Il recente accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, annunciato l'11 giugno 2025, rappresenta un passo significativo nel tentativo di allentare le tensioni commerciali tra le due potenze, in particolare per quanto riguarda l'accesso statunitense alle terre rare, materiali fondamentali per settori strategici come la difesa, l'elettronica e i veicoli elettrici.
Secondo quanto dichiarato dal Presidente Donald Trump, la Cina si è impegnata a fornire "magneti completi e tutte le terre rare necessarie" agli Stati Uniti. In cambio, gli Stati Uniti manterranno un livello tariffario complessivo del 55% sulle importazioni cinesi, mentre la Cina applicherà tariffe del 10% sui beni statunitensi. Inoltre, gli Stati Uniti consentiranno agli studenti cinesi di continuare a frequentare le università americane
L'accordo, raggiunto dopo due giorni di negoziati a Londra, è stato descritto come un "quadro" preliminare e attende l'approvazione finale sia del Presidente Trump che del Presidente cinese Xi Jinping .
Limiti e questioni irrisolte
Nonostante l'accordo rappresenti un progresso, permangono incertezze significative. In particolare, l'intesa non affronta le restrizioni cinesi sulle terre rare destinate a usi militari, come i magneti al samario, essenziali per la tecnologia della difesa statunitense. Inoltre, la Cina ha limitato la durata dei contratti di fornitura a sei mesi, suggerendo che le trattative dovranno essere rinnovate periodicamente. Sebbene l'accordo possa alleviare temporaneamente le tensioni, non risolve la dipendenza strutturale degli Stati Uniti dalla Cina per le terre rare, dato che Pechino controlla circa il 90% della capacità globale di raffinazione di questi materiali.
Gli Stati Uniti stanno cercando di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento.
In sintesi, mentre l'accordo rappresenta un passo avanti nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, restano aperte questioni cruciali riguardanti la sicurezza nazionale e la necessità per gli Stati Uniti di ridurre la propria dipendenza dalle forniture cinesi di terre rare.
Dal punto di vista degli investimenti non vediamo novità rispetto alle posizioni che abbiamo espresso qui: un conto è sottolineare l’importanza strategica di comparto, un’altra è che questo offra buoni guadagni. Dell’andamento dell’Etf Vaneck rare earth end metals (6,778 euro al 16/6; Isin IE0002PG6CA6) abbiamo parlato la volta scorsa. Da allora non ha brillato. Se guardiamo a un altro prodotto più giovane, ma pur con composizione diversa punta sullo stesso target come WisdomTree Energy Transition Metals and Rare Earths Miners (26,355 euro al 16/6; Isin IE000KHX9DX6) vediamo solo una lunga serie di alti e bassi dalla quotazione a oggi. Insomma, non ha brillato neanche questo prodotto. Oltretutto entrambi sono ampiamente esposti in Cina che pesa in un caso un terzo e nell’altro caso un quarto del portafoglio. Sarebbe interessante piuttosto un Etf che puntasse sulle alternative alla Cina, per una scommessa sul fatto che si diversifichino le fonti al di fuori della Cina. Ma anche qui bisognerebbe poi fare attenzione. Il settore minerario a volte riserva società care. Prendiamo un paio di esempi dalle società presenti in questi prodotti. Pilabra minerals (1,31 aud al 16/6; Isin AU000000PLS0 ;produttore australiano di litio con miniere in Australia e Brasile e partnership strategiche in Cina e Corea) ha un rapporto prezzo/utili basato sulle attese di consensus di 40 (decisamente caro), Lynas Rare Earths (9,28 aud al 16/6; Isin AU000000LYC6; estrae e raffina terre rare in Australia e Malesia, con impianti anche negli Stati Uniti e Africa) ha lo stesso rapporto a quota 35. Non vogliamo fare di tutte le erbe un fascio, si tratta solo di un carotaggio, ma è evidente che non è molto facile “sparare nel mucchio” quando si parla di terre rare. Per questo al momento non vediamo per ora occasioni d’investimento facili e questo, nonostante la cronaca le ponga sotto i riflettori, fattore che di per sé vuol solo dire che è un tema di investimento che sta arrivando ora al grande pubblico, non che non è mai stato affrontato dagli specialisti che, nel caso, si sono probabilmente posizionati per tempo.
Ciò detto continueremo a monitorare il mercato per scoprire forme d’investimento adatte e interessanti.