Seconda mano o fast fashion: chi vince

Grafico
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La moda circolare piace alla generazione Z
Diminuire l’impatto ambientale dei propri acquisti e insieme risparmiare: queste sono alcune delle motivazioni che spingono molti, specie tra i più giovani, verso l’acquisto di prodotti usati. Il mercato dei beni di seconda mano è cresciuto molto negli ultimi anni, come testimonia il recente aumento del numero di siti e piattaforme dedicati. Se il mercato europeo del second hand non sembra aver raggiunto ancora la maturità, nonostante la crescita vertiginosa degli ultimi tre anni – in Italia negli anni scorsi ha raggiunto quasi il 200% nel caso della moda maschile - gli Usa sono molto più avanti: tra la seconda parte del 2021 e l’inizio 2022, alcune società che operano nel settore di rivendita di abiti e accessori di seconda mano, approfittando del momento di popolarità del second hand, si sono quotate in Borsa. Non sono molte – vedi tabella qui sotto – ma, almeno all’inizio della loro avventura in Borsa, hanno ottenuto un discreto riscontro.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite circa il 10% di tutte le emissioni globali di anidride carbonica ogni anno viene dal settore moda. Non solo: secondo una stima dell’Onu, circa il 20% dell’acqua sprecata nel mondo dipende direttamente dal settore moda, secondo solo a quello dell’agricoltura. Per produrre un paio di nuovi jeans sono necessari 10.000 litri di acqua, che è quasi la stessa quantità bevuta da una persona in 10 anni. Non è finita qui: l’industria della moda produce moltissime microplastiche, responsabili dell’inquinamento delle acque. Si stima che il 35% delle microplastiche che finiscono nei mari e negli oceani provenga proprio dal poliestere usato dalle società del fast fashion. E la produzione di poliestere, secondo studi recenti, è quasi triplicata dall’inizio degli anni 2000 a oggi.
Le società del second hand non sono in utile
A fare la parte del leone nelle vendite dell’usato sono le piattaforme online, tra cui le società che trovi in tabella. Nonostante da più parti le stime di crescita restino positive – un recente studio di Boston Consulting Group ipotizza una crescita del mercato intorno al 15% all’anno fino al 2024 – fino a oggi gli utili latitano. È vero che, nella maggior parte dei casi, le società sono giovani, ma, pur con vendite in crescita, quasi tutte hanno chiuso in perdita il 2021 e il terzo trimestre 2022 si è concluso in rosso per tutte e quattro. Per Etsy, società un po’ più “anziana” rispetto alle altre, la pesante perdita del terzo trimestre 2022 è legata a costi straordinari per l’acquisto della brasiliana Elo7 e dell’italiana Depop. Negli altri casi, invece, non ci sono eventi eccezionali a giustificare la perdita: insomma, nonostante i ricavi crescano, per il momento l’attività non è ancora profittevole. E così come non ci sono utili, non ci sono, per ora, nemmeno dividendi. Questo non significa che non ci saranno in futuro, ma non è detto che il momento sia molto vicino – le stesse società, a commento dei recenti risultati trimestrali, sottolineano sempre la crescita dei ricavi, ma non si sbilanciano in previsioni, non solo per il 2023, ma anche solo per gli ultimi mesi 2022.
Abiti e accessori di seconda mano? Un bel business, fiutato anche dalle aziende del settore e dalle principali piattaforme di moda. Da Zalando a H&M, da Amazon a eBay, in molti si sono già attrezzati per rivendere i prodotti usati dei propri clienti.
Seconda mano alla prova | ||||||
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Nome | Isin | Prezzo al 25/11 | Valuta | Prezzo/utile | Prezzo/patrimonio netto | Rend. da dividendo (%) |
Retailer online | ||||||
Poshmark Inc | US73739W1045 | 17,8 | Usd | - | 3,4 | 0 |
TheRealReal | US88339P1012 | 1,51 | Usd | - | 2 | 0 |
thredUp | US88556E1029 | 1,25 | Usd | - | 0,6 | 0 |
Etsy | US29786A1060 | 120,31 | Usd | 35 | 24 | 0 |
Abbigliamento (indice Datastream clothing World CL) | 26 | 7 | 1,56 |
La moda second hand batte in borsa il fast fashion?
Moda di seconda mano e fast fashion – aziende che operano nel settore moda producendo nuove collezioni a ritmo frenetico, fatte di capi destinati a durare poco tempo – sono considerate, da molti, contrapposte. In un contesto di maggiore consapevolezza ambientale e di crisi economica, l’acquisto di qualcosa che già c’è, dovrebbe portar via fette di mercato consistenti al mercato del fast fashion, con esiti positivi per i titoli del second hand e negativi per i titoli del fast fashion. Ma non è scontato. Ricorda che non è automatico che queste aziende operino secondo i criteri ESG. In futuro non escludiamo che possa essere così; se guardiamo al presente, però, quello che potrebbe essere considerato uno scambio virtuoso non si è ancora trasmesso all’andamento dei titoli in Borsa. Se guardi il grafico qui sotto, in cui abbiamo confrontato TheRealReal con quello il gigante del fast fashion H&M, vedi che i titoli si muovono in modo non dissimile, anzi, il titolo del second hand negli ultimi mesi ha amplificato le perdite in Borsa. In parole povere, anche comprando un titolo di una società che vende prodotti di seconda mano, non saresti stato al riparo dal calo che ha colpito l’intero settore nella prima parte del 2022.
Comprare abiti di seconda mano non significa, in automatico, fare un investimento sostenibile. Come comprare, quindi, moda davvero sostenibile? Leggi la nostra inchiesta: https://www.altroconsumo.it/vita-privata-famiglia/vivere-sostenibile/speciali/moda-sostenibile.
Cosa comprare?
Non è ancora il momento, secondo noi, di puntare direttamente sulle società della moda second hand comprandone i titoli sul mercato. Ci teniamo a specificare che la nostra analisi valuta la convenienza dell’investimento in sé, ma non valuta la sostenibilità dell’investimento: come ti abbiamo già detto qui sopra, puntare su una società che vende prodotti di seconda mano non garantisce in automatico di investire in una società che opera rispettando i criteri ESG. Motivo per cui, se la tua sensibilità per le tematiche ESG ti spinge a voler scegliere solo investimenti in linea con le tue convinzioni, ti consigliamo di usare il nostro sito, in cui c’è una sezione interamente dedicata proprio agli investimenti sostenibili, https://www.altroconsumo.it/investi/investire/investimenti-sostenibili in cui ti consigliamo molti prodotti dedicati alla tutela dei numerosi aspetti che il mondo ESG rende in considerazione. Se ti interessa, invece, investire sul settore moda, sono diversi i titoli che fanno parte della nostra selezione che fanno al caso tuo: il già citato H&M (119,3 Sek; Isin SE0000106270), Ralph Lauren (109,47 Usd; Isin US7512121010), VF Corporation (34,34 Usd; Isin US9182041080) e l’italiana OVS (2,17 euro; Isin IT0005043507).
Puntare su un Etf spesso risolve molti problemi, permettendo di investire in una volta sola e con costi contenuti su un gran numero di società. A Piazza Affari trovi l’Etf Bnpp Ecpi Circular Econ Lead Ucits (15,44 euro; Isin LU1953136527) che ti abbiamo consigliato in passato, vedi n° 1428 per esempio, in alternativa però a un altro prodotto. Questo Etf ti permette di investire sull’economia circolare in senso lato e nell’indice che replica non ci sono solo società impegnate nella moda circolare. Non è quindi il prodotto adatto per puntare solo su questo specifico settore, ma il consiglio resta valido alle stesse condizioni indicate in passato.
Tutta la moda soffre per la crisi
Nemmeno la moda di seconda mano si è salvata dal calo che ha colpito i titoli del settore moda da inizio 2022; nel grafico confrontiamo l’andamento di TheRealReal (in grassetto) con quello di H&M (linea sottile, dividendi inclusi) da inizio 2020. Come puoi vedere, la crisi ha colpito entrambi. I dati del grafico sono di Thomson Reuters Datastream, sono tutti convertiti in euro e con dividendi inclusi.
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