Bacco ti fa ricco?

Bacco ti fa ricco?
Bacco ti fa ricco?
Il vino non manca mai sulle tavole degli italiani e, ultimamente si fa strada sempre più anche nei portafogli. Sono diversi i servizi che ti permettono di investire direttamente in bottiglie di vino. Questa settimana puntiamo i riflettori sulla monegasca winedome.net che permette attraverso il suo sito o via app di comprare e rivendere bottiglie di vino che si possono far consegnare a casa (qualora si volesse far festa con gli amici), o conservare direttamente nelle sue cantine situate in Francia e in Italia. Le alternative che hai sono l’acquisto set di bottiglie di vino con caratteristiche di qualità determinate (le cosiddetta collections), oppure comprare direttamente bottiglie da altri privati. La società guadagna sia con delle commissioni che prende dal venditore (4%), sia dando la possibilità di conservare (a pagamento) i vini al fresco nelle sue cantine.
L’idea alla base dell’investimento in vino è che le buone annate col tempo vengono via via bevute e, quindi, il numero di bottiglie a disposizione cala: visto che i prezzi salgono con la scarsità questo dovrebbe portare a un loro aumento. D’altro canto il vino, pur ben conservato, dura a lungo, ma le sue qualità non durano in eterno, pertanto a seconda della tipologia di vino possiamo avere diversi orizzonti temporali, più brevi (fino a 5 anni), medio (5-9 anni) e lungo (10 e più anni).
La produzione mondiale di vino è relativamente stabile negli anni: dal 1995 si è situata grosso modo tra i 250 e i 300 milioni di ettolitri l’anno con Francia Italia e Spagna maggiori produttori mondiali, mentre la superfice coltivata in lieve calo: è passata da 7,8 milioni di ettari a 7,34 (fonte International Organisation of Vine and Wine www.oiv.int).
Winedome nelle condizioni contrattuali è esplicita sul fatto che la sua non è una attività finanziaria e ben si guarda dal proporti investimenti. Questo dovrebbe farti capire che siamo in un mondo meno strutturato e ricco di garanzie di quello degli investimenti classici. È un po’ come comprare opere d’arte, ci puoi fare l’affare, ma ti è richiesta una conoscenza di ciò che compri ben superiore a quella, già elevata, necessaria per investire in titoli. Il vino è un mondo maledettamente complesso e i rischi, oltre quello del fatto di prevedere correttamente la crescita di valore di una bottiglia nel tempo, stanno nella possibilità che si rovini e si ossidi. Va bene, ma se decidessimo di accettare comunque questi rischi, è un buon investimento? In realtà a guardare il passato (e il grafico qui sotto) la risposta è… nì.
IL VINO NEGLI ULTIMI 10 ANNI NON HA BRILLATO
L’indice dei vini Liv-ex fine wine 100 (in grassetto, base 100) ha fatto peggio delle Borse (linea sottile, dividendi inclusi) e non meglio dei titoli di Stato italiani a 7-10 anni (linea intermedia). I dati sono stati tutti presi in euro.
Per molto tempo il vino è stato un investimento eccellente: ha avuto grandi performance tra gli anni Novanta e durante il primo decennio del nuovo millennio quando ha reso circa tre volte quello che davano le Borse. Cento euro investiti in vino (indice Liv-ex fine wine 100) a fine 2001 oggi sarebbero circa 310, contro gli oltre 400 di un investimento nelle Borse di tutto il Mondo e i circa 255 di un investimento in BTp a 7-10 anni. Se si guada, però a tempi più recenti 100 euro investiti 10 anni fa (agosto 2012) ora sarebbero circa 150 contro i circa 290 delle Borse mondiali, più o meno in linea con l’andamento dei BTp a 7-10 anni. Il mercato è rimasto quasi fermo tra l’estate del 2012 e quella del 2020 per poi crescere in periodo pandemico.
La morale di tutto questo è che ti conviene investire in vino solo se sei un amante del genere e un vero esperto: sperare di pescare a caso delle bottiglie contando su un rialzo generale dei prezzi che vada al di là di quello che verrà imposto dal periodo di elevata inflazione a cui andiamo incontro non è scontato e da tempo non avviene in maniera rilevante. In tutti gli altri casi ti conviene usare il vino solo ai pasti con cautela e responsabilità. In ogni modo torneremo presto a parlarti di vino, questa volta con una analisi dedicata ai principali produttori. Continua a seguirci.
Se ti interessa un approfondimento sul mercato dell’arte vai qui
L’acquisto di bottiglie di vino di qualità rientra a pieno titolo in un investimento nel lusso. A tal proposito ti ricordiamo il nostro consiglio di acquisto sull’Etf Amundi S&P global luxury ucits (183,72 euro; Isin LU1681048630), che replica l’indice S&P Global Luxury composto da 80 tra le maggiori società quotate che producono o distribuiscono beni di lusso.
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