Oro giallo, oro nero, e altro ancora…

Le materie prime sono fondamentali per le economie in crescita, vale la pena investirci?
Le materie prime sono fondamentali per le economie in crescita, vale la pena investirci?
Dopo una crescita dell’1,1% nel 2022 e del 2% nel 2023, ci attendiamo che l’economia mondiale torni a un +3,2% annuo nel 2024, 2025 e 2026. La crescita, soprattutto nei Paesi emergenti si associa a fame di materie prime ed è, quindi, normale domandarsi se valga o meno la pena farci un pensiero. Se hai letto l’ultima nostra analisi dei settori d’investimento, ricorderai che il settore "materiali" otteneva un giudizio pari a neutro, mentre il settore "energia" risultava non interessante. Alla base di questo giudizio in entrambi i casi ci sono un indice di Sharpe (redditività marginale per unità di rischio) non brillante, una valutazione corretta a livello di prezzi e un momentum (la tendenza dei titoli a salire in un periodo) neutro. A sfavore dell’energia c’era poi una volatilità elevata. Niente che giustifichi l’acquisto.
Più nel dettaglio abbiamo rilevato anche che, come produzione petrolifera, non dobbiamo aspettarci un’impennata dei prezzi: gli Usa hanno livelli alti di produzione e l’Arabia Saudita ha ampi margini di miglioramento, mentre la Russia cerca di vendere quanto più può a chi è disposto ad acquistare da lei. Inoltre, la domanda mondiale non è tonica. Per questo puoi vendere l’Etf Xtrackers Msci world energy (46,885 euro, Isin IE00BM67HM91), che avevamo consigliato di mantenere nel n° 1450, quando valeva 33,31 euro.
Sul fronte delle materie in generale, il consiglio su Xtrackers Msci world materials (58,18 euro; Isin IE00BM67HS53) è mantieni dal n° 1471 quando la quota valeva 47,15 dollari Usa (era 62,88 al 16/10). Vista la valutazione del settore e visti i chiari di luna in Cina che ci fan temere che la fame cinese di materie prime non sia tonica in futuro, non vediamo motivi per cambiare il consiglio verso un acquisto. D’altronde non siamo di fronte a una recessione imminente e la Banca centrale Usa sta gestendo bene l’attuale fase economica, per cui non c’è fretta vendere. Il mantieni è confermato.
Ti confermiamo anche il consiglio mantieni sull’oro e, quindi, su Invesco physical gold (239,95 euro; Isin IE00B579F325): il metallo giallo è sempre su livelli alti (2.691,7 dollari l’oncia) e, per quanto il calo dei tassi Usa sia una buona notizia per l’oro, riteniamo che dopo il boom di quest’anno non sia il caso di esagerare con l’acquisto di oro a questi prezzi. Temiamo, infatti, che possa prendersi una pausa nella sua corsa con qualche presa di beneficio, anche se resta valido per una diversificazione extra portafoglio.
Discorso a parte, infine, per l’uranio. Anche se, come hai visto, abbiamo dubbi sul settore energia, in ottica di più lungo periodo, pensiamo che si possa scommettere sul fatto che il mondo andrà ancora di più verso il nucleare con VanEck Uranium and Nuclear Technologies (33,53 euro; Isin IE000M7V94E1) di cui ti abbiamo parlato nel n° 1573 quando valeva 25 euro (nelle ultime settimane si è parlato molto di questa materia prima per risolvere le sfide energetiche del futuro).
Ove non specificato diversamente i prezzi sono al 17/10.
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