L’Italia vuole tornare al nucleare

L’Italia vuole tornare al nucleare.
L’Italia vuole tornare al nucleare.
Il governo sembra orientato a riaprire seriamente la questione nucleare in Italia e, entro fine anno, vuole mette in cantiere un progetto di legge per farlo. Non sappiamo come andrà, in Italia le resistenze verso questa fonte di energia sono ancora molto forti, però si è già fatto i nomi di potenziali partner del governo: Ansaldo Energia (per l’88% in mano alla Cassa depositi e prestiti), Enel (quotata) e Newcleo (in mano a privati, non quotata).
Sui giornali si è parlato di reattori di terza e di quarta generazione. Ora se i primi esistono e sono già in giro per il mondo, i terzi sono ancora alla fase prototipo e potrebbero volerci quindi anche dieci anni per averne. Il progetto non ha comunque fretta, perché è tarato su tempi lunghi, da qui al 2050. Come deve essere per simili infrastrutture.
Ma l’Italia è oramai solo un colpo di pennello nel quadro dei bisogni energetici mondiali e la notizia (sempre che poi gli italiani non impongano nuovi stop con un referendum) non muove certo l’intero mercato. Ciò che muove il mercato è che la febbre da nucleare sta andando avanti anche nel resto del mondo. Per esempio, proprio in questi giorni Emirati Arabi e India han firmato un memorandum d’intenti per lo sviluppo del nucleare. Gli Emiratini, pur ricchi di petrolio, già da tempo hanno una centrale nucleare e hanno appena autorizzato a inizio settembre l’uso commerciale del quarto reattore ivi presente. Dalla Finlandia arriva la notizia che il gruppo Helen sta prendendo sul serio la volontà di costruire un reattore entro il 2035 (la Finlandia ha giù un paio di centrali). In Francia si è aperto il dibattito pubblico per la costruzione di due nuovi reattori di terza generazione a Gravelines (nel Nord, già sede di un impianto molto grande con reattori costruiti a partire da circa 50 anni fa). Ricordiamo, però, che l’Europa è ormai solo una parte piccola del mondo.
Attualmente, secondo la World nuclear association (https://world-nuclear.org/) sono in costruzione nel mondo ben 64 impianti nucleari, soprattutto in Asia. Altri 88 sono stati pianificati (ma non ancora giunti a costruzione) e ben 344 proposti. Se negli ultimi 20 anni sono stati dismessi ben 107 reattori, comunque ne sono entrati in funzione 100 nuovi. Oggi ci sono 440 impianti in oltre 30 Paesi.
Nonostante tre grandi incidenti (Three Mile Island nel 1979, Černobyl' nel 1986 e Fukushima Dai-ichi nel 2011), il mondo non ha paura dell’atomo, e quindi questa tecnologia continuerà a svilupparsi. Nel n° 1568 ti abbiamo detto che potevi fare una puntata speculativa in ottica di lungo periodo sull’Etf Sprott uranium miners (8,408 euro al 12 settembre; Isin IE0005YK6564) che da allora ha perso circa il 20% del suo valore, scommettendo sul fatto che le ultime novità creino interesse intorno alla materia prima. L’idea di fondo resta valida, e puoi mantenere la scommessa. Per nuove scommesse ci orientiamo, però, sull’Etf VanEck Uranium and Nuclear Technologies (25,165 euro al 12 settembre; Isin IE000M7V94E1) perché oltre a chi l’uranio lo prende dalla terra (o lo tiene in deposito) contiene anche società che producono reattori. Certo alcuni sono colossi attivi anche in altri campi e questo “annacqua” un poco la scommessa, ma ci pare un compromesso accettabile.
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