Giugno: mercati tra rialzi e incertezze

Il mese segna un momento di riflessione per i mercati globali: invariati i portafogli.
Il mese segna un momento di riflessione per i mercati globali: invariati i portafogli.
Nel mese appena concluso le Borse mondiali hanno guadagnato (in euro e dividendi inclusi) lo 0,9%, proseguendo la riduzione della perdita da inizio anno (-3,2%). Non particolarmente brillante il giugno di Wall Street, che, dopo un maggio positivo, ha chiuso il mese a + 1,6% (da inizio anno siamo a -6,2%). In positivo, invece, San Paolo (+2,5%) e Istanbul (+5,8%), che hanno recuperato terreno dopo il tonfo di maggio, oltre a Varsavia (+3,6%) e alle Piazze cinesi (+1,9%). Hanno chiuso in rosso, invece, Jakarta (-1%), Sidney (-0,2%), Città del Messico (-1,1%), Mumbai (-0,3%).
Sul fronte obbligazionario, il mese di giugno non è stato caratterizzato da particolari scossoni: il rendimento dei titoli di Stato mondiali ha fatto -0,3%, quello dei titoli di Stato Usa è sceso dello 0,2%, mentre i titoli di Stato in euro hanno visto il loro rendimento salire dello 0,1%. Sul fronte societario abbiamo un +0,5% in euro e un +0,1% in dollari Usa, per il comparto high yield osserviamo un +0,4% in euro e un -0,2% in dollari Usa.
I nostri Portafogli: strategie confermate
Iniziamo da nostro portafoglio Equilibrato. Due mesi fa il nostro modello raccomandava un’esposizione del 44% in azioni. Poi, con il recupero dei mercati e l’aumento dei rendimenti obbligazionari, questa quota era leggermente scesa al 43%. Ora siamo tornati al punto di partenza: di nuovo al 44%. Un movimento minimo, che però segnala una certa stabilità nelle condizioni di mercato. Continuiamo a mantenere una leggera preferenza per le obbligazioni (azioni solo al 40%), scelta che riteniamo ancora valida nel contesto attuale. Se ci fosse l’intenzione di aumentare la componente azionaria, il modello individua nella Turchia una possibile destinazione. Tuttavia, considerando l’elevata volatilità di quel mercato, pensiamo che una simile esposizione abbia senso solo all’interno di un portafoglio più dinamico. In sintesi: nessuna modifica consigliata per ora. Passiamo al portafoglio Dinamico. La riduzione della piccola componente azionaria sudafricana proposta nei calcoli ha reso questo portafoglio più allineato alla strategia che effettivamente proponiamo. Un tema ancora aperto è quello della Cina: il modello continua a proporre un’esposizione più ampia su questo mercato, a scapito dell’Australia. Ma, con l’incertezza che ancora circonda i negoziati commerciali tra Cina e Usa, è difficile giustificare un aumento in questa fase. Inoltre, guardando alle performance recenti, negli ultimi tre mesi la Cina ha perso terreno, mentre l’Australia – sostenuta da un nuovo Governo e da una serie di tagli dei tassi – ha guadagnato qualcosa. Alla luce di tutto questo, anche qui decidiamo di non intervenire. Anche sul fronte del portafoglio Difensivo non vediamo ragioni per intervenire ritoccando le nostre poste. Il modello suggerisce di ridurre l’esposizione alle obbligazioni in euro per aumentare quella verso i bond cinesi, che però offrono rendimenti inferiori. È vero che questi strumenti presentano una correlazione molto bassa con il resto degli asset, e quindi contribuiscono a una maggiore diversificazione. Ma, considerando il contesto attuale e il livello dei rendimenti in Cina, sarebbe difficile giustificare uno spostamento in quella direzione. Anche qui, tutto resta invariato.
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