Per quanto il tema dell’intelligenza artificiale sia attualissimo, prima di buttarci a investire in fondi che ne fanno uso preferiremmo vederla all’opera per un po’ di tempo. D’altronde come non valutiamo la qualità di gestione di un fondo che non sia indicizzato con meno di 5 anni di vita, non ce la sentiamo di esprimerci a scatola chiusa su una rivoluzione appena iniziata. Tanto più che ci sono elementi che ci inducono alla prudenza.
Innanzitutto, quali sono i principali benefici dell’uso dell’AI? Riduzione di tempi e costi per analizzare i dati, rapidità nell’agire, assenza di emozioni, capacità (probabilmente) di apprendere dagli errori. A fronte di questi benefici abbiamo, però, alcuni punti deboli. Il primo è l’ampio uso di dati storici. In sé non c’è nulla di male, è un principio su cui è basata l’analisi tecnica, e presuppone che i prezzi contengano tutte le informazioni del caso, tuttavia, siamo sicuri che l’AI sia in grado di non restare spiazzata in caso di novità improvvise? E siamo sicuri che sia al sicuro da possibili manipolazioni dei dati? L’intuito di fronte agli imprevisti non è una cosa secondaria. Lo si è visto nel flash crash del 2010, vedi riquadro.
In secondo luogo, l’AI non è una normale macchina informatica in cui un programmatore sa sempre dove mettere mano, ma funziona in maniera molto meno trasparente. Siamo pronti a mettere in mano i nostri soldi a qualcosa di intrinsecamente opaco senza averlo prima testato nella pratica? Le risposte dell’AI sono probabilistiche, quindi non sono esenti da errori, ma in quale misura sono in grado di riconoscerli? Chiunque abbia fatto una ricerca di dati attraverso l’intelligenza artificiale avrà notato che spesso per ottenere la risposta corretta bisogna raffinare la domanda più e più volte, prima che l’AI arrivi a un risultato. E non sempre è soddisfacente.
Come puoi vedere allo stato attuale i dubbi sono molti e, visto che i soldi sono importanti, riteniamo che sia meglio lasciar sperimentare ad altri le nuove tecnologie e vedere come matureranno. Si tratta di un approccio conservativo, ma al momento preferiamo piuttosto scommettere (attenzione è una scommessa rischiosa) sull’IA investendo in società che vi operano tramite Wisdomtree artificial intelligence (68,9 euro al 21 gennaio; Isin IE00BDVPNG13).
Il flash crash del 6 maggio 2010 fu un crollo improvviso della Borsa Usa influenzato da meccanismi automatici di trading. Qui, in inglese, i risultati dell’indagine della Sec (la Consob Usa) sulla vicenda: www.sec.gov/files/marketevents-report.pdf. |