteri. E guarda con sospetto eventuali voci poco chiare o titoli generici che non spiegano cosa stai pagando esattamente.
Un altro accorgimento utile è confrontare il tuo rendiconto con quelli di altri intermediari o con benchmark di mercato. Strumenti come ETF o fondi indicizzati tendono ad avere costi molto bassi, e se il tuo portafoglio è composto prevalentemente da prodotti gestiti attivamente, il delta di spesa può essere forte.
E se i costi ti sembrano eccessivi?
Infine, tratta il rendiconto come un documento da “revisionare” anno per anno: tieni traccia delle variazioni di costo, delle modifiche contrattuali, dei prodotti che diventano troppo onerosi e delle opportunità di ristrutturazione del portafoglio.
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